San Giovanni della Croce per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 14 dicembre.
Il 14 dicembre si ricorda San Giovanni della Croce. San Giovanni della Croce, al secolo Juan de Yepes Álvarez, nacque a Fontiveros il 24 giugno 1542 da nobile famiglia castigliana; il padre, Gonzalo de Yepes, fu diseredato per aver sposato una povera tessitrice di seta, Catalina Álvarez. Sin da fanciullo Giovanni manifestò una profonda inclinazione alla carità e verso la preghiera contemplativa. Dopo essersi formato come artigiano nel Colegio de los doctrinos di Medina del Campo, fu falegname, sarto, pittore e intagliatore. Nel 1563 entrò nell’Ordine Carmelitano e negli anni seguenti compì gli studi all’Università di Salamanca. Fondamentale fu per lui l’incontro con Santa Teresa d’Avila, con cui fondò il primo convento di Carmelitane Scalze; nel 1568 vicino Segovia, adattò un cascinale come monastero per i Carmelitani Scalzi. L’adesione alla vita riformata gli causò non poche sofferenze, sia fisiche che spirituali, culminate nella prigionia nel carcere del convento dei Carmelitani Calzati, in cui rimase più di otto mesi, durante i quali compose alcuni dei suoi poemi mistici più noti, fino alla fortunosa fuga avvenuta nella notte del 17 agosto 1578. Abbandonato dalla gran parte dei suoi seguaci, San Giovanni della Croce si partì, malato, per Úbeda dove trascorse gli ultimi mesi di vita, spirando il 14 dicembre 1591. Il suo corpo fu traslato a Segovia nel 1593; fu beatificato da Papa Clemente X nel 1675, canonizzato da Papa Benedetto XIII il 27 dicembre 1726 e dichiarato dottore della Chiesa nel 1926. La sua opera sintetizza la tradizione mistica precedente: grazie all’esperienza diretta, testimoniò che il fedele, attraverso il passaggio nelle tre fasi purgativa, illuminativa e unitiva, poteva, desiderandolo, liberarsi da ogni attaccamento alle cose terrene per unirsi alla divinità.
Dal punto di vista iconografico, San Giovanni della Croce viene raffigurato con l’abito del Carmelitani Scalzi; tra gli attributi che lo caratterizzano, ricorre l’altare, una stanza spoglia con una finestra con le sbarre – a ricordo della sua prigionia – e il Crocifisso, dalla cui venerazione prese il nome. Tuttavia la sua figura deve essere ricordata anche per il contributo che diede dal punto di vista artistico alla formazione dell’iconografia della Croce. Secondo le fonti, nel 1575, mentre era raccolto in preghiera nella chiesa dell’Incarnazione, Giovanni ebbe una visione: in un angolo verso transetto, Cristo gli apparve sulla Croce. Gesù aveva il capo reclinato sul petto, le braccia sostenute dai grossi chiodi, le gambe piegate sotto il peso del corpo, con un’espressione di accettazione totale del sacrificio. Cessata la visione, il Santo prese carta e penna e riprodusse quanto aveva visto: si tratta dell’unico disegno di Giovanni che si conserva; Cristo è raffigurato di lato e dall’alto, con uno scorcio di incredibile realismo. Nello schizzo si comprende a pieno il senso della sua devozione, in cui il mistico prevale sul tragico; per quanto la scena sia drammatica, Gesù è pervaso da infinita dolcezza e l’anatomia del corpo estremamente dettagliata acuisce il pathos e la forza evocativa. Nel 1951 Salvator Dalì, durante la sua fase di recupero della pittura rinascimentale e dell’iconografia cristiana, eseguì un crocifisso ispirandosi proprio allo schizzo del Santo, accentuandone la prospettiva e lo scorcio impossibile. La tela, conservata all’Art Gallery di Glasgow in Scozia, raffigura ai margini della composizione un desolato paesaggio lacustre molto dettagliato, popolato da tre figure, rese sommariamente, colte nella loro attività di pescatori. Come in una visione, il cielo si apre e appare una Crocifissione, colta dall’alto, che occupa la parte più ampia dello spazio; la luce divina colpisce con violenza la parte superiore della grande croce e sfiora il corpo senza vita di Cristo, mettendone in risalto la muscolatura; il gioco chiaroscurale è determinante sia per rendere più palpabile il miracolo che per aumentare la drammaticità della scena, secondo quanto, quattro secoli prima, disegnato proprio da San Giovanni della Croce.
