25 novembre, Daniela Baldassarra: Con i giovani bisogna stabilire rapporto di fiducia

25 novembre 2023 | 09:26
Share0
25 novembre, Daniela Baldassarra: Con i giovani bisogna stabilire rapporto di fiducia

L’intervista a Daniela Baldassarra, a L’Aquila per la manifestazione “Non é solo il 25 novembre”

All’interno della manifestazione “Non è solo il 25 novembre” promossa dal Comune dell’Aquila e dal centro antiviolenza Donatella Tellini in occasione della giornata per l’eliminazione della violenza sulle donne, molto successo ha riscosso Daniela Baldassarra, monologhista pugliese in prima linea nell’affrontare questa forte tematica sociale, protagonista di due appuntamenti con uno spettacolo all’Auditorium e un incontro con gli studenti delle scuole superiori Domenico Cotugno e Amedeo D’Aosta.

Noi del Capoluogo abbiamo avuto il piacere di incontrarla e rivolgerle alcune domande. L’intervista a Daniela Baldassarra.

Daniela Baldassarra.

Come è nata la tua attività teatrale?

Mi sono sempre interessata ai temi che riguardavano la violenza sulle donne e ho iniziato facendo teatro drammatico. Però ho notato che in questo modo chi veniva agli spettacoli erano soprattutto donne già sensibilizzate a questa problematica.
Ho pensato quindi di trovare un modo per poter ampliare il numero di spettatori, coinvolgendo anche gli uomini e i giovani, e ho deciso di utilizzare il linguaggio comico, che da sempre è considerato un mezzo per superare i tabù, i pregiudizi, i luoghi comuni. Inizialmente ho avuto anche delle critiche, poiché non tutti ritenevano il genere comico adatto ad affrontare tematiche così importanti. Sono stati proprio i centri antiviolenza a capire ,invece, che proprio questa modalità avvicinava molta più gente e faceva conoscere le loro attività in maniera più diffusa ed hanno sposato questo esperimento. Quindi ho iniziato a collaborare con molti centri antiviolenza e molte associazioni che si occupano dei diritti delle donne.
La comicità, infatti, serve per trattare con leggerezza, ma non con superficialità, delle tematiche molto sensibili, che altrimenti potrebbero far innalzare un muro di diffidenza nelle persone che ascoltano.
Inoltre, soprattutto dopo la pandemia, la gente ha difficoltà ad andare a teatro pensando di dover affrontare uno spettacolo drammatico, mentre la comicità attira le persone e diventa un’ arma molto efficace e fortemente democratica.

Daniela Baldassarra.

C’è qualche attrice o attore a cui ti ispiri in particolare?

Io ho sempre ammirato come attrice Monica Vitti, proprio come tipo di recitazione, di leggerezza. Poi c’è stato tutto il filone con Franca Valeri, Anna Marchesini che sono di ispirazione in assoluto, non solo per me. Tra i comici contemporanei quelli che riescono a farmi ridere sono Enrico Brignano e Angelo Duro. Quest’ultimo ha una comicità un po’ strong, che molti criticano, ma secondo me, a volte, bisogna mettere da parte il “politicamente corretto” che può limitare la libertà di espressione dei comici.

Il tuo spettacolo si intitola Dante è connesso. Da dove viene questo titolo?

Ho scritto questo spettacolo durante la pandemia, in cui la parola più usata era proprio connessione. Volevo raccontare la modernità di Dante, che io trovo estremamente attuale.
Quindi ho utilizzato una parola della nostra contemporaneità associandola a Dante per sottolineare la sua attualità.
Credo che la Divina Commedia sia, insieme alla Bibbia e all’ Odissea, uno dei testi fondamentali della nostra cultura. In essi è contenuto tutto. Non c’è nulla che non possa essere ritrovato nelle pagine di questi tre libri.
Lo spettacolo si basa soprattutto sul V canto dell’ Inferno, in cui è presentato il cerchio dei lussuriosi, ma attraversa anche altri capolavori letterari come la Bibbia, l’ Orestea di Eschilo e I dolori del giovane Werther di Goethe. Tramite questo excursus semiserio, birichino, io rappresento come è cambiata la visione della donna attraverso i secoli, ma soprattutto l’escalation della violenza.

Daniela Baldassarra.

Qual è la tua attività nelle scuole?

Io cerco di sensibilizzare i giovani sulla tematica della violenza. Nelle scuole noto che i ragazzi hanno grande necessità di stimoli esterni e tanta voglia di parlare. Se si riesce a stabilire una relazione, anche se non è facile in un’ ora, un’ ora e mezzo, riescono a buttare fuori quello che a casa non riescono ad esprimere. Purtroppo sto rilevando che in molte famiglie ci sono storie di violenza e per i giovani, a volte, se si stabilisce un rapporto di fiducia, è più facile parlare con un’ estranea che con un’amica.

Cosa si può fare secondo te per prevenire e contrastare la violenza sulle donne?

Bisogna imparare ad accettare i no che si ricevono nella vita. La violenza scatta quando, ad esempio, finisce una relazione. I no sono senza dubbio fonte di dolore, ma si deve lavorare sulle delusioni, imparare che nessuno può avere tutto, ma in particolare nessuno è padrone della vita di un’ altra persona.