Violenza di genere, Fina: “Il cambiamento parta dagli uomini, educazione affettiva in tutte le scuole”

Il senatore Michele Fina sul femminicidio di Giulia Cecchettin: “Cambiamento parta dagli uomini. Serve legge su educazione all’affettività”.
Il senatore Michele Fina sul femminicidio di Giulia Cecchettin: “Cambiamento parta dagli uomini. Serve legge su educazione all’affettività”.
“Il femminicidio di Giulia Cecchettin deve scuoterci tutti. È chiaro che è un terribile monito che ci ricorda come il cambiamento deve iniziare a un livello profondo, quello dell’educazione e della cultura. E riguarda in primo luogo gli uomini”: lo dichiara il senatore Michele Fina, tesoriere nazionale del Partito Democratico. Fina prosegue: “Se il diritto a studiare per essere liberi, il diritto al futuro, è negato ad una ragazza in questo modo vuol dire che è messo in discussione per tutte e tutti. È da sottoscrivere la proposta della segretaria del Partito Democratico di una legge che introduca l’educazione al rispetto e all’affettività in tutte le scuole d’Italia. E che sia anche un forte segno di un’inversione di tendenza. L’assenza di Giulia Cecchettin all’appuntamento con la sua laurea è l’ennesimo fallimento di tutte e tutti noi, del Paese con le sue istituzioni, degli uomini che non hanno ancora capito quanto sia tossica ed assassina la cultura patriarcale e quanto sia urgente eradicarla senza se e senza ma. Chi, di fronte a questa strage continua e crescente, alza le spalle con condiscendenza è un complice. Chi ha un minimo di coscienza civile dovrà sentirsi convocato ed impegnato; in Parlamento, ma anche nel Paese, in una battaglia culturale da parte degli uomini per cambiare loro stessi, in convinzioni e comportamenti che hanno giustificato e preparato il terreno di questa mattanza. Sento questo come un impegno solenne da prendere in qualità di parlamentare ma ancor prima come padre di una bimba che sogno potrà essere felice e libera, in un Paese in cui nessuno possa anche solo lontanamente limitare queste sacrosante aspirazioni”.
“L’Abruzzo può fare la differenza nella lotta alla violenza di genere e a favore di un’educazione alla parità approvando subito la nostra proposta di legge già pronta per andare in aula. Dobbiamo lavorare insieme per l’uguaglianza e farlo adesso: il Consiglio regionale può trasformare la proposta in legge entro il 2023, dando le coperture per intervenire e la forza di diventare efficace già da gennaio. È una questione di volontà, mai come ora dobbiamo dimostrare di averne, il centrodestra lasci perdere le dispute politiche e punti sui tempi, solo così potremo cominciare un nuovo percorse formando persone più inclusive e facendo prevenzione vera”, così il capogruppo Pd Silvio Paolucci, l’indomani dell’ennesimo femminicidio che ha riportato in auge la necessità della formazione nella lotta contro la violenza sulle donne. “La legge serve subito perché Giulia Cecchettin è solo l’ultima vittima in ordine di tempo, di una serie impressionante ogni anno: in Italia da gennaio a oggi sono oltre 100 le donne uccise. Questa tendenza deve essere modificata. Ciò che anche il nostro segretario nazionale Elly Schlein auspica, nel suo appello a collaborare alla Meloni, cioè la nascita di leggi che combattano disparità e violenza di genere attraverso la formazione e una cultura nuova, in Abruzzo esiste già – incalza Paolucci – . Dobbiamo sfruttare questo vantaggio e per questo mi appello al presidente Marsilio e al Consiglio tutto perché il testo nato dalla collaborazione con la Conferenza delle Democratiche d’Abruzzo e i Giovani Democratici e da noi proposto anche alla Commissione regionale di parità che ha espresso un immediato apprezzamento delle norme previste, arrivi in aula e venga approvato entro il 2023. La Regione scelga di stare in trincea, facendosi promotrice di una nuova cultura della prevenzione, il più possibile inclusiva e aderente alla realtà, questo c’è scritto nei 6 articoli della proposta che concentrandosi sulla collaborazione interistituzionale rende protagonisti gli istituti scolastici e universitari. La proposta di legge ha lo scopo di portare dentro le scuole l’educazione all’affettività e la prevenzione delle violenze e delle discriminazioni di genere che ogni giorno, nel nostro Paese, riguardano le donne, a prescindere dalle età. Lo fa attraverso mezzi istituzionali e accordi concreti con gli enti formativi, perché temi e sensibilizzazione diventino programmi didattici, formino i ragazzi e alimentino la prevenzione. Serve un’azione rapida, bisogna anche chiaramente dire da che parte stiamo: non possiamo più alimentare l’inerzia, sdegnandoci ad ogni nuovo caso, perché la volontà senza l’azione è del tutto inutile e non salva vite che possono essere risparmiate”.