La rubrica “Tutti i Santi giorni” del 28 ottobre: i Santi Simone e Giuda.
Il 28 ottobre si commemorano i Santi Simone e Giuda. San Simone nella Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine e nel Martirologio Romano è ricordato con San Giuda Taddeo, con il quale si ritiene predicò il Vangelo in Egitto e Mesopotamia. La tradizione vuole che subirono insieme il martirio, per questo la Chiesa li festeggia nello stesso giorno, celebrato a Roma sin dal IX secolo. Nei Vangeli i nomi dei Santi Simone e Giuda figurano agli ultimi posti degli elenchi degli apostoli e le notizie che ci vengono date su di loro sono molto scarse. Stando a Niceforo Callisto, Giuda avrebbe predicato il Vangelo in Giudea, Samaria, Idumea, Siria e Mesopotamia, e avrebbe subito il martirio a Emessa. È detto Taddeo (Mt 10, 3; Mc 3, 18), soprannome che significa magnanimo; Luca lo indica come Giuda di Giacomo (Lc 16, 16; At 1, 13), cioè figlio o fratello di Giacomo. A suo nome nel Nuovo Testamento è presente una breve Lettera, una delle sette Lettere cattoliche. L’autore si designa da sé con nome di “Giuda, servo di Gesù Cristo e fratello di Giacomo”. L’epistola, indirizzata ai cristiani dell’Asia Minore, provenienti dal giudaismo, allo scopo di prevenirli contro le false dottrine, fu scritta probabilmente in Oriente, tra il 62 e il 66, prima della distruzione di Gerusalemme. Nell’ultima cena San Giuda rivolse a Gesù la domanda: «Signore come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?». Gesù gli rispose che l’autentica manifestazione di Dio è riservata a chi lo ama e osserva la sua parola (Gv 14, 22-24). Alcuni scrittori lo hanno confuso con il discepolo Addai. Simone nacque a Cana e fu soprannominato dall’evangelista Luca lo Zelota (Lc 6, 15; At 1, 13), forse perché aveva militato nel gruppo antiromano degli Zeloti; da Matteo e Marco è invece chiamato Cananeo (Mt 10, 4; Mc 3, 18). Secondo gli Atti degli Apostoli, entrambi gli apostoli furono testimoni della Resurrezione. Secondo le varie tradizioni, Simone sarebbe stato vescovo prima a Gerusalemme e poi a Pella, oppure avrebbe evangelizzato la Samaria e sarebbe morto martire e sepolto in Persia. Si tramanda che subì un martirio particolarmente cruento: il suo corpo fu fatto a pezzi con una sega.
Per questo è raffigurato con questo attrezzo come attributo iconografico ed è patrono dei boscaioli e taglialegna. Le spoglie mortali di San Simone riposano a Roma nella basilica di San Pietro in Vaticano, dove vennero deposte insieme a quelle del compagno apostolo San Giuda Taddeo, da quel momento essi sono sempre ricordati insieme nella liturgia. Le reliquie dei due Santi sono venerate dal 27 ottobre 1605 all’altare centrale del transetto sinistro o tribuna dei Ss. Apostoli Simone e Giuda, che dal 1963 è stato dedicato a San Giuseppe; i resti erano precedentemente posti in un altare a loro dedicato nell’antica basilica, che fu trasformato in cappella da Paolo III. Il capo di San Simone si trova nel Museo del Duomo di Pienza. San Giuda Taddeo fu trucidato intorno al 70 d.C. da sacerdoti pagani in maniera violenta e disumana. È rappresentato nelle sue immagini mentre tiene in mano un libro che simbolizza la parola di Dio che egli annunciò, e un’alabarda, una sorta di lancia che fu lo strumento utilizzato nel suo martirio. È invocato come il santo dei disperati e degli afflitti, delle cause senza soluzione.
