Crollo Casa dello Studente, la Corte d’Appello conferma le condanne per Regione e Adsu

Crollo della Casa dello Studente, la Corte d’Appello dell’Aquila respinge gli appelli di Regione e Adsu: sono responsabili. 14 anni di battaglie legali ma i risarcimenti tardano ad arrivare.
Confermate le condanne per Regione Abruzzo e Adsu per il crollo della Casa dello Studente del 6 aprile 2009. La Corte di Appello civile dell’Aquila ha rigettato gli appelli proposti da Adsu e Regione Abruzzo ritenendoli infondati
Il procedimento riguarda in particolare le responsabilità legate alla morte di Hussein Hamade, detto “Michelone” ragazzo israeliano di 21 anni, studente della facoltà di Medicina, deceduto il 6 aprile 2009 nel crollo della Casa dello Studente, i cui familiari sono rappresentanti dall’avvocato Wania Della Vigna, del foro di Teramo.
Secondo quanto si è appreso, gli enti condannati presenteranno ricorsi in Cassazione.

Crollo Casa dello Studente: il pronunciamento della Corte d’Appello
Nella sentenza, la Corte d’Appello ha sottolineato i profili di responsabilità dei due enti: la Regione in quanto ente
proprietario dell’immobile di via XX settembre, e dell’Adsu in quanto ente gestore, all’epoca in cui furono eseguiti i lavori
di trasformazione del Palazzo Angelini a studentato per universitari fuori sede, “omettendo qualsiasi intervento di
consolidamento strutturale atteso che l’immobile era già stato ritenuto da Abruzzo Engineering (ente regionale) fabbricato con ‘criticità strutturali’ e quindi necessitava di interventi di consolidamento statico e sismico“.
Si tratta, secondo i giudici di secondo grado, di responsabilità solidale degli enti Regione Abruzzo e Adsu con
gli ingegneri e i tecnici già condannati in via definitiva dalla Cassazione, per ireati di omicidio colposo plurimo, lesioni colpose, crollo di edificio e disastro colposo. E condanna solidale di tutti i soggetti responsabili per difetti costruttivi, manutentivi o in ragione di colpose condotte omissive e commissive in rapporto causale con il crollo e con un aggravamento degli effetti del crollo.
I magistrati della Corte di Appello hanno ripercorso tutta la vicenda processuale – da quella penale, pm Fabio Picuti, al Gup, Giuseppe Grieco – con conferma della Corte di appello e Cassazione oltre la sentenza civile di primo grado, rimarcando le cause del crollo e i profili di responsabilità civile, rigettando tutte le tesi degli appellanti, confermando il risarcimento danni per tutti i familiari di Michelone, con condanna per gli appellanti alle
spese processuali.
Rigettata ancora una volta la tesi del sisma come “evento eccezionale ed imprevedibile tale da costituire un caso fortuito o forza maggiore, da escludere totalmente la responsabilità umana”
Crollo Casa dello Studente: il nodo risarcimenti
La Corte d’Appello ha contemporaneamente emesso altre due sentenze con le quali ha ugualmente rigettato le doglianze
di Adsu e Regione Abruzzo (enti appellanti) confermando nei loro confronti il risarcimento da lesioni per altri due ragazzi sopravvissuti sotto il crollo della Casa dello studente.
“A questo punto viene da chiedersi – ha detto l’avvocato Della Vigna – dopo circa 14 anni, il susseguirsi di sentenze penali e civili, tutte conformi nell’attribuire la responsabilita’ prioritaria dell’uomo nella causazione dell’evento crollo, se
non sia il segno tangibile che la via processuale debba ormai concludersi. Non si pensa – ha aggiunto – che sia giunta l’ora di elargire i giusti risarcimenti ai familiari delle vittime oppure bisogna continuare ad impugnare ancora le sentenze sempre per sostenere infondatamente la colpa esclusiva del terremoto?”
Solo pochi giorni fa, infatti, il presidente dell’Adsu L’Aquila, Eliana Morgante ha affermato che l’Adsu aquilana farà appello avverso tutti i contenziosi relativi al crollo della Casa dello Studente la notte del 6 aprile 2009. . Si tratta di risarcimenti per un totale di circa 700mila euro per 4 ragazzi che riuscirono a salvarsi, ma rimasero feriti gravemente nel corpo e nell’anima.
“Mi rivolgo in particolare alle Autorita’ degli enti preposti” , rimarca Della Vigna. “Se non sia giunto il momento di riconoscere le responsabilita’ civili gia’ definite dalle sentenze immediatamente esecutive e pagare i giusti risarcimenti ai familiari delle vittime , che attendono da 14 anni Verita’ e giustizia, piuttosto che continuare ad affrontare costosissime cause che hanno determinato e stanno determinando solo un accanimento “non” terapeutico, ingiustificato di fronte ad una cosi’ grande tragedia umana”.