Sisma L’Aquila, un anno fa la sentenza choc: “Colpa anche delle vittime”

12 ottobre 2023 | 17:35
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Sisma L’Aquila, un anno fa la sentenza choc: “Colpa anche delle vittime”

Un anno fa la sentenza choc che stabilì, per la prima volta, la corresponsabilità di alcune delle vittime del crollo di via Campo di Fossa, durante il sisma dell’Aquila

È passato un anno da quando il Tribunale dell’Aquila definì, per la prima volta, la “corresponsabilità” di alcune delle vittime del terremoto del 2009: la sentenza choc sul crollo di via Campo di Fossa ha indignato e continua a indignare l’opinione pubblica. L’Aquila scese in piazza fin da subito: “Le vittime non hanno colpe”.

È una colpa, per le vittime sotto le macerie del crollo, non essere usciti di casa dopo due scosse di terremoto molto forti che seguivano uno sciame sismico che durava da mesi: questo uno dei passaggi della sentenza in sede civile del Tribunale dell’Aquila, riferita al crollo di uno stabile in centro del capoluogo abruzzese nel sisma del 6 aprile 2009, in cui morirono 24 persone sulle 309 vittime complessive.
Un anno fa quella che è passata agli onori della cronaca come “sentenza choc” continua ancora a provocare rabbia.
Ne riportiamo alcuni passaggi principali:“È fondata l’eccezione di concorso di colpa delle vittime – si legge a pagina 16 della sentenza, che era stata firmata dal giudice Monica Croci del Tribunale civile dell’Aquila, in composizione monocratica -, costituendo obiettivamente una condotta incauta quella di trattenersi a dormire nonostante il notorio verificarsi di due scosse nella serata del 5 aprile e poco dopo la mezzanotte del 6 aprile.Concorso che può stimarsi nel 30 per cento“, la misura, cioè, della decurtazione del risarcimento danni.-

La sentenza del Tribunale civile riguardava solo alcune delle 24 vittime. Dopo la tragedia, gli eredi dei deceduti – avendo dalla loro perizie che attestavano irregolarità in fase di realizzazione dell’immobile e una “grave negligenza del Genio civile nello svolgimento del proprio compito di vigilanza sull’osservanza delle norme poste dalla legge vigente, in tutte le fasi in cui detta vigilanza era prevista” – avevano citato in giudizio (per milioni di euro) sia i Ministeri dell’Interno e delle Infrastrutture e Trasporti per le responsabilità della Prefettura e del Genio Civile nei mancati controlli durante la costruzione; sia il Comune dell’Aquila per responsabilità analoghe e le eredi del costruttore (nel frattempo deceduto).
Il Tribunale ha riconosciuto una corresponsabilità delle vittime ricorrenti pari al 30%, perché ha ritenuto siano stati imprudenti a non uscire dopo la seconda scossa (ci furono due forti scosse, una verso le 23 e una verso l’una di notte, prima di quella devastante delle 3.32); ha condannato i Ministeri dell’Interno e delle Infrastrutture (15% di responsabilità ciascuno) e le eredi del costruttore (40% di responsabilità), mentre ha respinto le domande nei confronti del Comune.

IL RICORSO

I familiari delle vittime a cui la sentenza era riferita hanno presentato ricorso in Appello. Ma non si tratta dell’unico ricorso presentato contro la sentenza della Giudice Croci: infatti, anche lo stesso Stato ha avanzato ricorso contro il pronunciamento del Tribunale dell’Aquila per alleggerire le proprie responsabilità in merito ai mancati controlli nella realizzazione della palazzina di via Campo di Fossa 6B, crollata la notte del sisma dell’Aquila.
Come ricostruito dal Capoluogo, tutte le altre sentenze che hanno seguito quella di ottobre sono andate nella direzione opposta all’eventuale “concorso di colpa” delle vittime. Di seguito riproponiamo l’articolo che elenca gli ulteriori pronunciamenti giudiziari arrivati, dopo la tanto contestata sentenza choc.

Sentenza choc, L’Aquila aspetta il ricorso: nessun concorso di colpa negli altri pronunciamenti