Lutto

Addio ad Adolfo Ceccherini, l’ultimo partigiano di Pescara

Con Adolfo Ceccherini se ne va l'ultimo testimone diretto della Resistenza a Pescara. L'Anpi: "Manterremo vivo l'ideale che lo spinse a divenire partigiano"

Adolfo Ceccherini, ultimo dei partigiani della Provincia di Pescara, se n’è andato all’età di 102 anni. Da impiegato nei servizi segreti a nodo fondamentale fra Resistenza e Alleati, con lui se ne va un pezzo di storia della Seconda Guerra Mondiale.

La comunità pescarese piange la scomparsa di Adolfo Ceccherini: era presidente onorario del Comitato Provinciale dell’Anpi “Ettore Troilo”. Era, soprattutto, l’ultimo partigiano della provincia di Pescara, che dopo la dipartita di Alberto D’Anniballe perde un altro tassello fondamentale della Resistenza in Abruzzo. “La triste notizia ci ha lasciati sgomenti e senza parole – dice Simona Novacco, presidente della Sezione Anpi “Banda Partigiana Paloscia” di SpoltoreIn questo momento difficile, la nostra Sezione si stringe intorno alla famiglia Ceccherini con la promessa di portare avanti gli ideali e i principi che spinsero Adolfo a diventare partigiano e a combattere contro il nazifascismo: faremo tutto ciò che serve per tenere sempre vivo il patrimonio spirituale e morale”.

Un patrimonio che non va abbandonato all’oblio. Nato il 23 novembre 1921, il giovane Adolfo Ceccherini segue le orme del padre Aldo, arruolandosi nella Marina Militare, dove viene impiegato nei servizi segreti. La data della svolta è l’8 settembre 1943: con l’armistizio Ceccherini lascia Roma e, una volta rientrato a Pescara, diventa partigiano di stanza nella zona di Collecorvino, a pochi chilometri da quella Spoltore che il 10 giugno 1944 sarebbe divenuta patria di 14 martiri della Resistenza. Da qui il partigiano mantiene contatti con gli operatori dello Special Air Service Regiment, l’organismo che condusse nella nostra regione l’Operazione “Simcol”, che aveva come obiettivo l’infiltrazione dietro le linee nemiche per il recupero dei prigionieri di guerra evasi dai campi, l’eliminazione di quanti ne ostacolassero la fuga, l’infiltrazione nei quadri civili e militari delle forze dell’Asse, il recupero di informazioni sulla disposizione delle difese tedesche. Ceccherini, in particolare, viene inquadrato nella formazione partigiana Pescara Nord, guidata da Ezio Di Clemente. Sono gli anni della Linea “Gustav” che sbarra la strada a partigiani e alleati con un fronte meridionale che va da OrtonaCassino. Gli anni di Ettore Troilo e del maggiore Wigram, della guerriglia portata avanti dalla “Brigata Maiella” comandata da Gilberto Malvestuto, anche lui scomparso nel 2023 all’età di 102 anni.

Dal 2 agosto 1948 Adolfo Ceccherini fa parte della Commissione regionale abruzzese per il riconoscimento della qualifica di partigiano in rappresentanza del Partito d’Azione, del quale fa parte fino al suo scioglimento per poi aderire al Partito Comunista. Come ha rivendicato nell’intervista rilasciata il 25 aprile 2019, Ceccherini non fu mai fascista “perché in quella ideologia non mi sono mai riconosciuto“.
Al cordoglio dell’Anpi si aggiunge quello del Partito Democratico: “Esprimo a nome del Pd abruzzese le condoglianze alla famiglia e ai cari del partigiano Adolfo Ceccherini – dice il segretario regionale Daniele Marinelli  – È stato lui stesso, attraverso il suo modo di vivere, conservare, tramandare il ricordo delle imprese e dei sacrifici che hanno fatto l’Italia repubblicana, l’esempio dell’importanza della testimonianza. Proprio per questo i valori della Resistenza sono per chi lo ha conosciuto ancora più vivi e irrinunciabili. Ne facciamo tesoro”.

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