San Liberato per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 20 dicembre.
Il 20 dicembre si ricorda San Liberato. La memoria di San Liberato martire, già collocata al 20 dicembre in un elenco del Martirologio Geronimiano, fu inserito dal cardinale Cesare Baronio nel Martirologio Romano, composto nel secolo XVI. Il nome ha origine latina e significa propriamente liberato dalla schiavitù; venne adattato durante i primi secoli del cristianesimo in chiave religiosa, per indicare lo stutus di affrancato dalla schiavitù del peccato o del paganesimo. Sebbene in tutti i codici la sua vicenda storica sia collocata in Oriente, il Santo è un autentico martire di Roma: si chiamava più correttamente Liberale, in latino Liberalis, tradotto poi erroneamente in Liberatis. Secondo la tradizione fu un console, discendente da nobile famiglia, che convertitosi al cristianesimo, abbandonò la carriera politica, gli agi della nobiltà. Per la sua fede venne arrestato e condannato a morte, nella seconda metà del III secolo, sotto il regno di Claudio il Gotico. È probabile fosse stato sepolto nel cimitero ad Septem Palumbas, lungo l’antica Salaria, luogo in cui riposavano anche i due martiri Giovanni e Festo. Gli Itinerari del secolo VII – che riportavano per i pellegrini le basiliche e catacombe con indicazioni sull’ubicazione delle tombe dei martiri – citano San Liberato sepolto nel sottosuolo della basilica dedicata al martire Giovanni. Un certo Florio eresse in onore del Santo il mausoleo tombale; in una lapide messa dallo stesso donatore, si legge che il sepolcro fu profanato durante l’invasione di Alarico nel 410 e che lui, fedele devoto, l’aveva restaurato. A Sacile, in provincia di Pordenone, è una chiesa dedicata a San Liberale, fondata sulla scia di un miracolo. La leggenda racconta che un giorno un contadino sacilese stava arando il campo con un paio di buoi: improvvisamente i due animali si inginocchiarono davanti ad alcuni resti di ossa umane rimossi dall’aratro. L’evento fu ritenuto miracoloso al punto che sul luogo sorse – in onore a San Liberale confessore – un capitello divenuto subito meta di fedeli da tutti i paesi vicini. Nel 1683, al posto del sacello, venne innalzata una chiesa e qualche anno dopo, nel luglio del 1694, furono qui traslate, dalle catacombe di Roma, le spoglie di un soldato romano, di nome Liberale, un pagano fattosi cristiano e morto martire della fede. Nel 1917, nel corso dell’occupazione nemica, la chiesa fu profanata e danneggiata; nel 1926 venne demolita e si provvide a ricostruire al suo posto l’attuale edificio con l’intento di farne un ossario per i caduti sacilesi della Grande Guerra. Solo agli inizi degli anni sessanta venne aperto al culto con la definitiva sistemazione della reliquia del Corpo di San Liberale martire sull’altare maggiore. Non è tuttavia chiaro se il Santo venerato a Sacile sia o meno il San Liberato vissuto nel III secolo.
Dal punto di vista delle immagini, assai scarse sono le raffigurazioni di San Liberato, riconoscibile per l’attributo iconografico della palma del martirio e l’abito di soldato romano, probabilmente per la sovrapposizione con San Liberale, patrono di Treviso che, infatti, viene rappresentato rivestito della clamide dei soldati.
