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Giorgia Meloni, la zampata della leader: giustizia e burocrazia le priorità

4 gennaio 2024 | 18:03
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Giorgia Meloni, la zampata della leader: giustizia e burocrazia le priorità

Conferenza di inizio anno per Giorgia Meloni: 3 ore e 45 domande dei giornalisti. L’appuntamento con la rubrica Camere con vista.

Conferenza di inizio anno per Giorgia Meloni: 3 ore e 45 domande dei giornalisti. L’appuntamento con la rubrica Camere con vista.

Finalmente Giorgia Meloni affronta la stampa. La tradizionale conferenza di fine anno, dopo una serie di rinvii, diventa di inizio anno, del nuovo. C’è ancora spazio per gli auguri, ma soprattutto appare la volontà di offrirsi davanti a ben 45 domande senza mai dare l’impressione di voler nascondersi. I rinvii ci sono stati per questioni di salute, non certo per scelte politiche o per paura del confronto. Meloni appare serena e sicura, nonostante, rispetto al primo appuntamento del 22 dicembre, due fatti nuovi avrebbero potuto rendere più complicato il confronto. I fatti nuovi sono la vicenda che vede coinvolta la famiglia Verdini, Francesca è la compagna di Salvini, c’è poi la questione del deputato Pozzolo e la sua pistola che ha sparato, ferendo un invitato alla festa di fine anno. Questioni che potevano apparire scottanti a che alla fine non lo sono diventate. Su Salvini, Meloni non lascia spiragli alla polemica. Non c’è nulla che coinvolga il vicepremier nella vicenda che riguarda Denis e Tommaso Verdini. Quindi per il governo il caso non esiste. Sul parlamentare Pozzolo che avrebbe sparato nel corso dei festeggiamenti di fine anno ferendo un ragazzo, Meloni è perentoria. Sospeso dal partito, il caso sarà esaminato dai probiviri. Comunque la Giustizia farà il suo corso, ma per il deputato l’avventura in Fratelli d’Italia appare terminata.  La questione offre lo spunto anche ad altro, ad un rimprovero a quanti non si assumono in pieno le proprie responsabilità. È un richiamo ai suoi che, ora dai banchi della maggioranza, dovrebbero supportare di più lo sforzo della premier e del governo. “ Non posso fare questa vita se le persone attorno a me non capiscono la mia responsabilità” dice la premier. Meloni è sorridente, non cerca la polemica a ogni costo. In fondo il suo sforzo è quello di apparire rassicurante. Non polemizza con i giornali tradizionalmente avversi, non strizza l’occhio agli amici. E anche davanti alla contestazione dei giornalisti sulla cosiddetta legge bavaglio richiama il fatto che l’emendamento tanto contestato, non è del governo ma è stato presentato in Parlamento da un esponente dell’opposizione.
Giorgia Meloni affronta il fuoco di fila delle domande senza mostrare alcun timore, anzi. Se quella doveva essere la prova del fuoco, non l’affronta mai sulla difensiva. Replica senza mostrare arroganza, ma avverte che talvolta le vengono attribuite delle dichiarazioni che non le appartengono. Lo dice pacatamente. Si altera solo un po’ quando è accusata di privilegiare i  familiari. Difende la sorella ricordando che la militanza politica contribuisce a determinare anche dei rapporti personali. Sarebbe meglio inserire un parente in una partecipata? dice chiudendo la questione.
Meloni difende l’intesa sul patto di stabilità, sul Mes ricorda che  è stato il Parlamento a bocciare la riforma ricordando che  non è solo la destra ad avere votato contro , ma anche i 5Stelle. Sui futuri assetti dell’Europa non si sbilancia, così come su una sua eventuale candidatura alle europee. Di sicuro la campagna elettorale vuole farla considerando quel voto importante per stabilire il grado di consenso. E comunque è pronta a un confronto con la segretaria del Pd Schlein.
Alla sinistra rimprovera di non aver detto nulla su quel magistrato della corte de conti  che si è schierato contro la manovra, E’ tornata  sulla questione Ferragli avvertendo che non ha capito le reazioni della sinistra in difesa della influencer come se avesse attaccato Che Guevara.  Così sulla Rai, ha negato intenzioni egemoniche, ma soltanto ripristinare il pluralismo. Più in generale ha insistito sulla necessità di garantire nel pubblico una conduzione non ideologicamente schierata: non vogliamo sostituire dei militanti cin altri militanti.
Rassicurante, inclusiva. garantista. Questa l’immagine che ha voluto ribadire.
Naturalmente c’è la difesa dell’azione di governo. La volontà di ridurre le tasse tagliando la spesa pubblica. Un processo che continuerà ni prossimi anni. Ha rivendicato l’azione contro gli extraprofitti delle banche. Sui rilievi del Presidente della Repubblica circa i balneari e gli ambulanti ha assicurato che terrà in considerazione e valuterà i rilievi del Quirinale.
Confermata la posizione al fianco dell’Ucraina, solo aiutando quel Paese si può favorire una trattativa. In caso contrario ci sarebbe solo l’invasione.  Così ha confermato la vicinanza con Israele pur avvertendo che vanno tutelati i civili palestinesi.
Meloni non fa voli pindarici, a chi gli chiede quali siano le sue aspirazioni risponde in modo ironico: la pace nel mondo. Poi seriamente annuncia che gli obiettivi per i prossini mesi sono una riforma della giustizia e uno snellimento della burocrazia. Due tasselli fondamentali per attirare investimenti per il Paese.
C’è poi la questione femminile. È giusto quel che dice l’onorevole Mennuni (FdI) che l’aspirazione delle donne deve essere la maternità? Meloni non svicola. “Se mi chiedono cosa conta di più per me tra la presidenza del Consiglio o mia figlia Ginevra, la risposta sarebbe scontata, come per ogni mamma”, ma la maternità non deve essere una alternativa o un vincolo alle altre ambizioni.  Io, ha ricordato, sono mamma  e presidente del Consiglio. Ursula von del Lejen ha sette figli ed  è presidente della Ue. Ambizioni personali, professionali e politiche non devono essere in contrasto con la maternità. Sono quasi le 3 del pomeriggio, e Giorgia Meloni saluta, non appare stanca dopo oltre 3 ore di fuoco. Non appare scalfita da vicende esterne. Rassicura gli alleati che tutto procede per il meglio, non lascia solo Salvini. Insomma sempre più leader, con una maggioranza che per amore o per convinzione non può che seguirla e una opposizione, che con le proprie divisioni, non può preoccuparla.