L'Aquila saluta Ilaria Fabiocchi: musica, palloncini, rose rosa

Una folla composta e commossa, la Basilica di Collemaggio piena di sole e colori: l’ultimo saluto a Ilaria Fabiocchi è stato accompagnato dalla musica, il feretro coperto da un enorme cuscino di rose bianche e rosa.

“Strade difficili spesso portano a destinazioni meravigliose”, Ilaria Fabiocchi, scomparsa il 7 ottobre a soli 53 anni, la strada più difficile non è riuscita a percorrerla, l’ultima battaglia non è riuscita a vincerla, ma restano i suoi innumerevoli insegnamenti. Centinaia di persone oggi si sono strette ai familiari della giovane donna strappata troppo preso all’affetto dei suoi cari, all’amore dell’adorata figlia Alisia. Di Ilaria restano un mondo di emozioni e buoni sentimenti a colori, come quelli che metteva nei suoi quadri. Artista sopraffina e di gran talento e architetto visionario, Ilaria è stata ricordata da tutti per l’energia che metteva in ogni cosa. “Nessuna vita è uguale ad altre e ognuno di noi vive la sua unicità. Capita poi di sentire l’altro appartenerci, di condividere idee, situazioni, emozioni. Le mie tele sono il veicolo per arrivare agli altri, per percepire meno la solitudine, l’isolamento e per tradurre ciò che spesso a parole non si può comunicare. Dipingo per me stessa ciò che in fondo urlo con potenza. Perché la mia voce colorata possa arrivare lontano, contaminarsi e poi tornare indietro, come un’eco”, scriveva di se stessa nella sua biografia. Una figura energica che non passava inosservata: una cascata di ricci esuberanti e un sorriso aperto e genuino. La sua scomparsa ha gettato profondo dolore e sconcerto in tutta la comunità aquilana che negli ultimi giorni ha sperato, pregato, desiderato che ci fosse un epilogo diverso. Centinaia i messaggi che tanti stanno lasciando sulla sua bacheca Facebook dove la sua energia è ancora molto vitale.

Per il suo ultimo viaggio le amiche e gli amici di sempre hanno scelto le sue canzoni preferite, 8 brani che sono stati suonati in chiesa e che parlano di lei: un vocalizzo di “C’era una volta il West” ha accompagnato il feretro lungo la navata e poi “Amazing Grace”, “Deep peace”, “Alleluia”, “Ave Maria”, “Sanctus”, “Agnus dei”. Al termine della funzione, fuori il sagrato della Basilica anche una colomba e dei palloncini.

La presa di Roberto Biondi letta durante la funzione: “Chi ha il vento contro in mezzo alla bonaccia”
Chi ha il vento contro in mezzo alla bonaccia, ha la faccia rigata di lacrime chi piange in mezzo alle foglie desidera abilitare i tetti di muschio verdi. Accarezzala vento d’oriente, dalle sollievo ai capelli e alle mani, toglile gli occhiali appannati dagli occhi, donale un viaggio di notte nel quale affrontare come Lancillotto sul ponte di Gorre la torre d’avorio e di dolore. Donale, Dio che ascolti anche il frastuono, donale, dico, un tempo buono, donale le orme del lupo, donale più sapere dove poggiare il suo piede perché non si fermi mai il suo e il mio andare. Tienila con te, dove stanno tutte le madri, dove i nomi sono scritti e sono immortali. Tienila con te, unico creatore che serbi nel cielo chi è tua creatura”.