San Giovanni Paolo II, il papa che amava la montagna e il Gran Sasso. La rubrica “Tutti i Santi giorni” del 22 ottobre.
Il 22 ottobre ricorre la memoria di San Giovanni Paolo II. San Giovanni Paoli II, al secolo Karol Józef Wojtyła, nacque a Wadowice, città a 50 km da Cracovia, il 18 maggio 1920, secondogenito di Karol Wojtyła e di Emilia Kaczorowska. Terminati gli studi nella scuola superiore Marcin Wadowita, nel 1938 si iscrisse all’Università Jagellónica di Cracovia, chiusa a causa dell’occupazione nazista l’anno dopo. Il giovane Karol lavorò quindi prima in una cava e poi nella fabbrica chimica Solvay in modo da potersi guadagnare da vivere ed evitare la deportazione in Germania. A partire dal 1942, sentendosi chiamato al sacerdozio, frequentò i corsi di formazione del seminario maggiore clandestino di Cracovia. Dopo la guerra, completati gli studi nella Facoltà di Teologia, fu ordinato sacerdote il 1° novembre 1946; successivamente, fu inviato dal Cardinale Sapieha a Roma, dove conseguì il dottorato in teologia, con una tesi sul tema della fede nelle opere di San Giovanni della Croce. Dopo essere stato vescovo e poi arcivescovo di Cracovia, fu eletto al soglio pontificio con il nome di Giovanni Paolo II il 16 ottobre 1978. Il suo pontificato è stato caratterizzato da un’intensa attività pastorale che lo ha portato in ogni parte del mondo, con ben 104 viaggi apostolici. Operò per la difesa della pace e per migliorare le relazioni con le altre religioni, in primo luogo con anglicani e ortodossi; riconobbe ufficialmente lo Stato di Israele e avviò un’interlocuzione con gli esponenti dell’ebraismo, chiedendo perdono per le mancanze e i peccati dei cristiani verso quei fratelli nel corso dei secoli. Papa Wojtyła ebbe anche una grande attenzione ai temi sociali: scrisse due encicliche sulle distorsioni delle dottrine capitaliste e comuniste, la Laborem Exercens (14 settembre 1981) e la Centesimus Annus (1º maggio 1991), quest’ultima nel centenario della Rerum Novarum di papa Leone XIII. Chiese più volte a tutti gli Stati di rispettare la libertà religiosa dei propri cittadini, la prima volta con una lettera al segretario delle Nazioni Unite Kurt Waldheim il 2 dicembre 1978 in occasione del trentesimo anniversario della firma della Dichiarazione Universale dei diritti umani del 1948. Nessun Papa incontrò tante persone come San Giovanni Paolo II: alle Udienze Generali del mercoledì hanno partecipato più di 17 milioni e 600mila pellegrini, senza contare le udienze speciali e le cerimonie religiose, nonché i milioni di fedeli incontrati nel corso delle visite pastorali in Italia e nel mondo. Il pontefice si spense a Roma, nel suo alloggio nella Città del Vaticano, alle ore 21.37 di sabato 2 aprile 2005. I solenni funerali in Piazza San Pietro e la sepoltura nelle Grotte Vaticane seguirono l’8 aprile.
San Giovanni Paolo II amò profondamente la montagna, soprattutto quella abruzzese. Il Gran Sasso d’Italia era tra le preferite, forse perché gli ricordava i Monti Tatra, in Polonia. Sulle cime più alte dell’Appennino Papa Wojtyla era stato un centinaio di volte a camminare in solitudine o a sciare, seguito discretamente a distanza da qualche collaboratore vaticano, da due o tre dirigenti del Centro Turistico Gran Sasso d’Italia e da alcuni funzionari della Polizia di Stato. Le visite ufficiali in Abruzzo furono 6, mentre vi si recò in forma privata altre 35 volte. E gli Abruzzesi, non l’hanno mai dimenticato, tanto che qui sorge il primo Santuario europeo dedicato a Papa Wojtyla, proprio alle pendici del suo amato Gran Sasso: la chiesa di San Pietro della Ienca, dal 2011 appunto Santuario San Giovanni Paolo II. Il piccolo edificio religioso è situato nell’omonimo borgo, a poca distanza da Assergi, nel territorio comunale dell’Aquila. Le notizie storiche riguardo alla chiesa sono scarne: probabilmente l’attuale edificio è ciò che rimane di un più vasto complesso monastico che, nel Medioevo, costituiva il nucleo principale di San Pietro della Ienca. Il castello della Ienca nel XIII secolo partecipò alla fondazione dell’Aquila, ricevendo un locale nel quarto di Santa Maria dove edificò la chiesa dei Santi Pietro e Niccolò. Dallo stemma del borgo – due chiavi di San Pietro incrociate e legate da una banda rossa in campo giallo – si deduce che l’intitolazione fosse dedicata al Santo apostolo e non a san Pietro Celestino, come pure è stato storicamente ipotizzato. Diruto già nel XV secolo, il borgo fu scoperto da papa Giovanni Paolo II che vi si ritirò almeno tre volte tra gli Ottanta e Novanta, incentivandone a più riprese il recupero ed il restauro, eseguito tra il 1995 ed il 1997 a cura della Soprintendenza. Alla chiesa venne donata da monsignor Giovanni D’Ercole una reliquia ex-sanguine di Giovanni Paolo II, a simboleggiare la presenza spirituale del Papa in questo luogo; il 18 maggio 2011, con una solenne cerimonia presieduta dall’allora arcivescovo Giuseppe Molinari, la chiesa è stata eretta proprio a santuario e dedicata a Giovanni Paolo II.
