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Scavi archeologici a Spoltore, spuntano una moneta e ceramiche di Castelli

Spoltore, una moneta e ceramiche di Castelli dagli scavi archeologici in piazza D’Albenzio.

Spoltore, una moneta e ceramiche di Castelli dagli scavi archeologici in piazza D’Albenzio.

Durante l’operazione di recupero funzionale di alcuni locali comunali in Piazza D’Albenzio a Spoltore, autorizzata dalla SABAP Chieti-Pescara con prescrizione di controllo archeologico, è emersa pochi giorni fa una struttura circolare che sembra un probabile pozzo. Nel corso di un sopralluogo tenutosi giovedì 30 novembre, alla presenza del sindaco, dell’amministrazione comunale, della ditta e dell’archeologo incaricato, le funzionarie della Soprintendenza competenti per territorio si sono trovate davanti un interessante manufatto che potrebbe fornire informazioni relative a diverse fasi di vita dell’abitato di Spoltore in età moderna e contemporanea.
Le pareti del presunto pozzo sono in mattoni e all’interno, a poche decine di cm dall’orlo, è presente un livello pavimentale in blocchetti di laterizio; allo stesso livello di questo era inserito un muretto, realizzato in mattoni. Il probabile pavimento non ha un allettamento ma è poggiato direttamente su terra; scendendo al di sotto di questo, si è trovato un secondo livello pavimentale analogo. Tra l’uno e l’altro era presente una quantità di scorie ferrose, che potrebbero indicare una eventuale attività produttiva siderurgica nella zona. Scarsi gli altri materiali, tutti posteriori al XV-XVI secolo, tra cui una moneta, nello specifico un cavallo di Ferdinando I di Aragona. Le ceramiche, tra cui molte di produzione di Castelli, sembrano invece per la maggior parte non anteriori al XIX secolo. La struttura presenta diverse peculiarità ed attualmente è difficoltoso fornire un’interpretazione convincente: a circa 50 cm di profondità la struttura presenta una serie di fori quadrangolari posti in orizzontale, di cui si indagheranno al più presto la funzione e gli eventuali collegamenti. Il rinvenimento non desta alcuna sorpresa, data la storia complessa e stratificata dell’abitato in questione, il cui territorio, come tanti altri in Abruzzo, è stato frequentato ben prima dell’età dell’edificazione di questa struttura ed ha restituito nel tempo vere e proprie testimonianze archeologiche, diverse delle quali sono attualmente conservate a Caprara nel deposito archeologico provinciale per diretto interessamento della Soprintendenza. Si è individuata già da tempo la presenza di un probabile vicus (villaggio) proprio in corrispondenza con l’attuale centro di Spoltore, che sopravvive per tutto il Medioevo, come attesta il rinvenimento di fosse granarie e cisterne; tutto il territorio comunale, d’altra parte, è interessato da importanti presenze archeologiche, tra cui si possono enumerare tracce di frequentazione già nel Paleolitico in corrispondenza dei terrazzi fluviali tra Cavaticchi e Santa Teresa; l’area della necropoli tardoarcaica di Quagliera (V-IV secolo a.C.); le fornaci romane di Santa Teresa- Via Saline (I-II secolo d.C.), i siti di ville rustiche in località Cavaticchio inferiore e Cavaticchio superiore, complesso quest’ultimo che viene convertito in edificio di culto e sopravvive fino al XII secolo (fonte: Staffa, 2004; Archeoclub Pescara, 2008).
Il professionista archeologo incaricato sta attualmente lavorando per comprendere il susseguirsi delle fasi della struttura, la sua cronologia assoluta e soprattutto la sua funzione, sotto la direzione della funzionaria archeologa della Soprintendenza responsabile per territorio. Non si esclude che la fase indicata dai due livelli pavimentali e dalla presenza di scorie ferrose possa essere l’indizio di una fase di riutilizzo con funzione diversa rispetto a quella originaria, che potrà essere stabilita solo con lo scavo stratigrafico dell’intero manufatto.
Nei prossimi giorni si tenterà anche, con l’apporto delle funzionarie archeologa e architetto competenti e in collaborazione con il Comune di Spoltore, di individuare opportune modalità di tutela del manufatto e del suo contesto nell’ambito delle operazioni più generali di riqualificazione e rifunzionalizzazione dell’intero complesso.

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