Demenze senili, l’attività fisica come antidoto: l’importanza del tennis

Sport e demenze senili: l’importanza del tennis per contrastare il decadimento cognitivo. Ne parliamo con la dottoressa Roberta Bernardi, del centro clinico Creativamente dell’Aquila.
L’esercizio fisico rappresenta una delle misure più semplici per prevenire le demenze senili, tenendo ‘allenato’ l’apparato cardio-circolatorio. Per quanto riguarda il decorso nel tempo, il decadimento può peggiorare, così come arrestarsi e in alcuni rari casi, anche regredire. L’importanza di uno sport come il tennis per tenere la mente sempre in movimento. Ne parliamo con la dottoressa Roberta Bernardi, neuropsicologa e psicoterapeuta del centro clinico Creativamente dell’Aquila.
Creativamente si occupa di terapia e diagnosi per il decadimento cognitivo e le demenze senili; con la sua attività di diagnosi e cura risponde alle esigenze di quei pazienti a cui viene diagnosticata come l’Alzheimer, o di tutte quelle persone che, pur, non avendo ancora una diagnosi manifestano i tipici segni di in deficit o di un decadimento cognitivo, come la perdita di memoria, disorientamento spazio-temporale o le anomie.

Perchè il tennis può essere un’attività utile per prevenire il decadimento cognitivo e forme di demenze senili come l’Alzheimer?A tal proposito il centro clinico in sinergia con l’associazione provinciale AIPAlz (Associazione insieme per l’Alzheimer provincia di L’Aquila) e con il circolo tennis “Peppe Verna” dell’Aquila ha già organizzato un evento che ha unito sport e solidarietà: con i proventi raccolti con l’Alzheimer tennis cup – che si è svolta lo scorso giugno – sono stati donati all’associazione AIPLAlz fondi per l’affitto di NEUROLITH, il nuovo macchinario a impulsi sonori utilizzato presso il reparto di Neurologia del San Salvatore, tra i primi in funzione in Italia per effettuare la stimolazione transcranica a impulsi (TPS®) per il trattamento di pazienti colpiti dalla demenza di Alzheimer.

“L’attività fisica, combinata con le terapie attualmente in uso (farmacologiche e non) aiuta a mantenere attivo e allenato il cervello contrastando le complicanze del declino cognitivo. Il tennis può migliorare la coordinazione oculo-manuale, stimola l’ippocampo, rinforza la memoria a lungo termine, sostiene le attività motorie, contrasta l’invecchiamento cerebrale e cellulare, consolida l’equilibrio e soprattutto favorisce i legami sociali, evitando quel senso di isolamento e chiusura spesso riscontrato nei pazienti affetti da demenze senili“, spiega al Capoluogo la dottoressa Bernardi.

“Nessuno deve essere lasciato solo, e nessuno deve rimanere indietro. Dobbiamo tutelare la salute dei nostri anziani, ma anche la qualità della vita dei loro caregiver. Assicurare un supporto ottimale al malato non è mai facile, perché il progressivo declino cognitivo, con il tempo, determina una condizione di seria invalidità, nella maggior parte dei casi complicata da disturbi comportamentali che possono rendere particolarmente problematica e frustrante l’interazione con il paziente. Praticare sport, all’aria aperta (e il tennis in questo caso è perfetto), aiuta i nostri pazienti, ma soprattutto sostiene emotivamente anche i familiari che li assistono”, conclude la dottoressa.
