Occupazione, l'analisi

Lavoro Abruzzo, crescono i disoccupati: maggiori criticità tra i giovani

Cresa, in Abruzzo crescono i disoccupati dello 0,6%. L'analisi

Cresa, in Abruzzo crescono i disoccupati dello 0,6%. L’analisi

Secondo il rapporto ‘Economia e società in Abruzzo’ presentato oggi dal Cresa, dopo la forte riduzione del 2020 e la ripresa del 2021, il mercato del lavoro regionale mostra ancora segni di difficoltà. I valori dei principali indicatori sono comunque migliori rispetto al Mezzogiorno, ma restano peggiori del centro-nord. Gli andamenti evidenziano una maggiore debolezza della ripresa abruzzese anche rispetto alla circoscrizione di appartenenza. In flessione le forze di lavoro (-0,2%; Italia: +0,8%), gli occupati (-0,3%; Italia: +2,4%) e gli inattivi (-3,2% contro -3,6%), in aumento i disoccupati (+0,6%; Italia: -14,3%). Secondo l’analisi, le forze di lavoro e gli occupati abruzzesi fanno osservare contrazioni della componente maschile e aumenti della femminile. Si riduce il numero di uomini in cerca di lavoro e aumentano le disoccupate. Si contraggono i lavoratori indipendenti e restano stabili i dipendenti, con aumenti dei soli contratti a tempo determinato part-time. Maggiori criticità non solo in termini di numeri, ma anche di qualità del lavoro interessano i giovani.

Cresa, in Abruzzo aumentano gli anziani e scendono i giovani

La popolazione abruzzese al 31 dicembre 2022 è composta da 1.269.860 persone con un calo tendenziale del 4,8 per mille (Italia: -3,0‰). Lo si apprende
dall’analisi ‘Economia e Società – Edizione 2023’ presentata stamani dal Centro Studi dell’Agenzia per lo Sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso d’Italia. Negativa la dinamica naturale (-6,9‰; Italia: -5,4‰), positiva quella migratoria (+2,1‰; Italia: +2,4‰) grazie al solo apporto della componente estera (+3,6‰). Gli stranieri (6,4% della popolazione totale) diminuiscono dell’1,7%. Per quanto riguarda la composizione per classi di età, a fine 2022 la popolazione regionale è composta per il 11,9% da giovani tra 0 e 14 anni, per il 25,5% da individui tra i 15 e i 39 anni, per il 37,3% da adulti tra i 40 e i 64 anni e per il 25,3% da persone con più di 64 anni. Drammatico è dunque l’andamento demografico per classi di età: “Gli indici di vecchiaia e di dipendenza e l’età media – rivela l’analisi – registrano un peggioramento della situazione con un aggravio del carico sociale ed economico riconducibile all’aumento degli anziani e alla diminuzione dei giovani”.

Per istruzione, competenza nonché occupazione e migrazione giovanili l’Abruzzo si colloca in posizione intermedia tra Centro-Nord e Mezzogiorno e figura tra le prime regioni meridionali ma mostra al contempo una minore velocità di sviluppo. Tale ritardo, secondo il documento, accresce la poca vivibilità della regione e alimenta il decremento demografico che, indebolendo la grande risorsa rappresentata dalla platea dei giovani, rappresenta il vero pericolo per il futuro.

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