L’Aquila calcio, 87 anni fa la tragedia di Contigliano

87 anni fa la tragedia di Contigliano che decimò la squadra dell’Aquila calcio allora militante in serie B. Tra loro c’era anche Marino Bon storico attaccante rossoblù.
Il 3 ottobre del 1936 era sabato; quella mattina, alle 9.45 nei pressi della stazione di Contigliano, vicino Rieti, ci fu un violento scontro tra una littoria diretta a Terni e un furgone adibito al traporto postale che causò 15 vittime e un centinaio di feriti. A causare il violento impatto fu la partenza improvvisa del treno merci dalla stazione che non aveva atteso l’incrocio con la littorina su cui si trovavano anche i giocatori della squadra dell’Aquila calcio che all’epoca militava in serie B diretti a Verona per la quarta partita di campionato.
Un medico aquilano, Mario Capezzali, fermo al passaggio a livello con la sua Balilla, fu testimone dell’incidente e tra i primi a portare soccorso. Coinvolti nel disastro di Contigliano 15 giocatori dell’Aquila Calcio (Sain, Viganò, La Roma, Testoni, Rossi, Martini, Moretti, Corsarini, Angiolini, Battioni, Bon, Rossini, Gravisi, Pastorelli, Lessi), l’allenatore, il massaggiatore e due dirigenti accompagnatori dell’A.S. Aquila. Nel terribile scontro tra i due convogli perse la vita l’allenatore rossoblù Attilio Buratti, mentre Marino Bon – attaccante, tre campionati in serie B con i colori dell’Aquila, 61 partite giocate e 18 reti segnate -, persi i sensi nel violento impatto, fu dichiarato in un primo momento deceduto e accantonato tra i morti. Fu salvato dall’avvocato Gino Colella, che si rese conto che era ancora in vita. Ricoverato in ospedale, Bon riuscì a riprendersi dal grave trauma.
Tutti gli atleti riportarono pesanti conseguenze fisiche e la gran parte di loro non fu più in condizione di giocare. Per fortuita contingenza, si salvarono solo due giocatori squalificati rimasti a casa e il portiere Stornelli che, svegliatosi in ritardo, non era riuscito a prendere il treno. La Federazione Italiana Gioco Calcio, davanti ad una tragedia così grave per l’A.S. Aquila, propose alla società la salvezza d’ufficio, pur senza disputare le rimanenti partite del campionato cadetto, nel quale la squadra dal 1934 per tre anni aveva militato, unica in Abruzzo ad aver raggiunto un tale risultato. Ma il presidente della società Giovanni Centi Colella rifiutò, continuando il campionato con prestiti gratuiti di giocatori da altre squadre, con le riserve e tesserando nuovi calciatori. La squadra fu affidata all’allenatore ungherese Andras Kuttik. Non si riuscì, tuttavia, ad evitare la retrocessione.
Da allora mai più la squadra di calcio dell’Aquila è riuscita a raggiungere quei risultati e a militare nella serie cadetta. Per molti, per l’A.S. Aquila, nata nel 1927, l’incidente di Contigliano risultò essere come la tragedia di Superga per il grande Torino.
Negli anni bellici, dal 1940 al ’45, i campionati vennero sospesi. Marino Bon, tornato in piena efficienza fisica dopo l’incidente di Contigliano, continuò a giocare insieme a Rossini, Mancini, Brindisi, Izzo, Seccia, Iovinelli, Mariani, Scarlattei ed altri, disputando in quegli anni partite contro formazioni militari, tedesche e poi inglesi. In quegli stessi anni si mise in luce il mediano Italo Acconcia, proveniente dalle file dell’Oratoriana, che poi avrebbe avuto una bella carriera da calciatore con squadre come Fiorentina, Roma, Udinese, Genoa, Catanzaro, Salernitana, Modena, ed altre, nei campionati di serie A e B, ed una brillante carriera di tecnico anche delle Nazionali minori.