Il Consiglio dei Ministri approva il Decreto Energia, ma non c’è traccia della proroga del Mercato tutelato di luce e gas contro il caro bollette. Cosa cambierà per quasi 10 milioni di utenze.
Disco verde del Consiglio dei Ministri al Decreto energia. Nella bozza del provvedimento non è però prevista la proroga del Mercato Tutelato. Se le cose dovessero rimanere così, senza un ulteriore intervento da parte del governo, le tariffe in bolletta fissate dallo Stato e non dalla concorrenza finiranno come previsto dalla legge: il 10 gennaio 2024 per il gas e l’1 aprile per l’elettricità. Circa 9,5 milioni di famiglie e partite IVA dovranno quindi sottoscrivere entro la metà dell’anno prossimo un nuovo contratto, sia per quanto riguarda l’elettricità che il gas.
“Il 10 gennaio – aveva già anticipato il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin – ci sono le gare. Faremo delle valutazioni rispetto ai clienti vulnerabili, pensando per loro a una metodologia diversa. Con Arera stiamo definendo le modalità di attuazione”. Le persone interessate stanno ricevendo una lettera in cui sono illustrate offerte e prossime scadenze. Trasferimento “automatico” nel servizio di tutela della vulnerabilità per i cosiddetti cittadini vulnerabili (che si trovano in condizioni economiche svantaggiate o sono soggetti con disabilità o hanno l’utenza in abitazione di emergenza per via di calamità naturali), tutti gli altri dovranno decidere se rimanere con lo stesso operatore, ma con contratto diverso, o rivolgersi ad altri.
Le reazioni.
“Il Cdm ha confermato i nostri timori, cioè la scelta di dire no al mercato tutelato di luce e gas. Può sembrare una questione tecnica ma non lo è, perché tocca la carne viva delle difficoltà di 5 milioni di famiglie, di 10 milioni di utenze”. Così la segretaria del Pd Elly Schlein, che ha commentato: “Le famiglie sono esposte all’inflazione, al caro-vita, al caro-bollette, al caro-benzina. Ci saremmo aspettati attenzione da parte del Governo, anche perché in tutte le forze di maggioranza hanno presentato emendamenti come i nostri, per chiedere la proroga. Ma li hanno fatti ritirare, è questo l’idea del rispetto che hanno del Parlamento. Noi andremo avanti su questa battaglia, perché se non fermiamo oggi le aste non si torna più indietro per 5 milioni di famiglie”.
“Il Pd, per bocca del suo segretario Elly Schlein, – replica il senatore abruzzese Etelwardo Sigismondi, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Ambiente ed Energia – imputa al governo Meloni la responsabilità della fine del mercato tutelato. È davvero grottesca questa accusa, perché è proprio un governo sostenuto dal Pd ad aver inserito nel Pnrr, che Fratelli d’Italia non ha votato, il termine del mercato tutelato entro il 2023. Il governo Meloni, dunque, si è trovato in una situazione creata da altri e ora sta provando a porvi rimedio. Elly Schlein smetta di raccontare fandonie”.