Tecnocall, i lavoratori scrivono a Giorgia Meloni

16 gennaio 2024 | 15:02
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Tecnocall, i lavoratori scrivono a Giorgia Meloni

I 117 lavoratori Tecnocall che rischiano di perdere il lavoro, con il passaggio al mercato libero, scrivono una lettera a Giorgia Meloni

Tornano ad alzare la voce i lavoratori Tecnocall, anzi questa volta scelgono di scrivere una lettera direttamente alla Premier, Giorgia Meloni.

117 lavoratori in bilico. I dipendenti del contact center Tecnocall impegnati nel servizio di customer del settore energia del mercato tutelato rischiano di restare senza lavoro, con il passaggio al mercato libero. Per questo hanno deciso di rivolgersi a Giorgia Meloni, scrivendole una lettera e raccontando la loro situazione. La lettera segue la missiva già inviata dal Cardinale Giuseppe Petrocchi, che aveva già illustrato all’attenzione della premier Meloni il limbo in cui i dipendenti si trovano a vivere.
“Siamo donne e uomini, cittadini e cittadine dell’Aquila – scrivono i lavoratori – parte del collegio elettorale che ha visto la sua elezione in parlamento. Siamo lavoratori e lavoratrici che, a breve, vivranno uno dei drammi occupazionali del Paese. Lavoratori che, a breve, potrebbero ritrovarsi vittime non di una crisi di impresa dettata da scelte imprenditoriali, bensì della perdita del lavoro per effetto delle novità normative adottate per il passaggio dal mercato tutelato dell’energia al mercato libero“. 

“Non spegnete il lavoro”lo slogan con cui i dipendenti aprono la loro lettera alla Premier, un messaggio lanciato a chiare lettere anche nel corso della Fiera dell’Epifania a L’Aquila, che ha visto la solidarietà mostrata da tutti gli ambulanti presenti alla tradizionale manifestazione cittadina.
Ricordiamo che si tratta dei dipendenti Tecnocall del sito di Monticchio.
“La vicenda turba la nostra ordinaria vita lavorativa”, è il Messaggeroche riporta alcuni stralci della missiva – Nel corso della scorsa estate, tramite interlocuzioni con la politica abruzzese, peraltro espressione del suo partito, eravamo stati tranquillizzati sulla continuità occupazionale. […] Purtroppo, questa salvaguardia non ha poi trovato conferma nel Decreto legge 181, che ha previsto invece la cancellazione della clausola sociale“. 
I lavoratori raccontano anche la loro attività di mobilitazione avvenuta in questi ultimi mesi, per concludere: “Abbiamo deciso di rivolgerci a lei, presidente, nel suo ruolo di massima autorità esecutiva del Paese e quale espressione e rappresentante politico di questo territorio, affinché lei possa intervenire a ristabilire una norma di civiltà che garantisca a tutti noi la continuità lavorativa e salariale“.