La storia

Ottant’anni di Brigata Maiella: quando saltarono tutti i confini in nome della Libertà

Gli 80 anni della Brigata Maiella e la battaglia sulla linea Gustav in Abruzzo: il racconto della geologa militare Adele Garzarella

La storia della Resistenza, e quindi anche della Brigata Maiella, è quella di uomini che uniscono le forze quando un aggressore tenta di dividerli. Quando si fanno brillare borghi secolari, quando si spezzano famiglie per “interessi generali”. È in quel momento, racconta Adele Garzarella, che nel cuore dell’uomo si accende qualcosa. È proprio allora che saltano i confini, quelli della guerra e di culture apparentemente agli antipodi.

Geologa militare, Adele Garzarella interverrà oggi alla Celebrazione degli 80 anni dalla nascita della Brigata Maiella: appuntamento a Civitella Messer Raimondo (Chieti), prima al Largo della Memoria (15.50) per l’inaugurazione del monumento in onore di partigiani e alleati e poi nell’Auditorium (16.30) per il convegno “Diario di una linea” al quale prenderanno parte storici, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni locali (di seguito il programma completo). Un’occasione imperdibile per incontrare Storia e memoria di questo platoon nato nel dicembre 1943.

Quella di Garzarella è una vera e propria opera di sartoria sulla Linea “Gustav”, il fronte di guerra voluto da Hitler per schiacciare gli oppositori a sud. Un confine studiato da Ortona alla foce del Garigliano, soffermandosi sui luoghi natii, sulla Majella. Incontrando i superstiti, i sergenti a cui la Storia non ha dato un grado militare ma neve, pioggia, il vento che fischia e la bufera che urla.

Generico dicembre 2023

Epifania

Tutto è nato nel 2014 – spiega la geologa – dall’incontro con allievi ufficiali inglesi che vennero a studiare la Majella: da allora mi incuriosii e concentrai la mia attenzione sugli avvenimenti bellici della Linea ‘Gustav’, le battaglie e le vittorie riportate in un luogo tanto ostico. E quando sono entrata in contatto con un veterano polacco mi si è dischiuso un mondo. Infatti i polacchi subentrarono alla Brigata Maiella quando questa era inquadrata nell’VIII Armata Britannica: avevano già combattuto lungo la Linea ‘Bernhardt’, e contribuirono in quanto truppe specializzate nella guerra in montagna. E i nostri patrioti erano gli unici a saper affrontare un conflitto di questo tipo”.

Alla ricerca del nome perduto

Leggendo i diari della Brigata Maiella mi sono interessata a luoghi e toponimi, soprattutto fra Civitella e Lama dei Peligni. Ho scoperto anche uno dei nomi ‘perduti’, fra quelli del sacrario della Majella, ovvero Colle Eugenio. A tal proposito, tre anni fa è stato riaperto un sentiero nel bosco tra Lama e Civitella, dove sono ancora presenti i resti del passaggio dei tedeschi, il filo spinato e le trincee come quelle di Roccaraso, Pescocostanzo e Rivisondoli. Un tempo non c’era il bosco, ma campi coltivati e una casa, chiamata ‘villa’, dagli alleati”.

Il mestiere delle armi

La guerra sulla ‘Gustav’ è stata combattuta dalla Wehrmacht contro bande partigiane coordinate dal maggiore Lionel Wigram, tra i primi a prendere contatti con le forze della Resistenza. Wigram, che poi sarebbe morto a Pizzoferrato, aveva il suo comando a Casoli, dal quale condusse i suoi primi combattimenti. Già nel novembre del ‘43 i tedeschi avevano fatto saltare alcuni paesi, violentando donne e cooptando uomini per la costruzione della Linea. Entro dicembre ogni paese aveva una sua banda e l’opera straordinaria di Wigram fu quella di metterle in rete, perché non si limitassero a compiere azioni di disturbo”.

Forti e gentili

Queste formazioni non erano suddivise per località, ma miste: una testimonianza concreta del senso di unitarietà che anticipava l’azione. L’obiettivo era uno, e condiviso. Ora, immaginiamoci gente di montagna, che in tanti casi non ha mai lasciato casa, vedersi arrivare truppe indiane. Popoli mai visti né sentiti prima di allora, con cui nacquero storie di amicizia e fratellanza. Fuori c’era l’inverno, uno dei più rigidi di sempre nella zona: con l’Università di Chieti stiamo ricostruendo un calendario delle precipitazioni. Nel freddo e nella pioggia gli alleati incontrarono un popolo forgiato dalle difficoltà della vita, ma che non rifiutò mai di condividere un rifugio o del cibo. A volte persino con i tedeschi”.

Torneranno i prati

Il più delle volte, l’immagine di soldati in un ambiente ostile è associata alla Prima Guerra Mondiale. Ma qui fu quasi la stessa cosa: non si combatteva in campo aperto come nella piana che attornia Cassino. Lungo il lato orientale della ‘Gustav’ le montagne sono circondate da colline. Pianificare un attacco è difficile, camminare è difficile. Fu una guerra di posizione, come quella del ’15-’18”.

Della Brigata Maiella fece parte anche Gilberto Malvestuto, patriota sulmonese che fu tra i primi ad arrivare a Bologna, liberandola. Vi riproponiamo l’intervista di Eleonora Falci a Malvestuto, uno dei veri e propri simboli della Resistenza abruzzese

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La giornata di sabato si concluderà con la tradizionale “Pasta Antifascista” e una serata di musica e teatro con lo spettacolo “Germoglio” di Gianna Di Donato, con le musiche di Stefano Barbati. Domenica 17 alle ore 9, in collaborazione con la cooperativa MaiellaCoop, si tornerà a camminare sulla Linea “Gustav”. Guidati, ancora una volta, dalla dottoressa Adele Garzarella. Tutte le iniziative sono patrocinate dal Comune di Civitella Messer Raimondo, Provincia di Chieti, Unesco, Parco Nazionale della Majella, Cooperativa Majella e Anpi Aventino.

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