Cultura

Tutti i Santi giorni, 25 novembre: si commemora Santa Caterina d’Alessandria

Santa Caterina d'Alessandria e i legami con L'Aquila nella rubrica "Tutti i Santi giorni del 25 novembre.

Santa Caterina d’Alessandria e i legami con L’Aquila nella rubrica “Tutti i Santi giorni del 25 novembre.

Il 25 novembre si commemora Santa Caterina d’Alessandria. Oltre alla incerta data di nascita, collocata intorno al 287, e al fatto che fu sottoposta a martirio ad Alessandria d’Egitto, della vita della Santa si sa poco ed è difficile distinguere la realtà storica dalle leggende popolari. Le scarse notizie biografiche hanno sempre fatto dubitare della reale esistenza di una santa Caterina d’Alessandria d’Egitto, tanto che la stessa Chiesa cattolica ha spesso espresso i suoi dubbi, culminati nell’esclusione dal Martirologio tra il 1962 e il 2002, nonostante il permesso del Vaticano di festeggiarla ugualmente. Dopo una fase di riesame, nel 2003 la Santa venne pienamente reinserita tra i martiri da papa Giovanni Paolo II. Per quanto riguarda le fonti, la storicità di Santa Caterina è molto dubbia visto che le vicende della sua vita non sono incluse in alcun testo dell’antichità cristiana. Tra gli scritti che contribuirono alla compilazione della sua agiografia, alcuni studiosi annoverano le notizie date da Eusebio nell’Historia eclesiastica su una donna anonima di Alessandria che resistette alle lussuriose pretese dell’imperatore Massimino. Altre ipotesi la vogliono ispirata alla storia di Ipazia, filosofa pagana di Alessandria, celebre per la sua erudizione e saggezza, morta nel 415, probabilmente per mano di un gruppo di fanatici religiosi. Sebbene la sua agiografia sia tardiva e molto lontana nel tempo rispetto all’anno 305, indicato come quello della sua morte, il culto per Santa Caterina d’Alessandria si diffuse rapidamente in tutta Europa, anche supportato dalla Legenda aurea di Jacopo da Varagine. Secondo questo testo, la Santa proveniva dalla famiglia reale ed era stata educata alle arti liberali; tra le sue virtù spiccavano la saggezza, l’eloquenza, la castità e la forza. Avendo ricevuto la notizia che l’Imperatore aveva riunito i cittadini per sacrificare agli idoli pagani minacciando di punire i cristiani che non avessero preso parte al rito, la giovane Caterina affrontò il sovrano con cui ebbe una lunga disputa filosofica per dimostrare l’esistenza dell’unico Dio. L’Imperatore, non soddisfatto del risultato del dibattito, scrisse ai retori e ai grammatici più famosi perché ribattessero alle ragioni della Santa. Sebbene i cinquanta saggi provassero a farla dubitare dell’incarnazione di Cristo, Santa Caterina riuscì a confutare le loro tesi, ottenendo persino la loro conversione; il sovrano li mandò al rogo e solo l’intervento miracoloso della donna impedì la loro morte certa. Rifiutata la conversione e il matrimonio con l’Imperatore, la vergine subì le prime torture, con scorpioni e catene di ferro, rinchiusa in prigione e tenuta a digiuno ferreo. Non pago di questi supplizi, ordinò che fosse martirizzata con la ruota dentata: l’intervento divino azionò anzitempo la macchina della tortura e le ruote si ruppero finendo in pezzi. Alla fine, la Santa morì per decapitazione.

L’iconografia della martire la vede o raffigurata all’interno di un gruppo di santi o da sola: in quest’ultimo caso ha le fattezze di una principessa reale, incoronata e vestita con la tunica e un mantello come le fanciulle romane o seguendo la moda contemporanea all’epoca dell’artista. Sono presenti uno o più dei seguenti attributi: mentre calpesta il busto incoronato dell’imperatore che la perseguitò; con la ruota dentata, rotta, con cui subì il supplizio; con la spada della decapitazione; con un libro, simbolo della scienza, e altri oggetti che rimandano all’erudizione, come il globo celeste e alcuni strumenti matematici; con l’anello che allude allo sposalizio mistico e la palma del martirio. La ruota, il suo attributo più caratteristico, ha forme molto diverse: può essere singola o doppia, liscia o dentata, intera o rotta, piccola o gigante; talvolta è presente come decorazione sulla sua veste. Inoltre, è raffigurata negli episodi salienti della sua vita come narrati nella Legenda aurea. Episodio molto importante dal punto di vista dell’arte è quello del matrimonio mistico tra Santa Caterina d’Alessandria e il Bambino Gesù. Si tratta di uno dei passaggi più controversi della sua vita, comparso intorno al XIV secolo e che godé di grande fortuna nel tardo Medioevo e nell’età moderna, legato alla diffusione della mistica e basato sulla descrizione per immagini dell’unione dell’anima con Dio secondo i canoni della letteratura cortese. La diffusione dell’iconografia di Santa Caterina fu dovuta non solo alle fonti scritte, ma anche alla circolazione delle sue reliquie. In Oriente, l’interesse per le spoglie della vergine fu piuttosto precoce, poiché la tradizione voleva fosse stata deposta in un monastero sul monte Sinai. Nel IX secolo, dopo la scoperta dei resti mortali, il monastero fu posto sotto la sua protezione e il culto della Santa crebbe di importanza. Nell’XI secolo, il monaco Simeone, in pellegrinaggio a Rouen per ricevere l’elemosina annuale del duca di Normandia, portò con sé alcune delle reliquie della martire – il teschio e la mano – facilitando così la diffusione del suo culto anche in Occidente, dove divenne popolare prima in Francia e poi, con le Crociate, in tutta Europa. Per quanto riguarda lo sviluppo dell’iconografia di Santa Caterina, stante la sua presunta l’origine orientale e il ritrovamento delle sue reliquie sul Sinai, i primi esempi di raffigurazioni si hanno a Bisanzio nell’illustrazione del Menologio di Basilio II, codice miniato del X secolo. Con l’arrivo delle reliquie in Occidente, oltre al culto comincia a diffondersi anche la sua rappresentazione, all’interno delle scene legate alla vita della santa, nel XII secolo, basate appunto sul racconto agiografico della Legenda aurea. Tuttavia, fu nel XIV-XV secolo, che insieme all’espansione del culto si ebbero un maggior numero di rappresentazioni di Santa Caterina come figura isolata, generalmente attorniata dagli uomini che la condussero al martirio; in questo periodo viene introdotta la nuova iconografia del Matrimonio mistico che avrà continuità nei secoli successivi. Nell’articolo si riporta l’immagine del tabernacolo di Santa Caterina d’Alessandria, scultura lignea policroma e dorata, con accanto i pannelli con le sue storie. Si tratta di un’opera datata dalla critica alla prima metà XIV secolo, proveniente dalla Chiesa di San Silvestro all’Aquila, oggi conservata nelle sale del MuNDA.

Curiosità: la figura della Santa è legata alla città dell’Aquila anche per tramite del noto cronista Buccio di Ranallo. Egli è autore, infatti, della Leggenda di Santa Caterina d’Alessandria, un poemetto agiografico in distici settenari scritto nel 1330 dedicato alla martire. Il poemetto è esempio di un genere letterario ancora molto diffuso nel regno napoletano del Trecento e ha come precedente nel territorio aquilano l’anonima Leggenda del Transito della Madonna, di poco precedente.

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