Cultura

Tutti i Santi giorni, 6 gennaio: si celebra l’Epifania

La solennità dell'Epifania per la rubrica "Tutti i Santi giorni" del 6 gennaio. Il gotico abruzzese nel Trittico di Beffi.

La solennità dell’Epifania per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 6 gennaio. Il gotico abruzzese nel Trittico di Beffi.

Il termine Epifania deriva dal greco ἐπιφάνεια, epipháneia, che significa manifestazione, venuta, presenza divina, anche attraverso miracoli, visioni e segni. Nella forma ἐπιφάνια, epiphánia, attestata in San Giovanni Crisostomo, assume la valenza di Natività di Cristo. In questo giorno la Chiesa celebra la manifestazione di Cristo ai popoli di tutto il mondo, simboleggiati dai Magi che rendono omaggio al Bambino appena nato. Questi sono stati individuati come Re per influsso di Isaia e sono stati attribuiti loro i nomi di Melchiorre (semitico), Gaspare (camitico), Baldassarre (giapetico). Secondo il Vangelo di Matteo (Mt: 2,2) i Magi, guidati in Giudea da una stella, portano in dono a Gesù bambino, riconosciuto come Re dei Giudei, oro in omaggio alla sua regalità, incenso come omaggio alla sua divinità e mirra, anticipazione della sua futura sofferenza redentrice; giunti presso la mangiatoia, lo adorano.

Nelle varie culture la celebrazione dell’Epifania si accompagna a simboli e tradizioni diverse di derivazione molto antica, frammiste a contaminazioni più recenti come l’accensione di fuochi augurali, lo scambio di doni, l’usanza dei regali ai bambini nella calza, soprattutto nei paesi di tradizione cattolica. In Italia, i doni sono portati dalla Befana impersonificata da una vecchia brutta ma buona, legata secondo la tradizione all’adorazione dei Magi.

Tra le moltissime raffigurazioni della Natività presenti anche nell’arte aquilana, si è scelto di presentare il Trittico di Beffi, una delle opere più famose del gotico abruzzese, attribuito dalla critica a Leonardo di Sabino da Teramo e datato all’incirca al 1410-1420 . Realizzato per la chiesa di Santa Maria del Ponte presso Tione, fu rimosso nel 1915 e trasferito presso il Museo Nazionale d’Abruzzo. Nella tavola di sinistra, in particolare, è la Natività di Gesù, concepita come un percorso narrativo che si snoda verticalmente dall’alto verso il basso, a partire dall’Annuncio ai pastori nella sezione superiore, l’Adorazione di Gesù nel mezzo e il bagno del Bambino nella parte inferiore. In quest’ultima scena mancano i Magi mentre è presente un personaggio estraneo all’iconografia tipica del presepe, genuflesso in adorazione di Gesù, di spalle rispetto alla tavola centrale, che rappresenta probabilmente il committente.

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