Anna De Vecchis, l’ultimo commosso saluto a Montereale: il ricordo

Il ricordo di Anna De Vecchis, scomparsa il 18 dicembre dopo aver perso, pochi giorni prima, i genitori in un incidente: su quella stessa strada aveva perso sua figlia Serena
La comunità di Montereale piange la scomparsa di Anna De Vecchis, scomparsa il 18 dicembre all’ospedale San Salvatore dell’Aquila per una grave malattia.
L’insegnante era madre di Serena Durastante e aveva perso entrambi i genitori nel tragico incidente di Marana. Il ricordo di Nando Giammarini.
La vicenda familiare di Anna De Vecchis ha toccato fortemente amici e conoscenti: solo quattro anni fa la figlia dell’insegnante, Serena Durastante, perdeva la vita sulla Statale 260 Picente. A inizio dicembre, invece, erano i genitori di Anna, Albino De Vecchis e Filomena Croce, a perdere la vita per un tragico incidente avvenuto sulla stessa strada. A dare il suo ultimo saluto all’insegnante è Nando Giammarini, che le dedica un ricordo.
Ieri pomeriggio alle 14.00, nella chiesetta delle Anime Sante di Cesaproba di Montereale, si sono svolti i funerali di Anna De Vecchis, deceduta sabato 16 dicembre alle 19.00 a soli 59 anni, a causa della malattia del secolo che non le ha dato scampo. Una folla numerosa, muta, commossa le ha rivolto l’estremo saluto, accompagnandola nell’ultimo viaggio. Un altro terribile lutto, una tragedia infinita ha colpito le famiglie De Vecchis – Durastante, poiché in precedenza erano scomparsi la figlia Serena ed i genitori Albino e Filomena.
Un’intera comunità attonita e incredula, ancora sotto shock, sta vivendo questi giorni in prossimità del Natale in un clima di tristezza infinita e rassegnazione generale. Anna, valente ed operosa maestra dell’Istituto Comprensivo di Paganica, lascia il marito Angelo Durastante, vigile del fuoco in pensione e mio caro amico di gioventù, la figlia Tania, il fratello Sandro con la sua famiglia. Ma il vero cruccio di Anna sono stati, fino alla fine dei suoi giorni, i nipotini Kevin e Karim, figli di Serena. Una volta – in occasione di un incontro a Monte Cabbia, ove è stata istallata una croce di vetta in ricordo di Serena, meta ogni anno di una manifestazione in ricordo della giovane mamma – ebbe a dirmi: “La mia malattia esiste e mi porta fino allo stremo delle forze, ma quando non ci sarò più io che ne sarà di questi miei nipotini? Chi se ne occuperà? Loro mi cercano in continuazione e debbo essere forte a non far trapelare la minima ombra di tristezza e di sofferenza, che percepiscono immediatamente quando mi vengono vicino a dirmi cosa sta accadendo”. Con questo rammarico, un grande cruccio, Anna se ne è andata in punta di piedi, amorevolmente assistita dalla figlia Tania e da suo marito Angelo. La voglio ricordare con questa poesia, certo che sia già con Serena e i beneamati genitori, in paradiso.
Poiché, se l’inferno esiste, lei lo ha vissuto in terra, tra dolori, sofferenze, dispiaceri a non finire.
Ciao Anna
Pacata la voce con sommesso suono
umile il tratto, della mente e del cuore
sempre lo vedo all’uso di quel dono
che la natura le volle fare.
Ci ricordava quanto fosse gentile e buono
della cultura conoscerne il potere
ed or che siedi, Anna, nell’eterna gloria
queste mie rime scrivo in tua memoria.
Il tuo passato è di modestia, senza boria,
ora c’è un assordante silenzio che fa male
gentil maestra della nostra storia,
storia d’Abruzzo, storia universale.
Mai si adatta l’estro alla requisitoria
d’un passato nel mondo a te geniale,
da cui traesti luminosa storia
segno di vita, di bontà, di vittoria.
Giusto seguire la tua traiettoria
con lo sguardo rapito da infinita dolcezza
virando a sinistra in una rotatoria
si scorge la tua grande, immane bellezza
che della vita è arte consolatoria
per chi rimane è sostegno e tenerezza
or che con Serena alberghi nello stellato manto
ai tuoi cari rivolgi il tuo sorriso: un incanto!”