Cronaca giudiziaria

Morte Tiberio Giorgi, riparte il processo

Riprende oggi, in Tribunale a L'Aquila, il processo sulla morte di Tiberio Giorgi, 22enne di Arischia, investito e ucciso da un'auto il 20 agosto 2019

Oggi ripartirà in Tribunale il processo a carico di Marco Di Giulio, 52enne dell’Aquila, accusato di omicidio stradale per la morte del 22enne Tiberio Giorgi, di Arischia.
Il giovane era stato investito mentre correva sulla statale 80, ad agosto 2019.

L’ultima udienza c’era stata quasi un anno fa, in data febbraio 2023, ma oggi si ricomincia. Riprende oggi, in Tribunale a L’Aquila, il processo sulla morte di Tiberio Giorgi, 22enne di Arischia, investito e ucciso dall’auto guidata dal 52enne Marco Di Giulio il 20 agosto 2019, poco dopo le 19.
Secondo la richiesta di rinvio a giudizio, come riportato dal Centro, Di Giulio «mentre percorreva con la sua auto la strada statale 80, con direzione di marcia Campotosto-L’Aquila, proveniente da curva a visuale coperta in prossimità dell’intersezione con la strada locale via Macindole (zona Arischia) – per colpa consistita in negligenza e non usando la massima prudenza al fine di evitare incidenti, non rispettando la segnaletica verticale del limite di velocità pari a 50 chilometri orari, tenuto conto anche della presenza di una intersezione […]- investiva il pedone Tiberio Giorgi, proveniente da via Macindole ed in procinto di attraversare la strada statale 80, colpendolo al fianco sinistro del corpo».

Giorgi, studente universitario, stava facendo footing quando fu investito da un’Alfa 164, condotta da Di Giulio, che rientrava dal lavoro in un’azienda agroalimentare di Campotosto. L’investitore era risultato negativo ai test di rito e non si era dato alla fuga. Il rinvio a giudizio è scattato dopo alcune novità arrivate grazie ad un’app installata sul telefonino della vittima. Un’app che permette di monitorare la distanza percorsa dal 22enne e di ricostruire il tragitto da lui percorso fino al momento dell’incidente.
Il sostituto procuratore Picuti, che si è avvalso della consulenza del perito informatico Cristian Franciosi, e dell’ingegnere forense Cristiano Ruggeri, ha chiesto il processo a carico del conducente, poiché da entrambi i cellulari – sia da quello della vittima che da quello dell’investitore – sono stati esportati dati ritenuti utili all’inchiesta. Tra questi, appunto, quelli ottenuti dall’app citata, che era attiva al momento dell’incidente mortale. Dati che hanno accertato la presenza di alcuni profili di colpa da parte di Di Giulio: da qui la decisione di non archiviare il fascicolo e di mandare a processo l’investitore.

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