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Donatella Di Pietrantonio a L’Aquila presenta “L’età fragile”: Non esiste vita senza paura

"L'età fragile" che è di tutti, l'amaro intreccio familiare e il trauma rurale: il nuovo romanzo di Donatella Di Pietrantonio scava nell'aspro legame tra persone e luoghi. L'intervista del Capoluogo.it alla scrittrice.

“C’è un momento preciso, quando ci buttiamo nel mondo; in cui siamo esposti e nudi, e il mondo non ci deve ferire”.  È arrivato: graffiante, sensibile, è il nuovo romanzo psicologico, delicato e allo stesso tempo drammatico di Donatella Di Pietrantonio che prende spunto da un caso di cronaca nera avvenuto sulla Maiella.

Storia e finzione si fondono ne “L’età fragile”, l’atteso nuovo libro edito da Einaudi. Nel romanzo i temi della violenza di genere e un femminicidio, un tema molto caldo in questi giorni in cui la morte brutale di Giulia Ceccchetin tiene ancora acceso il dibattito. La scrittrice abruzzese, una tra le più amate tra gli italiani, ha partecipato alla presentazione del romanzo a L’Aquila, nella sala della libreria Colacchi gremita per l’occasione. Così come avvenuto con gli altri romanzi, Donatella Di Pietrantonio con il nuovo romanzo torna in libreria con slancio potente e profondità nei luoghi fisici e interiori dei rapporti umani: il mondo rurale che tradisce l’idillio e che quando viene aggredito dal male provocato dall’uomo reagisce dimenticando, “Il romanzo – spiega la scrittrice nell’intervista rilasciata al Capoluogo.it prende forma da una vicenda che svolge le sue spire attorno ai legami famigliari, alle eredità che è lecito attendersi e a quelle che invece si vorrebbero declinare. L’unica strada alla fine è imparare a convivere con le nostre fragilità”. 

Vincitrice del Premio Campiello nel 2016 con il fortunatissimo “L’Arminuta” con cui ha conquistato anche il David di Donatello per la trasposizione cinematografica, Donatella Di Pietrantonio è arrivata in finale al Premio strega nel 2021 con il romanzo “Borgo Sud”.  In “L’età fragile”, protagonista ancora una volta il suo Abruzzo, terra in cui vive e lavora, per raccontare una storia che questa volta riguarda il complicato rapporto tra genitori e figli, ma al contempo anche un femminicidio efferato. Amanda,- la cui scelta del nome non è casuale – è la figlia universitaria tornata in Abruzzo da Milano, senza più voglia di fare né di sentire; Lucia, sua madre, strattonata tra i bisogni di un padre anziano, rurale, duro e il ritorno di questa figlia con il buio sul volto. Lucia è la protagonista e la voce narrante, è separata e vive un tempo immobile di grande stanchezza interiore. Il risultato è un’opera intensa e precisa che svela la lotta femminile contro forze brutali e antiche

L’intervista integrale a Donatella Di Pietrantonio

Donatella Di Pietrantonio, David di Donatello per la migliore sceneggiatura de L’Arminuta

 

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