Cultura

Tutti i Santi giorni, 16 ottobre: oggi si ricorda San Longino

La rubrica "Tutti i Santi giorni" del 16 ottobre: San Longino e la leggenda degli affreschi delle chiese di Lanciano che si animano a Pasqua.

La rubrica “Tutti i Santi giorni” del 16 ottobre: San Longino e la leggenda degli affreschi delle chiese di Lanciano che si animano a Pasqua.

Il 16 ottobre si ricorda San Longino. Secondo la tradizione cristiana, Longino è il nome del soldato romano, milite nella Legione Fretense, di stanza in Siria e nella Palestina attorno all’anno 30, che trafisse con la propria lancia il costato di Gesù crocifisso per accertare che fosse morto, come riporta il Vangelo di Giovanni (Gv 19,34). In realtà, nei Vangeli canonici non è presente il nome del soldato; il nome “Longinus” si ritrova invece negli Atti di Pilato, testo allegato al Vangelo apocrifo di Nicodemo. Secondo una tradizione antica, che si trova in una “Lettera di Erode a Pilato” del VI o VII secolo, Longino fu condannato per aver trafitto Gesù a vivere in una grotta dove ogni notte veniva sbranato da un leone; risanato il corpo il mattino successivo, il supplizio si sarebbe riproposto ogni notte, fino alla fine dei tempi. Le tradizioni successive lo trasformarono invece in un cristiano convertito, attribuendogli in nome latinizzato dal greco Lonche (λόγχη), parola usata per la lancia menzionata in Giovanni. Dal punto di vista delle immagini, Longino compare scritto per la prima volta su una miniatura della Crocifissione accanto alla figura del soldato con in mano una lancia; questo strumento è conosciuto come Lancia Sacra, venerata a Gerusalemme già nel VI secolo; come “Lancia di Longino”, figura nelle leggende del Santo Graal. La presunta cecità del soldato, tramandata dalla tradizione, non viene menzionata fino a dopo il X secolo, quando Petrus Comestor aggiunse un problema di vista alla leggenda; Jacopo da Varagine, nella Leggenda Aurea, scrisse che Longino vide i segni celesti prima della conversione e che i suoi problemi agli occhi potrebbero essere stati causati da una malattia o dall’età, guariti poi con le gocce del sangue di Gesù sgorgato dal costato; al miracolo, il soldato si convertì. Si tramanda che il corpo di Longino sia andato perduto due volte e che il suo secondo ritrovamento avvenne a Mantova nel 1304, insieme alla Sacra Spugna macchiata del sangue di Cristo, con la quale si diceva che avesse contribuito a purificarne il corpo quando fu deposto dalla croce. L’agiografia lo vuole nato nella città di Anxanum, oggi Lanciano, dove sarebbe tornato in vecchiaia: qui avrebbe predicato e donato tutti i suoi averi ai poveri, prima di essere catturato e giustiziato. Sul luogo di sepoltura venne costruita, nell’VIII secolo, la chiesa di San Legonziano, oggi San Francesco, sopra una cappella in rovina, utilizzata come memoria del martire; la testa invece fu riportata indietro a Pilato per provare l’avvenuta esecuzione. I resti del convento vecchio di San Legonziano e Domiziano sono visibili sotto le fondamenta e presso la base del campanile, e si collegano a dei cunicoli romani della vecchia Anxanum che porta a Ponte Diocleziano, del III secolo. La leggenda lancianese vuole che il giorno di Pasqua tre figure di tre affreschi differenti, datati al XIV secolo, di tre diverse chiese della vecchia Lanciano – San Francesco, San Giovanni e la Madonna del Ponte – si animino e interagiscano tra loro, apparendo sotto forma di ombre nella piazza Plebiscito per annunciare la Buona novella della Resurrezione. Tra l’altro la credenza popolare lancianese vuole che il nome latino della città “Anxanum” provenga dalla prodigiosa lancia di Longino; il nome della città cambiò dapprima in Lanxianum e poi in Lanciano; anche lo stemma civico riporta l’immagine di una lancia che punta verso il cielo sopra tre colli, i tre colli che sovrastano la parte vecchia del paese.

La santificazione del soldato avvenne il giorno 2 dicembre 1340 sotto il papato di Innocenzo VI. Dal punto di vista iconografico, San Longino viene rappresentato ai piedi della croce, in armatura da legionario romano, con l’elmo e il gladio al fianco, mentre con la sinistra si ripara gli occhi e con la destra colpisce con la lancia il costato di Gesù. Altre immagini lo raffigurano nel momento del martirio, inginocchiato, con la testa su di un ceppo, pronto per essere decapitato e con gli occhi cavati, perché secondo alcune tradizioni prima della decollazione avrebbe subito tale tortura. Secondo altri racconti, fatto ritorno in Italia Longino avrebbe condotto con sé alcune gocce del sangue di Cristo, raccolte dalla sua lancia; per questo è presentato in alcune opere d’arte vestito da legionario, con in mano un’ampolla contenente la venerata reliquia.

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