L'intervista

Teatro comunale di Teramo, nuovo ricorso, Enrico Melozzi: “Che vinca la giustizia, non gli interessi privati”

Nuovi intoppi per la ristrutturazione del teatro comunale di Teramo? Enrico Melozzi non ci sta: "Perché per gli interessi personali di uno, deve pagare l'intera città?". La vicenda

Giù le mani dal teatro comunale di Teramo. Questa volta nessuna occupazione, ma il maestro teramano Enrico Melozzi è tornato ad alzare la voce sul futuro del Teatro comunale, oggetto di un importante progetto di ristrutturazione che vuole riportarne l’ingresso su corso San Giorgio, tra la gente.
Melozzi all’attacco: “Un nuovo ricorso ostacola un progetto bellissimo che restituirà il teatro alla sua comunità. Facciamo vincere la giustizia, non gli interessi privati”.

“C’è un progetto meraviglioso per restituire vita al teatro. Ora quanto ci vorrà per vederlo realizzato?”, Enrico Melozzi non ci sta.
La cronistoria di un teatro dall’attività travagliata è presto detta: il teatro comunale di Teramo viene inaugurato nel 1868 e inizia, fin da subito, ad ospitare grandi compagnie ed interpreti famosi. Poi arriva il 1959, anno che segna una cesura nella storia teatrale della città, con l’abbattimento dell’originaria struttura, deciso dall’amministrazione Carino Gambacorta e voluto dalla maggior parte della stessa cittadinanza che, a quei tempi, desiderava un più moderno Cineteatro, senza dimenticare l’arrivo, tanto atteso, della Standa. Con il “nuovo” Teatro sparì l’ingresso sul corso. Mentre si susseguirono le attività commerciali dopo la Standa, fino ad arrivare al negozio attuale “Sottosopra”. L’ultimo ‘ostacolo’ – sembrerebbe – al progetto promosso dall’attuale amministrazione comunale, a guida Gianguido D’Alberto: un progetto da 11 milioni di euro, finanziato dai fondi PNRR, per ristrutturare ed adeguare la struttura. Secondo i programmi i lavori dovrebbero partire nel 2024 e terminare entro il 2026.
progetto riqualificazione teatro comunale teramo
Ora, tuttavia, il ricorso presentato dal titolare del negozio, citato dallo stesso Melozzi, rischia di cambiare le carte in tavola: soprattutto finirà per allungare i tempi rispetto a un progetto che sembrava ormai vicino. Ciò ha scatenato l’ira del maestro teramano. “È giunto il momento di sollevare il velo di Maya dalla questione del Teatro Comunale di Teramo, trasformato in un cimitero di cultura, dove un tempo risuonavano arie e sinfonie, ora echeggiano solo le voci del commercio. La decisione del proprietario del negozio Sottosopra di ricorrere al TAR contro la restituzione dei locali al comune di Teramo è un atto che grida al cielo”, ha scritto Melozzi in un lungo post social.
Contattato dalla nostra redazione, il maestro – più volte sul palco di Sanremo tra i direttori d’orchestra – ha sottolineato: “Perché si vuole bloccare la cultura in una città intera per un negozio? C’è un progetto bellissimo che, finalmente, tiene conto di tutte quelle che erano state le richieste dei cittadini già nel 2014, quando promossi l’occupazione dei locali ‘tolti’ al teatro comunale. Spazi che potranno tornare a disposizione delle associazioni e potranno tornare finalmente a brillare di cultura”. 
“Dico tutto questo – precisa Melozzi ai nostri microfoni – al di là di ogni appartenenza politica. Qui la politica non c’entra: parliamo di un progetto di grande valore e rilevante per il tessuto culturale della città. Per questo va realizzato. Non solo, ma aggiungo che andrebbe realizzato il prima possibile. 
Questo teatro non ha avuto neanche cento anni di vita culturale, poiché già nel 1959 fu abbattuto per i magazzini Standa. Da lì sono iniziati i problemi. Ora, però, si torna ad intravedere la luce: già bisognerà attendere anni per realizzare i lavori, perché, allora, penalizzare l’intera comunità per gli interessi di una persona? Spero che per una volta vinca la vera giustizia, non quella degli interessi privati“, conclude Melozzi.
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