Storie

Serena lascia l’ufficio per i Cammini Consapevoli: non conta la meta, ma il viaggio

Da Siena ai Cammini consapevoli. Serena, dopo il Covid19, ha deciso di lasciare il suo lavoro e di diventare guida ambientale: anzi "Forest Therapy Guide". Ora sta attraversando la Valle Subequana, lungo il Cammino "Con le ali ai piedi"

“Con le ali ai piedi” di nome e di fatto. Serena Passeri, ieri impiegata amministrativa, oggi guida ambientale: da Siena ai Cammini d’Italia e del mondo, per inseguire una passione. “Non conta la meta, conta l’avventura del Cammino, gli incontri, le scoperte, ciò che ci resta dentro e che porteremo ogni giorno con noi”.
Ora Serena è in Abruzzo, destinazione Monte Sant’Angelo.

Sta attraversando il Cammino “Con le ali ai piedi”, percorrendo i luoghi battuti storicamente da San Francesco, con meta Monte Sant’Angelo. Ma Serena non guarda alla meta, non è da lei. La sua filosofia è un’altra, cioè godersi ogni singolo passo del suo cammino, guardando in ogni direzione, ma mai indietro. Qualcuno, in questi giorni, avrà forse avuto modo di intravederla per le strade di Gagliano Aterno, qualcun altro potrebbe avere intercettato qualche suo post Facebook. Chissà…
Se avete visto due scarponi e uno zaino procedere speditamente, dietro due occhi luminosi in cammino, allora la vostra strada ha senz’altro incontrato quella di Serena Passeri, una toscana con la passione per i Cammini che, da qualche tempo, ha deciso di cambiare pagina e aprire tutto un altro capitolo nella storia della sua vita. Già, perché lasciato il posto di impiegato amministrativo per la Asl, Serena ha deciso di formarsi in un campo radicalmente diverso ed è diventata guida ambientale, anzi – a voler essere precisi – “Forest Therapy Guide”, vale a dire una Guida ambientale specializzata nella Forest Therapy, una pratica che mira ad apportare effetti benefici su corpo e mente attraverso esperienze di connessione con la natura. In un mondo dove, allora, l’unica connessione possibile sembra ormai essere quella ad internet, Serena riscopre la natura e, attraverso di essa, riscopre sé stessa ogni giorno. Sui passi di una passione senza confini.

Serena Cammini Consapevoli

Incontriamo Serena e la sua avventura mentre è alla ricerca di un alloggio in Valle Subequana. Lo trova a Gagliano Aterno, “Un posto bellissimo. Qui ho trovato uno degli alloggi più accoglienti in cui sia mai stata nel corso dei Cammini affrontati”.
Così si presenta Serena alla nostra redazione, raccontandoci orgogliosa di una maglia bianca che ha deciso di trasformare in una sorta di diario di bordo. Lì, sotto forma di messaggi e firme, raccoglie il ricordo delle persone che ha incontrato lungo il suo viaggio.
“Emozioni sul cammino”, ha pensato di chiamarle e siamo sicuri che, proprio dalla terra abruzzese, Serena porterà con sé tanti bei ricordi, perché “Lo ammetto, ho l’Abruzzo nel cuore”, svela.

Serena Cammini Consapevoli
Serena Cammini Consapevoli

UNA PASSIONE INNATA
“I Cammini sono la mia grande passione – ci racconta – Fin da bambina amavo stare fuori, immergermi nella natura mi faceva sentire bene. Purtroppo, come spesso accade, la vita ti porta a prendere strade che non sceglieresti, nel mio caso ho svolto il lavoro di amministrativa per la Asl per ben 35 anni. Ero consapevole, però, che non fosse quello il mio lavoro: non era il mio progetto, come frequentemente mi capita di spiegare. Per molti avere un lavoro come il mio vuol dire essere fortunati, ma non per me. Restare giornate intere chiusa in ufficio per me rappresentava una costrizione. 
È stato il Covid19 a farmi rivalutare la cose. Dal lockdown, quando sono arrivata addirittura a creare un mio cammino attraverso il bosco per arrivare da casa all’ospedale, al corso di guida ambientale. I cambiamenti sono stati naturali e hanno messo ordine nella mia testa: un Cammino dopo l’altro ho capito che quella era la strada. L’unica strada possibile“.
Così, rassegnate le dimissioni, Serena oggi è una guida ambientale e una tenace camminatrice, con molti obiettivi all’orizzonte e con la speranza “di riuscire a trasmettere a tante altre persone, in primis ai giovani, la mia passione”.

