Attualita'

L’aquilano Jacopo Intini fuori dall’inferno di Gaza

Tornano a L'Aquila Jacopo Intini e la moglie palestinese, erano nella striscia di Gaza. Biondi: "Ho seguito personalmente il delicato processo, altra confortante notizia per la nostra città".

Tornano a L’Aquila Jacopo Intini e la moglie palestinese, erano nella striscia di Gaza. Biondi: “Ho seguito personalmente il delicato processo, altra confortante notizia per la nostra città”.

Era nella striscia di Gaza come cooperante l’aquilano Jacopo Intini, che finalmente, insieme alla moglie palestinese, è riuscito a lasciare il drammatico scenario di guerra: “Ringrazio la Farnesina – è il commento a caldo del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi – per aver accolto la nostra richiesta e aver provveduto al rientro del cooperante aquilano Jacopo Intini e della sua compagna palestinese dalla striscia di Gaza. Due su cinque, in tutto. Ho seguito personalmente il delicato processo. Dopo Alessia, con la sua famiglia, rientrata da Israele, un’altra confortante notizia per la nostra città”.
“Il ritorno di Jacopo a casa – ha poi aggiunto – è per tutti gli aquilani motivo di grande sollievo. Negli ultimi giorni abbiamo tenuto contatti stretti con il ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale per capire se ci fossero le condizioni per un suo rimpatrio. Non vi nascondo la grande preoccupazione. Ringrazio la Farnesina per aver accolto la nostra richiesta e aver provveduto, non senza difficoltà, al suo rientro, insieme a quello della compagna palestinese. La notizia del passaggio attraverso Rafah, per soli cinque nostri connazionali, rende il quadro delle complicazioni internazionali. Come per Alessia, rientrata da Israele, ho voluto seguire personalmente il delicato processo. Abbraccio la famiglia di Jacopo, che ha scelto la nostra terra per vivere da diversi anni, felice che qui abbiano trovato accoglienza e ascolto. Aspetto Jacopo all’Aquila per stringergli la mano e ringraziarlo della sua attività di volontario”.

Jacopo Intini è capomissione della ong Ciss nella striscia di Gaza, ex studente del Cotugno. Nel 2015 IlCapoluogo.it aveva pubblicato una articolata intervista dei suoi ex compagni di liceo ai quali aveva spiegato da parte palestinese “le radici del conflitto” in atto: “Esso ha radici precedenti alla fondazione dello stato di Israele e risale infatti al 1897 anno di nascita del movimento sionista, una sorta di estremismo ebraico fautore della fondazione di tale stato, avvenuta poi nel 1947. Anticamente le popolazioni residenti in Palestina convivevano pacificamente, ma dal ’47 in poi la situazione degenerò ed iniziò il conflitto per la spartizione del territorio.
Di conseguenza iniziò l’occupazione di due aree palestinesi: la Cisgiordania e la striscia di Gaza. Avvenne quella che in arabo è detta Nakba ‘catastrofe’: l’esercito israeliano sfrattò la popolazione araba, da sempre residente in quelle terre, per far posto ai coloni ebrei e molti palestinesi che non si sentirono di lasciare la propria terra confluirono in  campi profughi all’interno della Palestina stessa ed Aida è uno di questi”.

[CLICCA QUI per leggere l’intervista integrale]

[Qui, invece, un’intervista audio sulla nuova crisi]

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