Neonati prematuri, la giornata mondiale per chi comincia la vita in salita

Sono piccoli e indifesi e con una grande voglia di vivere: oggi il mondo si tinge di viola nella giornata dedicata ai neonati prematuri.
Ogni anno il 17 novembre il mondo si illumina di viola, giorno in cui si rinnova l’appuntamento con la Giornata mondiale dedicata ai neonati prematuri di cui il viola è il colore simbolo. Un’occasione di riflessione sulle modalità di assistenza a madre e figlio e sui passi avanti che la medicina perinatale ha fatto. All’ospedale dell’Aquila un evento coordinato dall’équipe del reparto di Terapia intensiva neonatale, diretto dalla professoressa Sandra Di Fabio.
I neonati prematuri sono bambini che cominciano la loro vita in salita perché hanno bisogno di maggiori cure, sostegno e attenzione. La gravidanza è un periodo delicato per l’organismo di una donna e, purtroppo, sempre più spesso, si verificano maternità irregolari e premature. Secondo la definizione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si definiscono prematuri i neonati venuti al mondo prima delle 37 settimane di gestazione. Il parto pretermine è la principale causa di disabilità e morte nei piccoli al di sotto dei 5 anni. La mortalità è strettamente associata a quanto prima avviene la nascita. Secondo gli addetti ai lavori il limite minimo per riuscire a sopravvivere è quello delle 22 settimane. Il periodo tra le 22 e le 28 settimane è particolarmente cruciale sia per la sopravvivenza sia per evitare lo sviluppo di complicanze anche in età adulta. Secondo un recente studio svedese il 78% degli adulti nati prima delle 28 settimane presenta diverse condizioni mediche come ipertensione, asma, epilessia e paralisi cerebrale. Problematiche che nei nati a termine si riscontrano solo nel 37% dei casi. Ecco perché completare lo sviluppo è fondamentale non solo per la sopravvivenza ma anche per la salute degli anni a venire. Vengono, così, al mondo creature prima dei tempi necessari al completamento della crescita degli organi del feto. La problematica a dei bambini nati prematuri è consistente anche in Abruzzo con i dati che confermano una costante denatalità.
Neonati prematuri: l’evento a L’Aquila
Il motto della giornata di quest’anno è “Gesti semplici, grandi risultati: contatto immediato pelle a pelle per ogni neonato ovunque”. Questo semplice gesto è in grado di aumentare i tassi di allattamento al seno, migliorare la salute mentale dei bambini e ridurre le riospedalizzazioni. Per celebrare questa giornata all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, l’evento coordinato dal reparto di Terapia intensiva neonatale – diretto dalla professoressa Sandra Di Fabio, per sensibilizzare al tema della Prematurità. L’evento, a ingresso libero, è stato organizzato presso l’aula “Alice Dal Brollo” dalle 15.30. Si parlerà dei problemi legati alle nascite premature con la professoressa Di Fabio, “Il nostro follow up”, con la dottoressa Eugenia Maranella, “La Care in Tin”, con la dottoressa Antonella Pelliccione. Al termine dell’evento previste attività ludiche per i piccoli e un rinfresco presso l’Info Point dell’ospedale (dalle 16.30).
“Nel 2020 – spiega la professoressa Di Fabio sentita dal Capoluogo – il 9,9% dei neonati sono venuti al mondo prima del termine. Di questi 13,4 mila sono italiani e rappresentano il 6,4%. In Abruzzo il trend rispecchia quanto accade nel resto del Paese. Qui a L’Aquila nel 2020 abbiamo accolto 111 prematuri: piccoli guerrieri affamati e desiderosi di vita. 18 erano davvero piccolissimi. Purtroppo può succedere, ma noi cerchiamo di fare il possibile per rendere questo momento meno pesante soprattutto per i genitori. Non bisogna disperare, la medicina ha fatto passi da gigante e la speranza di vita è sempre maggiore. Come recita il motto di quest’anno spesso di tratta davvero di fare piccole cose, per l’appunto ‘gesti semplici’. La nostra équipe è in grado di fornire assistenza e cure specializzate a mamma e bambino; l’obiettivo principale dei medici è assicurare ai nuovi nati una cura personalizzata che garantisca il loro benessere“.