“Vorrei proporre attività che coinvolgano tutti e cinque i sensi. Poi, mi piacerebbe fare attività con bambini ed adolescenti, per stimolare un nuovo contatto con la natura, promuovendo la cultura del rispetto dell’ambiente che ci circonda tra i giovani. Inoltre, vorrei proporre attività dedicate alle persone con disabilità: io credo fortemente nel potere benefico della natura, nei benefici che portano le attività all’aria aperta, sia a livello fisico che psicologico”. Non è un caso, infatti, se il Cammino per Serena sia letteralmente metafora di vita.
“Ho chiamato il mio progetto ‘Cammini consapevoli’, un nome in cui mi rispecchio perché rappresenta esattamente ciò che voglio fare.
I Cammini devono essere 
consapevoli. Negli anni – aggiunge – ho visto tante persone che camminano a testa bassa, pur di arrivare alla meta o anche solo all’ostello più vicino. Per me il Cammino è un’altra cosa: è un’esperienza, al di là della destinazione. Il Cammino non è l’arrivo, ma la strada che si fa, quello e chi si incontra lungo il percorso, i panorami che catturano i nostri occhi, le scoperte. Sono un’osservatrice molto attenta, mi fermo a guardare anche i più piccoli particolari. Mercoledì, ad esempio, nonostante la traccia non lo prevedesse, sono arrivata ad Aielli. Ho adorato perdermi tra le stradine e ammirare i murales che colorano il piccolo paese. Amo i borghi e le loro peculiarità e i Cammini offrono un’occasione in più per vivere queste esperienze autentiche, regalando immagini e ricordi di luoghi incantati, in cui il tempo sembra essersi fermato“.

FARE RETE
Nei suoi Cammini Serena parte intorno alle 7:30 del mattino e va avanti per l’intera giornata.
“Un’avventura che ritengo vada vissuta come un viaggio introspettivo. Per questo prediligo camminare in solitaria, al limite condividere pasti e alloggi alla sera. Il Cammino è un viaggio per ogni pellegrino: un viaggio interiore fatto soprattutto di emozioni, in cui ognuno ha il proprio passo. Proprio come la vita, appunto. Non devono esserci forzature”. 
Tuttavia, c’è un problema che Serena tiene a sottolineare. Quello legato agli alloggi. “Spesso si trovano strutture chiuse, o prezzi eccessivi. Ora, non si pretende di trovare i servizi e le strutture che caratterizzano Cammini noti, quale il Cammino di Santiago, però credo che sia indicata un’azione di sensibilizzazione affinché si sviluppi un sistema di ospitalità funzionale e funzionante, che sia attivo in ogni stagione, perché i Cammini si possono fare 12 mesi l’anno, non solo in primavera o in autunno. Mi piacerebbe, anzi, che ci fosse una vera e propria cultura dei Cammini, affinché sia possibile creare una rete di accoglienza e servizi, che riunisca appassionati e attività relative. Ad esempio, mentre cercavo informazioni per questo Cammino che attraversa l’Abruzzo, ho conosciuto una ragazza aquilana con cui ho già stretto un bel legame. Non solo, perché una ragazza sarda, che ha intercettato un mio annuncio, mi ha contattato per chiedermi se potesse unirsi a me in quest’esperienza. Insomma, basta poco per mettere insieme le forze e cercare di dare vita a un qualcosa di bello”. 

Serena Cammini Consapevoli

Serena, dal 2020, ha già affrontato diversi Cammini. Ha iniziato con il Cammino dei Briganti, assieme ad un gruppo trekking di Firenze, poi la Via Francigena, svolta a tappe. “Mi mettevo in marcia non appena avevo le ferie”, confessa.
Lo scorso anno l’esperienza totalizzante del Cammino di Santiago, “Il Cammino per eccellenza”.
Poi, ancora, la Via Tiberina, fino ad Assisi, con il Cammino di Francesco. “In questo caso, però, ho deciso di fare una variazione, passando dalle Marche e incrociando, a Polverina, il Cammino delle Terre mutate, che attraversa i paesi colpiti dal sisma. Da Norcia, poi, ho fatto il Cammino di San Benedetto, arrivando a Poggio Bustone“. Proprio da Poggio Bustone è iniziato il Cammino che vede, ora, impegnata Serena, “Con le ali ai piedi”, destinazione Monte Sant’Angelo, “Almeno quella è l’idea”, scherza.
Di passo in passo Serena va avanti, è l’entusiasmo a condurla: allora non resta che augurarle “Buona strada!”

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