Grandangolo

Manfredo Nanni, l’aquilano che ha addestrato i militari in missione in Afghanistan alla guida offroad dei Lince

Una puntata speciale di Grandangolo con due ospiti, Manfredo Nanni, architetto aquilano che ha addestrato i militari italiani in missione in Afghanistan alla guida fuori strada dei blindati Lince e il tenente Colonnello Pietro Picciriccili, del 9° Reggimento Alpini.

Una puntata speciale di Grandangolo con due ospiti, Manfredo Nanni, architetto aquilano che ha addestrato i militari italiani in missione in Afghanistan alla guida fuori strada dei blindati Lince e il tenente Colonnello Pietro Picciriccili, del 9° Reggimento Alpini.

“La mente oltre l’ostacolo”. La mente e non il cuore. È questo il titolo del libro di Manfredo Nanni, architetto aquilano che, da qualche anno, vive a Roseto degli Abruzzi, il quale ha deciso di lasciare testimonianza scritta della sua attività di addestratore di piloti degli automezzi Lince impiegati in Afghanistan. Con Manfredo in studio, ai microfoni del direttore David Filieri, il tenente Colonnello del 9° Reggimento Alpini Pietro Piccirilli“L’esperienza è stata così importante che mi è sembrato un peccato non raccontarla. La scelta del titolo ‘La mente oltre l’ostacolo’ ha due livelli di significato: uno tecnico, poiché il pilota di fuoristrada – quadro affronta un ostacolo, deve portare la mente oltre per poterlo superare più facilmente; mentre dal punto di vista filosofico significa che nella vita tra noi e gli obiettivi ci sono sempre ostacoli, ma bisogna essere addestrati a visualizzare il risultato con la mente e, in qualche modo, favorire così il raggiungimento di questo risultato”, evidenza Manfredo Nanni ai microfoni del Capoluogo.

Perché nasce l’esigenza di dover addestrate in maniera tanto particolareggiata e minuziosa alcuni militari?
“Perché c’è necessità di impiegare dei contingenti a bordo di automezzi particolari, come i Lince: veicoli tattici con grosse capacità antimina, che riescono a preservare l’equipaggio trasportato. Tutto su un terreno difficile -quale è quello dell’Afghanistan – rotto, molto compartimentato. Molti dei piloti non conoscevano questo tipo di terreno, inoltre non era mai stata impiegata la forza armata in quello specifico territorio. Per questo sono stati richiesti degli esperti di off roads. E quando si chiedeva di poter avere a disposizioni esperti nell’addestramento alla guida, ricorreva sempre il nome dell’architetto Manfredo Nanni”, ha specificato il Tenente Colonnello Piccirilli.

Manfredo Nanni e Pietro Piccirilli Grandangolo

Quella di Manfredo è stata quindi un’attività consistente, andata avanti dal 2009 fino al 2014 inoltrato. “Ho tenuto 44 corsi di off roads – ricorda Nanni – con 8/9 allievi per ogni corso, per un totale di circa 400 conduttori piloti abilitati. Ho iniziato così l’attività presso il 9° Alpini per poi arrivare in Afghanistan, dove i risultati sono stati osservati e riconosciuti anche da altri Reggimenti”. 
Così si è allungata, a mano a mano, la lista dei Reggimenti addestrati alla guida dei Lince dall’architetto Manfredo Nanni.
Dal 9° Reggimento Alpini, all’8° Reggimento Venzone, dal Reggimento Lagunari Serenissima al Reggimento Granatieri di Sardegna, fino alla Brigata Garibaldi e agli addestratori Tramat, per concludere con un Reparto di Forze speciali.

Perché un addestratore civile? Sottolinea ancora Piccirilli: Nell’addestramento c’è un motto: più sudore meno sangue. L’apporto fondamentale dato da Manfredo all’attività ha fatto sì che i nostri equipaggi tornassero a casa sani e salvi. La guida di questi mezzi è complessa e va esercitata su terreni accidentati, diversi per natura e conformazione. Per questo è necessario un addestramento capillare, ficcante. Manfredo ha una capacità innata ed è riuscito a trasmettere agli equipaggi entusiasmo e fiducia in sé stessi. E il libro, già nel titolo, lo racconta: perché la mente è anche più forte del cuore. La fiducia è ed è stata importantissima affinché i nostri militari trovassero in sé stessi la forza di affrontare gli ostacoli, fidandosi anche delle potenzialità del mezzo. C’è stato fin da subito un rapporto di fiducia instaurato tra Manfredo e gli allievi”.

Ci sono stati anche alcuni episodi rischiosi nel corso dell’addestramento, Manfredo ricorda una tragedia sfiorata da una pattuglia del 9° Alpini a causa di una manovra errata da parte di un conduttore che, dopo l’ordine di rientro dei militari, “invece di fare marcia indietro, ha sterzato lungo una salita ripidissima. Il mezzo per poco non si è ribaltato con tutti gli alpini dentro. In generale, comunque, gli addestramenti sono sempre andati bene, con standard di sicurezza elevati“. 

Il Lince – aggiunge Nanni – è un mezzo sofisticato dal punto di vista meccanico. Ci sono caratteristiche come, per esempio, il cambio automatico, i bloccaggi dei tre differenziali, la possibilità di gonfiare e sgonfiare le gomme anche in marcia: tutto ciò difficilmente viene spiegato ai ragazzi. Spesso, quindi, essi iniziavano ed erano assolutamente terrorizzati di sbagliare o di danneggiare i mezzi. E nella prima missione in Afghanistan si videro evidenti limiti, per cui si pensò di ricorrere a qualcuno maggiormente specializzato nella guida del mezzo”.
Conclude Piccirilli: L’abilità, soprattutto in questi contesti di guerra, sta nel capire i percorsi migliori, i limiti del mezzo e i propri limiti. A questo, soprattutto, serve l’addestramento. Discorso simile che si fa quando si va in montagna a passeggiare: ci vuole equipaggiamento, un minimo di preparazione fisica e la capacità di individuare e comprendere i propri limiti. L’abilità dell’addestratore, civile o militare non conta, sta nel riuscire a trasmettere tutto questo”.

 

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