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Superbonus, serve proroga per la remissione in bonis: troppi ritardi per le continue modifiche normative

Superbonus, Casartigiani L'Aquila chiede la proroga per la remissione in bonis: "Aziende e famiglie in difficoltà per il tempo perso nelle continue modifiche normative".

Il Superbonus incagliato, come i crediti fiscali, nelle continue modifiche normative. Intanto a dicembre scatta la “tagliola”, ma dell’annunciata garanzia SACE non si hanno più notizie. Casartigiani L’Aquila chiede la proroga per la remissione in bonis: “Aziende e famiglie in difficoltà per il tempo perso nelle continue modifiche normative”.

Oltre 30mila condomìni, corrispondenti a non meno di 300mila famiglie, a rischio dopo l’ennesima modifica normativa relativa alle agevolazioni fiscali del Superbonus. Il Governo, con il ministro Giancarlo Giorgetti, è intenzionato a far scattare la cosiddetta “tagliola” a fine anno, così la maxi-aliquota al 110% –  rimasta tale nel 2022, per scendere già al 90% nell’anno in corso – dopo il 31 dicembre scenderà al 70%, con un ulteriore calo al 65% nel 2025. In tutto questo, anche le azioni messe in campo dallo stesso Governo per mitigare i danni a imprese e famiglie alle prese con i lavori non hanno dato frutti, anzi, in alcuni casi sono rimasti lettera morta, come nel caso della garanzia SACE per liberare i crediti “incagliati”. Continue modifiche e pezze peggiori del buco da parte del ministro Giancarlo Giorgetti che di fatto rincorre se stesso: dopo aver votato il Superbonus con il M5S ora è il principale “avversario” di quella stessa norma, tallonato dagli alleati di governo che vorrebbero una linea più morbida, anche perché i ritardi accumulati finora sono in gran parte dovuti proprio alla rincorsa alle continue modifiche normative che lasciano tecnici, aziende e famiglie nella più totale confusione.
Capitolo a parte, quello della cosiddetta remissione in bonis, per le omesse comunicazioni, anche qui – omesse non per dolo, ma per le continue rincorse a una situazione ben poco chiara. Per questo Casartigiani della provincia dell’Aquila, con il suo presidente Danilo Taddei, ha inteso inviare una nota al deputato abruzzese Guerino Testa, segretario della VI Commissione Finanze, per chiedere una proroga sulla remissione in bonis: “È noto – si legge nella nota – come tutti i soggetti interessati dalle norme relative ai superbonus edilizi hanno dovuto rincorrere, dal 2020 in poi, continue modifiche normative, cambiamenti di rotta da parte degli organi di Governo ed infinite interpretazioni dell’Agenzia delle Entrate; ciò ha inevitabilmente generato numerose incertezze negli operatori del settore, nonché negli stessi proprietari spesso vittime di veri e propri raggiri. Alla luce di tutto ciò ed in vista dell’imminente scadenza del 31 Dicembre 2023 per poter accedere all’aliquota del 110% si rende opportuno, anche al fine di evitare l’insorgenza di numerosi contenziosi (sia verso l’Agenzia delle Entrate, nonché tra i vari operatori a vario titolo coinvolti) instaurati nell’ottica di imputare velleitarie responsabilità di un qualche soggetto coinvolto, intervenire normativamente per sanare le possibili omissioni e/o ritardi negli innumerevoli e farraginosi adempimenti imposti. Ci si riferisce, in particolare, a tutte le situazioni non fraudolente ma a volte solo formali e che comunque non abbiano ingenerato danni all’erario”.
Insomma, per Casartigiani non possono essere cittadini e imprese a pagare per la confusione creata dalla continue modifiche e dagli annunci disattesi, soprattutto se sono gli stessi decisori pubblici che “creano il problema”, cercano di risolverlo, ne creano invece altri e poi pretendono di mettere “il punto” definitivo con provvedimenti a breve scadenza, rischiando di mettere in ginocchio migliaia di aziende, ma anche centinaia di migliaia di famiglie che passeranno il Natale con l’angoscia di dover pagare caro quello che la stessa politica aveva presentato come una grande opportunità. La speranza è che almeno la politica abruzzese, ben rappresentata sui tavoli del governo, sappia farsi sentire su un problema così grave che non hanno certo creato i cittadini, ma che saranno loro a pagare se non si troveranno soluzioni adeguate.

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