Cultura

Tutti i Santi giorni, 2 dicembre: oggi è Santa Bibiana

Santa Bibiana per la rubrica "Tutti i Santi giorni" del 2 dicembre.

Santa Bibiana per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 2 dicembre.

Il 2 dicembre si festeggia Santa Bibiana. Santa Bibiana, detta anche Viviana o Vibiana, nacque a Roma intorno alla metà del IV secolo. Non ci sono notizie storiche precise riguardo la vita di questa Santa, ma compare per la prima volta nel Liber Pontificalis nel capitolo dedicato alla biografia di Papa Simplicio. Qui si racconta che il papa «[…] consacrò una basilica dedicata alla santa martire Bibiana, che contiene il suo corpo, nelle vicinanze del Palatium Lucianum». Secondo la Passio Bibianae, opera di un autore del VII secolo, la giovane fu una delle vittime della tradiva persecuzione anticristiana promossa dall’imperatore Giuliano l’Apostata tra il 361 e il 363, un fervente pagano che ostacolò la fede cristiana nonostante la libertà di culto proclamata da Costantino nel 313. Stando a questo testo, invero privo di ogni fondamento, Bibiana era una giovane nobile, nata nel 347-352 da Flaviano, cavaliere e prefetto di Roma sotto gli imperatori Costantino e Costanzo, e da Dafrosa, discendente di una famiglia consolare; ebbe una sorella, Demetria. Salito al trono l’imperatore Giuliano, il padre fu costretto ad abbandonare la carica prefettizia perché cristiano; il suo successore e nemico Aproniano, dopo averlo marchiato a fuoco come schiavo sulla fronte, lo esiliò ad Aquas Taurinas, forse l’attuale Montefiascone, allorquando venne sorpreso mentre seppelliva i martiri Prisco, Priscilliano e Benedetta; qui venne martirizzato nel dicembre 361. Da quel momento Bibiana e Demetria si rinchiusero nella loro abitazione insieme alla madre Dafrosa, finché furono anch’esse arrestate, rinchiuse in carcere e condannate a morire d’inedia. Tuttavia, poiché miracolosamente le tre donne rimasero in vita, il prefetto decise di infliggere loro una morte cruenta: Dafrosa venne decapitata il 6 gennaio 362, mentre Demetria, rinchiusa nuovamente in carcere e minacciata di severe punizioni, professò il suo credo e spirò. Aproniano pensò di risparmiare la sola Bibiana, facendola affiancare da una mezzana di nome Rufina, con l’intento di indurla a rinnegare la fede; ma la giovane Santa rimase fedele alle sue virtù, causando l’ira del prefetto che decise di destinarla al martirio: legata ad una colonna e flagellata senza pietà con le «piombate» – fasci di verghe e pallini di piombo -, la fanciulla spirò quattro giorni dopo, secondo la tradizione, a quindici anni. Il corpo di Santa Bibiana, stando alla leggenda, fu esposto ai cani randagi, i quali lo lasciarono perfettamente illeso; le spoglie vennero raccolte dal presbitero Giovanni che le depose nel palazzo del padre Flaviano, affidato ad Olimpina, una matrona romana sua parente. Sul luogo della sepoltura, sull’Esquilino, papa Simplicio edificò la chiesa intitolata alla vergine; nei pressi dell’ingresso, è conservata la colonna della Flagellazione in marmo rosso. La reliquia è protetta dal una grata in bronzo dorato eseguita su disegno del Bernini, poiché i fedeli ne grattavano al parte inferiore del fusto per ricavarne polvere da sciogliere in pozione per curare il malcaduco, l’epilessia. La leggenda narra che quando la Santa fu slegata dalla colonna, alcune gocce del suo sangue caddero a terra da dove spuntò un’erba medica, l’Eupatorium cannabinum o erba di Santa Bibiana appunto, che veniva usata contemporaneamente alla polvere grattata dalla colonna come medicamento miracoloso.

Santa Bibiana è rappresentata secondo l’iconografia tradizionale con la palma del martirio e con le mani legate alla colonna; a terra giacciono gli strumenti del martirio. Fu il Seicento il secolo che vide l’istituzionalizzazione dell’iconografia della Santa: il culto venne riattualizzato tra il 1624 e il 1626 per volere di papa Urbano VIII Barberini, promotore dei restauri della chiesa che, sull’Esquilino, le era intitolata. In occasione del giubileo del 1625 la basilica di Santa Bibiana divenne un cantiere nel quale lavorarono i protagonisti del Barocco romano: Gian Lorenzo Bernini, che oltre a ridefinire l’aspetto architettonico della chiesa realizzò la scultura con la quale se ne istituzionalizzava l’immagine, e Pietro Berrettini da Cortona, che con Agostino Ciampelli lavorò alla decorazione pittorica con scene della storia della Santa.

Curiosità: il 2 dicembre, giorno in cui si commemora Santa Bibiana è oggetto di un proverbio meteorologico diffuso con varianti in tutta Italia. Si chiovi a Santa Bibiana chiovi pi un jornu un misi e na simana (Reggio Calabria-Calabria); Santa Bibian-a, quaranta dì e na sman-a (Piemonte); Santa Bibiana, quaranta jorna e na simana (Sicilia); Suj’è e sol e dè ad Santa Bibiena e sol uj stà quarenta dè e una sman-a (Forlì, Emilia-Romagna); C chiov all dì d Sanda B’bbjn, va chiov quaranda dì e na stt’mn (Rutigliano, Puglia); Da santa Bibiana quaranta di e na setimana (Veneto centrale); Ci chiovi ti Santa Bibbiana chiovi nu giurnu, nu mesi e na sittimana (Salento) ([il tempo che fa a] Santa Bibiana, [lo farà per] un giorno, un mese e una settimana). In Abruzzo, nella Marsica, ricorre il detto “Quann’ le vo fà? N’Zanta Bbibbiana?” (Quando vuoi fare questa cosa? Nel giorno di Santa Bibiana?).

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