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Hikikomori, via libera della Camera al contrasto dell’isolamento sociale volontario

La Camera ha approvato una serie di mozioni per contrastare il fenomeno degli hikikomori: giovani depressi, sempre più iperconnessi, ma isolati ed estranei alla vita reale.

La Camera ha approvato le mozioni sul fenomeno degli hikikomori: il governo si impegna a sviluppare progetti per prevenire e contrastare questa forma di disagio, che spesso porta all’abbandono scolastico e universitario.

Verrà attivata al ministero della Salute una commissione di esperti per formulare un questionario con cui riconoscere i sintomi e agire tempestivamente. Sarà poi sviluppato periodicamente uno studio su scala nazionale per monitorare l’incidenza del fenomeno e le sue ripercussioni. Isolati, depressi, ma iper connessi: chi sono gli Hikikomori? Il termine giapponese significa “stare in disparte” e viene utilizzato a livello mondiale per indicare chi – soprattutto tra i più giovani – decide di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi, alle volte anni, rimanendo comunque connesso. Sono ragazzi che per mesi si chiudono in casa a dormire o a guardare la televisione, a leggere o a giocare online. L’hikikomori, ormai, è un disturbo molto diffuso anche in Italia. Sono circa 100mila i casi accertati. Il disturbo in genere appare prevalentemente in una fascia d’età che va dai 10 ai 40 anni. La maggiore incidenza si registra fra i 15 e i 19 anni.

Un fenomeno nato in Giappone Secondo la Montaruli, il passo successivo da compiere è “una mappatura precisa dei soggetti”, di cui al momento si hanno solo delle stime. “Il ritiro della società di tipo volontario costituisce un rifiuto della società stessa, concepita come inadeguata rispetto alla propria esistenza”, ha aggiunto. Il termine giapponese hikikomori, che in italiano significa “essere confinati”, si riferisce sia al fenomeno sociale sia ai “reclusi” stessi. Secondo gli esperti, la causa dominante di questo disagio è legata al passaggio dalla gioventù alle responsabilità e aspettative della vita adulta. Il sistema educativo giapponese è molto rigido e pretenzioso nei confronti dei ragazzi, cresciuti con l’idea di raggiungere il successo. Nei Paesi asiatici sono fondamentali i concetti di collettività e produttività: chi non sopporta le pressioni dei genitori e della società diventa un “parassita”, un escluso. A fomentare quel circolo vizioso e quel senso di distaccamento dai propri coetanei è anche la tecnologia. I videogiochi e la connessione a internet sono fattori che accrescono la voglia di restare in casa, senza aver bisogno di uscire per avere contatti sociali. Il fenomeno si è espanso anche nel resto del mondo, con una particolare crescita dei numeri dopo la quarantena per il Covid-19, a causa dei lunghi periodi di stress e solitudine che le persone hanno dovuto affrontare.

I passi previsti dal programma del Governo per aiutare questa fascia della popolazione sono la prevenzione degli stati patologici, l’intercettazione del disagio e il sostegno familiare con visite domiciliari. È previsto anche l’utilizzo di telepsichiatria, ovvero l’accesso alle cure da remoto tramite un dispositivo, un tipo di medicina digitale che ha avuto il suo maggior successo durante la pandemia. Il governo punta allo sviluppo di un sistema di coordinamento tra Regioni, istituzioni e centri di consulenza giovani delle aziende sanitarie, al fine di tutelare la salute e il benessere degli adolescenti.

“L’approvazione della mia mozione rappresenta un passo importante per l’Italia. Stiamo ponendo le basi per agire contro questo fenomeno che colpisce i giovani e trascina le famiglie in una spirale difficile e dolorosa” ha detto Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia e prima firmataria del testo sugli hikikomori.

Hikikomori: un esercito di giovani isolati, depressi, iper connessi

 

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