Necrologio

Addio ad Adelmo Polla, l’editore della cultura abruzzese

Adelmo Polla nel ricordo di Sergio Venditti, dal dopoguerra al Neorealismo fino alla nascita della casa editrice sulla cultura abruzzese

L’Abruzzo dice addio ad Adelmo Polla. Scomparso a 93 anni, dopo decenni di attività nell’editoria.

Cerchio e l’Abruzzo intero piangono Adelmo Polla.
Un giorno mi raccontò dei suoi difficili anni giovanili nella Roma del primo dopoguerra, dove conobbe tanti nomi celebri del cinema italiano, sceneggiatori e registi, che si affermavano con il Neorealismo e nella Cinecittà dei “sogni felliniani”, con un abruzzese acuto come Ennio Flaiano. Uno spirito artistico ed uno letterario che si sono alternati negli anni romani, con lo stesso impiego presso il Pontificio Istituto Angelicum e la Libreria Nazionale, sviluppando un vero talento da ricercatore e cultore di testi stranieri, nel rapporto con molti soggetti internazionali, tra cui diverse università americane. Dopo tutte queste esperienze, il ritorno nella sua terra natia, è sembrata la ferrea volontà di mettere a frutto le sue svariate conoscenze, per dare vita alla sua creatura: La Polla Editore.

Ancora ricordo le mie visite, specie estive, nella sua “casa-editrice”, dove Adelmo ti accoglieva dalla sua amata signora Maria e la figlia Patrizia con generosità ed attenzione, peraltro come tradizione delle nostre terre contadine. Lì si trovava tutto il suo mondo creativo, innanzitutto di fine studioso, prima che di editore, nelle stanze contigue, dove rivedeva le bozze e stampava i suoi preziosi tascabili, talvolta introvabili altrove. Tanti gli autori che Polla proponeva, da Vittoriano Esposito a Luigi Piccioni ed Angelo Melchiorre, oltre i classici senza tempo, con periodi storici, anche controversi, come il brigantaggio post-unitario che insanguinò tutto il Sud. In più testi che avevano fatto epoca, come La Regione dei Marsi (“De Regione Marsorum“), di E. Fernique, oppure “La Regione dei Peligni” (De Regione Paelignorum“), di M.Besnier, tutti dell’inizio degli anni’90.

Una volta mi indicò ad Avezzano le varie edicole che esponevano i suoi libri, chiedendosi se fossero adeguatamente curati e visibili, specie per incuriosire gli studenti. Il suo sforzo di divulgazione era così autenticamente sincero che non appariva dettato nemmeno da un obiettivo commerciale proprio. Tanti i titoli dei suoi tascabili che sono rimasti sui miei tavoli da lettura, in un’epoca in cui la memoria storica della nostra terra sembrava un patrimonio per pochi estimatori. Se questa fiammella non si è spenta si deve anche alla tenacia di questo uomo dei vecchi tempi che non si rassegnava mai, alimentando l’entusiasmo anche in chi lo incontrava, spesso per chiedergli notizie e verificare i testi letti. Per questo ad Adelmo Polla hanno voluto bene in tanti, che ora chiedono, a partire dal suo comune di nascita, di onorarne la memoria, magari con l’intitolazione di un luogo di custodia e di lettura degli amati libri, come una biblioteca. Lì insieme ai “testi sacri” della letteratura, saggistica e poesia, si lasci lo spazio per raccogliere tutti i suoi titoli, con la foto, che li ammira con lo sguardo acuto e li custodisce con amore, come ha fatto per tutta la sua lunga esistenza.

In un intenso articolo Alina J. Di Mattia aveva ripercorso tutta la vita di Adelmo, anche all’estero ed in particolare a Roma, definendolo nel titolo “Un focolaio di cultura a Cerchio”. Così come Federico Zeri, il famoso critico d’arte romano, lo aveva descritto insieme a tanti altri personaggi illustri, come Ugo Maria Palanza e lo stesso Ignazio Silone. Il celebre scrittore pescinese gli telefonò nel 1975 per complimentarsi del suo libro “Storia del Prosciugamento del Lago Fucino” di S. De Filippis, ricevuto in omaggio, ricordandogli un episodio giovanile da lui vissuto, in fuga dalla polizia politica fascista, quando lo colse una terribile tormenta di neve nella Marsica, proprio nel suo comune, dove tentò vanamente di nascondersi, trovando rifugio ed aiuto solo nella vicina Aielli da parte del socialista Angelitti. Così ripercorrendo il filo dei ricordi, che poi traspose nel suo romanzo capolavoro di Fontamara, celebrato quest’anno nel novantesimo anniversario della sua uscita in Svizzera, in tedesco  da parte di un piccolo e coraggioso editore, proprio come Adelmo Polla.

Egli dopo quasi mezzo secolo lascia le “Oltre ventimila pagine legate alla storia, alla cultura ed alle tradizioni abruzzesi”. A tutti questi testimoni coraggiosi del nostro tempo le istituzioni tutte dovrebbero essere più vicini, in vita, a partire da una normativa di sostegno e di incentivi reali, per preservare e divulgare ancor più la nostra cultura, tra le stesse nuove generazioni di abruzzesi nel mondo.         

“Il libro è una cosa: lo si può metterlo sul tavolo e guardarlo soltanto, ma se lo apri e leggi diventa un mondo”.

Leonardo Sciascia

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