L'editoriale

Atreju, la voce dell’Aquila e dell’Abruzzo alla manifestazione di Fratelli d’Italia

L'Aquila, con le sue sfide, e l'Abruzzo presenti ad Atreju, la partecipata manifestazione di Fratelli d'Italia chiusa dall'intervento della Premier Giorgia Meloni.

C’era anche L’Aquila alla festa di Atreju.

Castel Sant’Angelo a dominare stand e tendopoli. In quei viali si celebra la tradizionale festa di Atreju. Una occasione di confronto e dibattito. Sullo sfondo la cupola di San Pietro, sotto scorre il Tevere con le luci che si riflettono nell’acqua e con le luminarie di Natale, presenti un po’ ovunque. L’atmosfera è quella giusta. Si discute, si dibatte. I ministri si alternano, ma ci sono anche gli altri, alleati e oppositori. Mancano la Schlein e Conte.
La prima è presente in un cartonato, un modo ironico per ricordare che, invitata, ha preferito non venire al confronto. Del secondo non c’è traccia.
Ma a parte il folklore, ci sono temi seri: ci sono gli stand con i libri, quelli di diverse associazioni, quelli che – facendo riferimento al made in Italy – propongono guanciale, formaggi e vini. È l’Italia del gusto. Ma è anche l’Italia che esporta nel mondo il buono e il bello del nostro Paese. In questo governo c’è un ministero, si chiama delle Imprese e del Made in Italy. E c’è anche un pezzo di Abruzzo a rappresentarlo.
Si tratta di Fausta Bergamotto, nata a l’Aquila, avvocato e ora chiamata nel governo Meloni come sottosegretario. Nel Made in Italy c’è l’Abruzzo con le proprie eccellenze, c’è l’Aquila. E la sottosegretaria rappresenta l’Italia, l’Abruzzo e L’Aquila. È lei che è chiamata a introdurre il confronto tra il ministro Urso, Mauro Zoppas e Carlo Calenda.

Nella sala dedicata a Enrico Mattei, il mitico presidente dell’Agip morto in un incidente aereo (o più probabilmente vittima di un attentato), fa il suo ingresso un altro figlio dell’Abruzzo: il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi. Il sindaco non è presente soltanto come primo cittadino del capoluogo, ma anche come responsabile del dipartimento Enti Locali di Fratelli d’Italia. Biondi porta a Roma, ad Atreju, l’orgoglio di una città che ha saputo risollevarsi  dopo le devastazione del terremoto. L’Aquila sta rinascendo, sta sviluppandosi e adesso è al centro dell’attenzione degli italiani non per i problemi, ma per una nuova esaltante competizione: è candidata con altre città come Capitale della cultura. Anche questa sfida va vinta.
Alla redazione del Capoluogo, Biondi ha sottolineato: Un’Assemblea è stata molto partecipata, segno della volontà degli eletti di Fratelli d’Italia di fare squadra. Il dibattito è stato ampliato grazie agli interventi di moltissimi amministratori a tutti i livelli. Tra i temi affrontati  il limite del numero dei mandati dei sindaci, la riforma del Testo Unico degli Enti Locali, il riordino delle Province, le misure di contenimento dei tagli previsti dai precedenti governi a danno degli Enti Locali e su cui l’attuale Esecutivo Meloni è già intervenuto, il congresso nazionale Anci dell’anno prossimo che deciderà il nuovo assetto del massimo organismo associativo di rappresentanza dei Comuni italiani. Sono, inoltre, soddisfatto che il dibattito sia stato arricchito dalla presenza e dal contributo dei sottosegretari Lucia Albano, Fausta Bergamotto, Wanda Ferro, Paola Frassinetti, e dai rappresentanti del partito ai massimi livelli”.

Mentre andava in scena il dibattito in quella sala, a tutti è stato chiaro che L’Aquila può essere al centro dell’attenzione, vincendo la gara che la vede nuovamente protagonista. Sarebbe un riconoscimento alla tenacia della gente d’Abruzzo, alla gente aquilana. Biondi parla da dirigente nazionale che si è affermato, però, non nelle segreterie di partito, ma trasformando le macerie in costruzioni. Inoltre l’attenzione che suscitano le sue parole non sono solo un riconoscimento alla persona, ma a una comunità.
Abruzzo ancora protagonista con il presidente della Regione Marco Marsilio, il quale si è espresso sul tema dell’Autonomia differenziata in un confronto con il Ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli, il sindaco di Roma Gualtieri e vari Presidenti di Regione, tra i quali  Acquaroli, Giani, Occhiuto e Rocca. Sul tema, Marsilio ha evidenziato come la riforma “non recherà nessuna differenza a livello economico per le diverse Regioni, anche per quelle Regioni che chiederanno più investimenti. L’autonomia di una regione non deve comportare un solo euro in meno alle altre Regioni”. 

Dopo il discorso di Giorgia Meloni si chiude. Si spengono le luci sfolgoranti della festa. Riprendono il sopravvento quelle soffuse del vecchio Castello. Ma qualcosa ai numerosi partecipanti è restato. Tra i tifosi di Giorgia Meloni, la sensazione di forza e di consenso. Tra coloro che si sono avvicinati per curiosità, la sensazione di aver visto da vicino il potere, o forse soltanto chi governa ora. A chi ha ancora memoria della distruzione del terremoto di quel drammatico 6 aprile del 2009, la certezza che tanta strada è stata fatta.
Ora un pezzo dell’Aquila è entrato nel cuore di Roma, o meglio della politica nazionale. Adesso gli occhi sono tutti per la competizione per fare della città abruzzese la capitale della cultura. Una battaglia da vincere.

 

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