Necrologio

Addio a Menecuccia, lutto a Capitignano per la scomparsa di Domenica Muzi

Capitignano piange la scomparsa di Domenica Muzi, "Menecuccia", memoria storica della Valle dell'Aterno, anima e cuore di tanti riti e tradizioni che hanno tenuto in vita il borgo.

Era la memoria storica del cuore della Valle dell’Aterno, Capitignano piange la scomparsa della dolce e cara Menicuccia, così tutti conoscevano Domenica Muzi.

Se ne è andata in punta di piedi, così come è sempre vissuta, Domenica Muzi, vedova di Francesco Fulvi, altro punto di riferimento del paese, scomparso nel 2004. “Menecuccia”, o “Menicuccia”, così la chiamavano tutti in paese: attenta, premurosa, laboriosa, fino all’ultimo ha speso tutta la sua vita per la famiglia. Nata nel 1931 era molto nota in paese per essere stata una persona di grande impegno lavorativo e, soprattutto, di grande dedizione verso il prossimo, vicino e lontano. Consorella della locale Confraternita della Madonna degli Angeli ha partecipato fino all’ultimo ai riti religiosi. Ogni anno, per una vita intera, insieme ai compaesani, ha tenuto in vita il rito delle cacchiette di pane a Capitignano, in onore di “Santu Nicola” e in ricordo dei defunti.

Domenica Muzi

Il ricordo dell’adorata nipote Alessandra

“Racconterò a tua nipote di che fantastica nonna tu sia stata capace di essere… Di quanto tu sia stata presente con tutti i tuoi 7 pronipoti, di quanto hai amato lei. Delle innumerevoli telefonate che facevi per sapere dove era e come stava, di quando hai voluto un telefono di ultima generazione per vedere le sue foto e i suoi video. Di quanto ti sei arrabbiata per non essere riuscita ad essere presente al suo battesimo, a cui avresti voluto partecipare anche trascinandoti… Di quanto eri tosta, ma soprattutto di quanto Amore sei stata capace di dare, anche a chi non lo meritava, e quando eri tu ad averne più bisogno… Non ti preoccupare, le staremo attenti, ma la sua tempra è la tua quindi è tosta, ma tu sai bene che, come te, è anche tanto sensibile…Io piuttosto ora come faccio? Con chi me le faccio le infinite chiacchierate al telefono? A chi faccio tinta e capelli? Chi me lo dice se la luna è buona oppure no? Chi li fa i maglioncini e le coperte di lana per i prossimi due pronipoti? Ciao Nó, grazie per tutto, per le carezze e per gli schiaffi, per i manici degli spazzoloni dietro la schiena, per le risate, per avermi insegnato a ammassare e a ballare il liscio… per esserci stata SEMPRE! Saluta nonno e tornate a ballare il valzer insieme”. 

In segno della missione compiuta in vita lascia tre figli, 5 nipoti e 7 pronipoti, unitamente a due grandi insegnamenti come la dedizione totale alla Famiglia intera e la grandezza della forza d’animo scaturente da una sensibilità interiore non comune a tutti. Buon viaggio a lei e condoglianze alla Famiglia da parte della Redazione del Capoluogo.