Neonati prematuri: il latte materno come miglior medicina
Il latte materno, come per il bambino che nasce alla scadenza prefissata, è fondamentale, come spiega Luigi Piero Biondi Responsabile Pronto Soccorso e Reparto Casa pediatrica Ospedale Fatebenefratelli di Milano. (fonte www.dilei.it). “I neonati prematuri – spiega l’esperto – presentano tratti gastrointestinali immaturi, che possono causare problemi di digestione e assorbimento delle sostanze nutritive; pertanto, questi neonati hanno bisogno di un alimento facilmente gestibile dai loro delicati intestini. Il latte delle mamme dei neonati prematuri contiene più grassi e immunoglobulina secretoria rispetto al latte delle mamme dei bambini nati a termine e contiene enzimi che aiutano il neonato nella digestione, nonché il fattore di crescita epidermico che a propria volta favorisce la maturazione del suo intestino”. Aspetto ancora più importante, “i neonati prematuri alimentati con il latte della loro mamma tendono a essere dimessi in media due settimane prima rispetto a quelli alimentati con latte artificiale. Il latte materno è così importante per i neonati prematuri che, se per qualsiasi motivo le loro mamme inizialmente non riescono a fornire loro abbastanza latte, per ovviare possono essere alimentati con latte donato da altre mamme che allattano anziché ricorrere al latte artificiale”.
Neonati prematuri: Molte sono le cure di cui ha bisogno il bambino nato pre termine
La nascita prima della completa gestazione può portare, infatti, problemi salutari di varia natura. In Italia nascono ogni anno oltre 30.000 prematuri (il 7% del totale), cioè bambini che vengono al mondo prima della 37a settimana di età gestazionale, dato che non sembra essersi modificato significativamente ad eccezione delle gravide che hanno contratto il Covid19, in cui la prematurità ha avuto un’impennata, con il 19.7% di nascite pretermine, come è emerso dal Registro nazionale Covid-19 istituito dalla Società Italiana di Neonatologia (dati al 27 luglio 2020). Tante le ragioni che spiegherebbero queste cifre. Basti pensare agli innumerevoli problemi che possono alterare una gravidanza, ad un qualsiasi rischio infettivologico, che può essere scatenato anche da un banale raffreddore. Ad influire, però, spesso è l’età avanzata di una donna che sta attraversando una gravidanza. Un fattore che, statisticamente parlando, aumenta notevolmente il rischio di una nascita prematura. Uno dei rischi maggiori dei neonati prematuri è la cosiddetta malattia respiratoria del neonato pretermine, anche nota come respiratory distress sindrome (RDS) o malattia da membrane ialine polmonari. In particolare, i polmoni del pretermine non sono ancora in grado di produrre il surfattante (SRF), sostanza fondamentale per il corretto svolgimento della respirazione.
Non solo. Nel piccolo particolarmente prematuro i vasi sanguigni e le pareti delle arterie sono sottilissime e questo aumenta di molto il rischio di andare incontro ad emorragie, in particolare a carico del cervello in formazione. Il controllo delle emorragie cerebrali, che a volte possono essere responsabili di deficit neurologici a distanza di tempo, viene effettuato con speciali ecografie ripetute regolarmente. Occorre anche prestare attenzione al cuore: all’interno dell’utero il feto sfrutta l’ossigeno che arriva con il sangue materno e quindi non ha bisogno dei polmoni. La sua conformazione circolatoria prevede quindi un particolare passaggio, chiamato dotto di Botallo, che normalmente si chiude quando il neonato a termine comincia a respirare nel mondo. Purtroppo nei prematuri questo meccanismo a volte non si verifica. Infine, altri apparati possono risentire dell’eccessiva “premura” dei neonati, come l’occhio.
Nel 2010, il Senato ha riconosciuto la “Carta dei diritti del bambino nato prematuro” che: all’art. 4 chiarisce “Il neonato prematuro ha diritto al contatto immediato e continuo con la propria famiglia, dalla quale deve essere accudito. A tal fine nel percorso assistenziale deve essere sostenuta la presenza attiva del genitore accanto al bambino, evitando ogni dispersione tra i componenti il nucleo familiare”, all’art. 10 specifica “Ogni famiglia di neonato prematuro ha il diritto di vedere soddisfatti i propri speciali bisogni anche attraverso la collaborazione tra Istituzioni ed Enti appartenenti al Terzo Settore”. In sintesi, da un lato, si afferma che i neonati prematuri hanno diritto al contatto continuo con la propria famiglia, non sostituibile con i servizi di baby-sitting o nursing; dall’altro, che ogni famiglia ha diritto di vedere soddisfatti i propri speciali bisogni.
La foto allega all’articolo è di Anne Geddes, fotografa famosa per i suoi soggetti infantili fiabeschi.