I cinturelli

I Cinturelli, la coperta abruzzese: bella, pesante, piena di ricordi

La coperta abruzzese la riconosci subito: colorata, calda, pesante, custodisce ricordi ed emozioni. Un appuntamento nostalgico questa settimana con la rubrica I Cinturelli.

I Cinturelli – La rubrica settimanale del Capoluogo, il contributo di Mario Andreucci. La coperta abruzzese che rimanda alla mente ricordi bellissimi della nostra infanzia.

Giorni fa, mentre cercavo di mettere ordine tra le cose accantonate dopo la ristrutturazione di casa, mi sono imbattuto nella pesante e vivacissima coperta che mamma usava sul suo letto nella stagione fredda. Sono rimasto in silenzio ad osservarla, con la mente attraversata dai bellissimi ricordi che essa mi procurava, tanto che la rivedevo in tonalità diverse anche nelle camere degli amici d’infanzia, perché è la bellissima coperta tipica abruzzese che non mancava mai nel corredo, spesso tessute direttamente dalle spose, sia nella versione estiva che nella versione invernale, frutto dell’arte tessile che si tramandava da secoli che oggi è meno necessaria in quanto le case sono più protette dal freddo e fornite di ottimi impianti di riscaldamenti. Seguito a vagare con la mente e mi ritornano in le parole di mia moglie che dopo l’arrivo dell’ennesima catastrofica bolletta del gas quest’anno dobbiamo usare molto poco il riscaldamento, magari usiamo più coperte e vestiti pesanti, perché non usarla di nuovo?
La si riconosce subito: bella, pesante, tessuta con vera lana nei colori tipici, la trama disegna motivi floreali e geometrici o i famosi angeli con grande armonia ed eleganza del decoro. La riconosci per le frange che sono il vanto degli artigiani che le intrecciano in casa, preziose, ricche, un piccolo capolavoro già di per sé; e la riconosci perché non ha dritto o rovescio. Affascinato da tanta bellezza ho cercato di indagare per sapere la provenienza e le motivazioni che hanno indotto le popolazioni abruzzesi a realizzare un tale capolavoro ed ho scoperto che, l’arte tessile che ha dato origine a questa particolare coperta ha una storia antica che affonda nel Medioevo ed è legata alla vita delle popolazioni montane che vivevano di pastorizia: mentre gli uomini stavano fuori per lunghi periodi, le donne rimanevano in casa a tessere.
La tessitura si sviluppò soprattutto a Taranta Peligna, piccolo paese situato nel parco della Majella, che godeva di una posizione privilegiata tra due importanti vie commerciali: il tratturo Magno dove transitavano le greggi, e la Via della Lana che univa Firenze e Napoli. Ma anche l’abbondanza delle materie prime necessarie ha giocato un ruolo importante: le sorgenti di acqua purissima, il legname, le piante tintorie sono indispensabili nel processo di colorazione della lana che doveva bollire dentro grandi recipienti con il mordente e le varie piante, ognuna scelta per la tonalità cromatica.
Già nel tardo Medioevo si hanno notizie di lanifici e il paese divenne presto un fiorente centro commerciale e tessile. Taranta Peligna divenne famosa in tutta Europa perché lì si realizzava il panno di lana nera infeltrita utilizzato per le mantelline dell’esercito borbonico, ma anche le ‘ferrandine’ stoffe pregiate di lana e seta per tappeti, arazzi, coperte.
Nell’Ottocento nasce la famosa coperta abruzzese pezzo indispensabile del corredo della sposa. La produzione andò avanti per secoli mantenendo intatte le caratteristiche decorazioni e la qualità dei materiali.
Oggi è ancora possibile trovare questi pregevoli prodotti artigianali realizzati sempre con la stessa cura e maestria grazie agli ‘esperti di frangia’ che detengono ancora la particolare abilità nel completare la coperta e all’opera dell’ultimo lanificio ancora attivo, superstite di una tradizione millenaria.

Questo articolo è stato pubblicato sul periodico I Cinturelli, un progetto editoriale nato nel 2010 da un’idea di Dino Di Vincenzo e Paolo Blasini. I Cinturelli, disponibile online e cartaceo, racconta la storia, la cultura, le tradizioni e le leggende del territorio.

I Cinturelli, i monoliti della Piana di Navelli

 

leggi anche
chiesa di cinturelli
I cinturelli
I Cinturelli, la Zirichiltaggia di De Andrè e la contesa di Caporciano
Publio Ovidio Nasone
I cinturelli
I Cinturelli, Publio Ovidio Nasone: il poeta dell’amore
Carmine Angelucci
Abruzzesi nel mondo
Abruzzesi in Sudafrica, il pioniere Carmine Angelucci da Castelfrentano
la castellina Caporciano
I cinturelli
I Cinturelli, la rinascita della Castellina di Caporciano