Via le stalle dalla norma Ue anti-emissioni, Coldiretti: “Rilanciamo il settore”

L’associazione di categoria plaude allo stralcio delle stalle, ma frena: «In Abruzzo anno difficile per il clima avverso»
L’accordo c’è: le stalle, per l’Ue, rimarranno fuori dalla direttiva sulle emissioni industriali. Secondo Coldiretti però serve un progetto a lungo termine per risollevare la zootecnia abruzzese.
L’ok congiunto di Europarlamento e ConsiglioUe salva le stalle italiane. I piccoli allevamenti bovini infatti sono stati stralciati dalla norma che sancisce notevoli restrizioni alle emissioni industriali. I paletti attengono agli inquinanti di aria, acqua e suoli, ma l’eventuale inclusione degli allevamenti bovini è rimandata al 2026. Una boccata d’ossigeno da Bruxelles, soprattutto per l’Abruzzo, che basa gran parte della propria ricchezza sul comparto zootecnico.
“Questo accordo – commenta PietropaoloMartinelli, presidente di ColdirettiAbruzzo – rappresenta un risultato importante che salvaguarda la filiera collegata ai bovini da carne e da latte. Ne usciamo vincitori, anche se per polli e maiali avremo limitazioni. Guardiamo il lato positivo: siamo riusciti a dimostrare che è assurdo paragonare l’inquinamento prodotto dalle stalle a quello delle fabbriche. Anche perché la condotta italiana, sul tema della sostenibilità, è sempre stata buona”.
In che senso? “Negli ultimi 30 anni abbiamo lavorato molto sulla riduzione delle emissioni zootecniche, presentando dati positivi e in netta controtendenza rispetto alle statistiche globali”. La sfida da affrontare in Abruzzo, secondo quest’ottica, non è l’inquinamento delle stalle, ma il rilancio del settore: “Il comparto non attraversa un buon momento – continua Martinelli – questo è stato un anno difficilissimo per le piogge di aprile e maggio, che non hanno permesso di fare raccolti adeguati e l’opportuna fienagione, frenata poi dalla siccità di luglio”.
In sostanza, in regione si soffre per la scarsità e la bassa qualità del fieno, cosa che incide sulla produzione di carne e latte. Come intervenire? “Il nostro è un territorio virtuoso, non ha allevamenti intensivi. Per ripartire bisogna ideare progetti di filiera. Come Coldiretti stiamo mettendo in campo quello dell”arrosticino dop‘. Questo percorso di valorizzazione, che prevede l’uso di sola carne abruzzese, produrrà un sicuro miglioramento della qualità e, pertanto, anche economico. Il nostro obiettivo è porre un freno alle speculazioni con prodotti esteri a basso costo e dubbia tracciabilità. Al consumatore finale va garantito un prodotto autentico e sicuro dal punto di vista alimentare. Lo stesso schema potrebbe essere esteso anche ad altre filiere, come quella del latte vaccino”.