Santo Stefano protomartire per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 26 dicembre.
Il 26 dicembre si commemora Santo Stefano protomartire. La celebrazione della festa liturgica di Santo Stefano è stata da sempre fissata al giorno successivo il Natale, poiché nei giorni seguenti alla manifestazione del Figlio di Dio, furono posti i “comites Christi”, cioè i più vicini nel suo percorso terreno e primi a renderne testimonianza con il martirio. Del primo martire cristiano si ignora la provenienza: si suppone fosse greco, o un ebreo educato nella cultura ellenistica; certamente fu uno dei primi giudei ad abbracciare il cristianesimo e a seguire gli Apostoli. Per la sua cultura e fede genuina, divenne anche il primo dei diaconi di Gerusalemme. Gli Atti degli Apostoli, (At 6,8-7,60) narrano i suoi ultimi giorni. Dopo aver operato un gran numero di conversioni tra gli ebrei della diaspora, intorno al 33 o 34, gli ebrei ellenistici sobillarono il popolo e accusarono Stefano di “pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio”. Gli anziani e gli scribi lo catturarono trascinandolo davanti al Sinedrio e con falsi testimoni lo accusarono di sacrilegio. Trascinato fuori dalle mura della città, la fossa inferocita prese a lapidarlo con pietre; alla scena assistette anche il giovane Saulo, futuro San Paolo, non ancora convertito. Negli Atti si legge che il suo corpo fu seppellito da pie persone, che non vollero lasciarlo come preda alle bestie selvagge, com’era consuetudine di allora, mentre nella città di Gerusalemme si scatenò una violenta persecuzione contro i cristiani, comandata proprio da Saulo. Dopo la morte di Stefano, la storia delle sue reliquie fu ammantata dalla leggenda: secondo la tradizione, nel 415 un sacerdote di nome Luciano di Kefar-Gamba ritenne di aver trovato il corpo del martire vicino Gerusalemme dopo aver avuto in sogno l’indicazione del luogo della sepoltura. La memoria si diffuse ben presto nel mondo latino e greco e si ebbe una vasta proliferazione di reliquie erroneamente attribuite a Stefano, ma che contribuirono al proliferare del culto. Le storie avventurose del ritrovamento del corpo, della sua prima traslazione a Costantinopoli e del trasporto a Roma, sono lungamente raccontate nel capitolo CXII – L’invenzione di Santo Stefano Protomartire – della Legenda Aurea di Jacopo da Varazze.
Solitamente l’iconografia di Santo Stefano lo vede rappresentato giovane e senza barba, vestito della dalmatica diaconale e con la stola indossata di traverso; può anche avere la tonsura monacale, specie nelle raffigurazioni medievali. Attributi particolari sono le pietre, a ricordo della sua morte, che compaiono più spesso a partire dal XII secolo; talvolta viene indicato il terreno roccioso riferito al luogo della lapidazione. Simboli più generici e rivolti ad attestare la morte per aver testimoniato la fede sono il Libro dei Vangeli, o la palma del martirio.
