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Ovindoli e Campo Felice senza neve, ottimismo a Roccaraso: le due facce della montagna in Abruzzo

Neve in ritardo e stagione che ancora non decolla. Perso 1 milione e mezzo di euro a Campo Felice. A Roccaraso la stagione è partita e si respira maggiore ottimismo.

Ora c’è neve sulle montagne abruzzesi, ma la situazione non è la stessa ovunque: da una parte ci sono Ovindoli e Campo Felice ancora chiuse, dove si sta procedendo con l’innevamento artificiale – quando ci sono le temperature giuste. Poi c’è Campo Imperatore con la funivia del Gran Sasso ancora chiusa e nessuna risposta dal Ministero dopo gli ulteriori collaudi necessari in seguito all’esposto: e ora che a Campo Imperatore potrebbe partire la stagione invernale, con l’accumulo di neve al suolo, il nodo funivia resta irrisolto.  Le cose vanno meglio sull’altro versante, a Roccaraso. La neve adesso è arrivata in maniera più abbondante, ma anche durante il periodo natalizio si è potuto sciare tranquillamente, nonostante sia stata quasi assente.

Gli amanti degli sport invernali a Roccaraso hanno potuto usufruire di 12 impianti, compresi 2 di collegamento, su un totale di 35 tra le aree di Aremogna, Monte Pratello e Pizzalto. In 60mila negli ultimi giorni sono saliti sugli impianti con una media di 4 mila presenze al giorno. Nel comprensorio sciistico dell’Alto Sangro. Grazie alla prima vera nevicata dalla stagione, che ha permesso di accumulare 40 centimetri di coltre bianca solo a Roccaraso, sono tornati operativi da questa mattina gli impianti di Valle Verde 1 e Gravare di Sotto, sul versante Aremogna. Ma nonostante le temperature non abbiano favorito la formazione naturale nevosa, Roccaraso ha registrato un’ottima affluenza sulle piste durante tutto il periodo natalizio, con numeri migliori anche rispetto all’anno scorso. Numeri che sono il risultato degli sforzi degli operatori del settore – la famiglia Del Castello gestisce gli impianti fondati nel 1959 e una decina di attività ristorative collegate – e che ha deciso di investire nell’impiantistica. “L’innovativo sistema di innevamento programmato è stato un successo – spiega al Capoluogo.it Gianmaria Fisco, figlio dei titolari degli impianti – che ci ha consentito di rendere operative le piste anche con poche ore di freddo non consecutive”.

Le piste aperte adesso sono circa 15 – chiarisce – insieme ai campi scuola e contiamo di arrivare all’80% nei prossimi giorni. Abbiamo compiuto investimenti importanti tra cui l’innevamento programmato, il più grande d’Europa e con questa potenza ci permette di innevare su circa il 30% del comprensorio anche con una forbice temporale corta”. 

QUI CAMPO FELICE: SENZA NEVE PERSO 1 MILIONE E MEZZO DI EURO

La neve è arrivata anche a Campo Felice, ma 15 cm non bastano per poter partire e le temperature non consentono di innevare costantemente artificialmente. “Il meteo non ci assiste, le piste sono ancora chiuse. Anche con i mezzi artificiali arriviamo – per ora – ad aprire solo un paio di piste, anche perchè le riserve d’acqua non sono infinite e le temperature sono dalla nostra solo un paio d’ore a notte. Si tratta di danni ingenti che sfiorano il milione e mezzo di euro, per un settore che stenta a ripartire dall’emergenza sanitaria. I rincari energetici sono stati la mazzata finale e  hanno messo in ginocchio tutto il settore e tutte le attività collegate, da quelle del nolo sci a quelle ristorative”, è lo sfogo, amaro, di Luca Lallini, ad degli impianti di Campo Felice e presidente Ski pass dei Parchi.

Si torna a sciare a Roccaraso, ripartono gli impianti

 

La speranza concreta adesso, “è di riuscire a recuperare nei due mesi rimasti, anche se non basta. Ci sono delle spese fisse, come la corrente o le concessioni dei terreni che sia da chiusi che da aperti. Piove, invece di nevicare, sul bagnato. La crisi nel nostro settore va avanti da qualche anno. Non solo la mancanza di neve e i costi troppo alti, manca anche un ricambio generazionale; sempre meno giovani vengono a sciare: i ragazzi escono, fanno tardi, preferiscono fare altro. Noi ci stiamo impegnando per poter aprire: è nel nostro interesse anche per l’economia di tutto l’Altopiano, perchè se non lavoriamo noi non lavorano nemmeno gli stagionali – 60 ogni inverno –  e per un’economia di piccoli paesi come i nostri è un problema”

Altopiano delle Rocche, la neve artificiale non basta: l’attesa di Ovindoli e dintorni

 

La mancanza della neve e gli impianti chiusi ha reso anche meno appetibili alcuni luoghi legati alla montagna, come Rocca di Mezzo, dove il cuore del turismo sta nelle seconde abitazioni: ‘rocchigiani’ di ritorno, tanti romani, che hanno preferito aspettare l’apertura degli impianti. “Durante queste feste – spiega il sindaco Mauro Di Ciccioc’è stato un calo delle presenze del 30%, dovuto principalmente alla mancanza della neve. Chi è amante degli sport invernali, le ferie le centellina e se non possono sciare o vanno altrove o aspettano. Speriamo di poter recuperare in questi mesi, anche solo nei week end. Si sta lavorando, siamo vicini e pronti a fare tutto il possibile per aiutare il settore”.

neve ovindoli

QUI OVINDOLI: SI CONTINUA A INNEVARE ARTIFICIALMENTE

Anche gli impianti di Monte Magnola a Ovindoli ad oggi sono ancora chiusi: un po’ di neve naturale  – finalmente – è arrivata e si sta continuando a innevare in queste ore. “Siamo pronti e non vediamo l’ora di partire, speriamo che possano lavorare tranquillamente in modo da garantire quanto prima l’apertura e recuperare questi due mesi di inattività”, spiega Angelo Ciminelli, sindaco di Ovindoli e maestro di sci. “Purtroppo la neve non c’è stata, gli innalzamenti repentini di temperature non consentono un lavoro efficace per la produzione di neve artificiale. Le perdite ci sono state e lo sappiamo e sono importanti, abbiamo perso tutto il periodo natalizio, con importanti ripercussioni anche su tutte le attività collegate. Ce la mettiamo tutta: speriamo di poter riuscire a chiudere positivamente la stagione per tutto il nostro comparto montano”. 

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