Operaio morto in cantiere a Leonessa, impresa Scimia Arte e costruzioni indagata

15 dicembre 2023 | 10:09
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Operaio morto in cantiere a Leonessa, impresa Scimia Arte e costruzioni indagata

Indagata l’impresa di Vincenzino Scimia insieme al direttore tecnico della ditta per la morte di Luca Di Virgilio, l’operaio morto in un cantiere a Leonessa a ottobre 2022 a seguito di una caduta.

Per la morte di Luca Di Virgilio, l’operaio di 56 anni morto in un cantiere a Leonessa a ottobre 2022, risulta indagato l’imprenditore Vincenzino Scimia, titolare dell’impresa Scimia Arte e Costruzioni. Chiuse le indagini preliminari da parte della Procura della Repubblica di Rieti.

Il Pubblico ministero titolare del fascicolo, Edoardo Capizzi, a seguito della chiusura delle indagini preliminari ha indagato oltre a Vincenzino Scimia, titolare della ditta che ha sede a Monticchio, anche Augusto Andres Brewer Zucchi,  in qualità di direttore tecnico della stessa impresa edile e referente unico per il cantiere.

La vittima è deceduta a seguito di una violenta caduta da una scala a pioli, non fissata, e utilizzata per accedere ai balconi che si trovano al secondo piano dell’edificio sul quale si stavano facendo lavori di ricostruzione a seguito dei danni causati dal sisma del 24 agosto 2016 che colpì Amatrice e i comuni limitrofi, tra cui Leonessa. Il cantiere si trova a Casale Marcocci, nella zona di Ripa di Corno II. Ad accorgersi di Luca Di Virgilio a terra, un passante che aveva chiesto l’intervento del 118, ma per l’operaio non c’era stato nulla da fare.

Gli indagati sono difesi dagli avvocati Claudio Verini e Roberto Madama del foro dell’Aquila e Simone Marchesani, del Foro di Rieti. I familiari di Luca Di Virgilio invece sono rappresentati dagli avvocati Giulio Michele Lazzaro e Roberto Tinari, entrambi del foro aquilano. Ora gli indagati hanno 20 giorni di tempo per chiedere di essere interrogati dal Pubblico ministero o presentare memorie difensive.

Secondo l’accusa, i due indagati – in cooperazione tra loro – ciascuno nella loro qualità, avrebbero agito violando le norme in materia di prevenzione sugli infortuni sul lavoro. L’accusa sostiene che avrebbero consentito a Di Virgilio di operare in un cantiere formalmente chiuso “e quindi in assenza di un Piano di sicurezza e coordinamento valido, omettendo di prevedere per l’esecuzione dei lavori l’installazione di adeguate impalcature o ponteggi o altre opere idonee ad eliminare i pericoli di caduta da un’altezza superiore ai 2 metri”.  Come riporta Il Messaggero, al centro delle indagini anche la  presunta mancata fornitura di presidi di sicurezza individuali o collettivi sempre idonei a prevenire il rischio di caduta,“permettendo e disponendo che Di Virgilio svolgesse opera di stuccature e tinteggiatura della facciata e dei balconi del condominio”.

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