Luciano D’Amico e la corsa alla carica di presidente, l’Abruzzo torni ad essere terra di possibilità

20 gennaio 2024 | 09:14
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Luciano D’Amico e la corsa alla carica di presidente, l’Abruzzo torni ad essere terra di possibilità

Luciano D’Amico, candidato presidente alle elezioni regionali, a Grandangolo. “Rendiamo l’Abruzzo attrattivo. Io sono stato fortunato e vorrei impegnarmi per dare ai giovani le stesse possibilità che questa regione ha saputo offrirmi”.

Luciano D’Amico, candidato alla carica di presidente alle elezioni regionali d’Abruzzo, ospite di Grandangolo. “Fermiamo la migrazione dei giovani, rendiamo l’Abruzzo attrattivo e miglioriamo la sanità pubblica. Posso dire di essere stato fortunato, negli anni, e oggi vorrei impegnarmi attivamente affinché anche i giovani abbiano le stesse opportunità che ho avuto io”. 

Luciano D’Amico, professore universitario, già rettore dell’Università di Teramo e già presidente dell’allora Arpa, azienda di trasporto pubblico abruzzese. Oggi, la sfida elettorale a rappresentare il centrosinistra, da candidato presidente della Regione Abruzzo.
“Vivo quest’avventura con passione, interesse e con grande senso di responsabilità”, esordisce D’Amico.
Ritengo che nella vita di ciascuno di noi, soprattutto per chi ha avuto la fortuna di avere delle opportunità per costruire il proprio percorso di carriera, arrivi, ad un certo punto, una situazione in cui diventa importante impegnarsi afficnhé anche gli altri possano avere queste stesse opportunità. Io posso dire di averne avute tante, da figlio di una famiglia di umili origini. E le possibilità avute mi sono state garantite proprio da questa terra. Negli anni ho potuto disegnare un percorso di lavoro che mi ha gratificato non poco e ho realizzato alcuni miei sogni. Per questo, oggi voglio impegnarmi affinché altri possano avere ciò che ho avuto io. Credo che sia importante dedicare le proprie energie per contribuire al rilancio dell’Abruzzo, per fare in modo che i giovani non siano più costretti ad allontanarsi”. 

Assistiamo ad un fenomeno migratorio che forse avevamo conosciuto solo negli anni ’50 e ’60, fenomeno che priva la regione delle sue migliori risorse: giovani qualificati che sono costretti ad andar via poiché non trovano occasioni di lavoro. Questa è la principale situazione di crisi che vorrei poter cambiare, per procedere speditamente a riconquistare opportunità di sviluppo economico e di crescita sociale e culturale”. 

Lavoro significa anche attrattività.Il sistema economico regionale deve tornare ad essere competitivo: in questo senso, un ente come la regione può svolgere un ruolo di regista, di promozione della sua competitività, offrendo infrastrutture materiali ed immateriali alle imprese, agli enti, alla pubblica amministrazione. Ma le infrastrutture materiali regionali sono, ad oggi, ferme a 50 o 60 anni fa e richiedono un ammodernamento affinché siano rese compatibili con i nuovi metodi di produzione. Abbiamo bisogno di porti industriali, di autostrade sicure e non intasate dal traffico, come accade, ad esempio, sull’autostrada Adriatica. Abbiamo bisogno di un sistema ferroviario che consenta non solo collegamenti agevoli tra l’Abruzzo e le altre regioni, ma che permetta anche di trasportare su ferro un importante volume di merci, qual è quello che caratterizza il settore manifatturiero regionale, cuore pulsante della nostra economia. E poi abbiamo bisogno di infrastrutture materiali, cioè formazione, elevata specializzazione, cultura d’impresa. L’ente regionale può e deve fare molto su questo fronte, affiancando le imprese in un percorso di innalzamento del livello tecnologico e rendendo, per queste imprese, attrattivo scegliere il nostro territorio per i loro insediamenti”. 

Sul fronte sanità, qual è la sua visione?
“Uno dei padri costituenti, Marchesi – sul dibattito tra scuola pubblica e scuola privata – disse che la scuola privata deve esistere, ma deve essere una scelta per il cittadino, non un obbligo. Un concetto con cui intendeva sottolineare che è necessario anzitutto creare una scuola pubblica che possa soddisfare le esigenze del cittadino. Quindi, il cittadino deve poter fare la sua scelta. Questa visione la riferirei alla Sanità: è importante che la Sanità privata resti una scelta, in quanto stiamo parlando di un servizio essenziale. Tutti hanno diritto ad essere curati, ad accedere alle cure: questa è la più grande conquista della storia della Repubblica. Ciò richiede, quindi, che la sanità pubblica sia efficiente, affinché il cittadino non debba sentirsi costretto a rivolgersi alle strutture private. Purtroppo, ad oggi sempre meno questa sanità pubblica riesce a dare risposte alle domande dei cittadini per tutta una serie di problemi: ad iniziare dalla risorse insufficienti e da diverse strozzature che complicano il funzionamento del sistema. Ostacoli che bisogna rimuovere”. 

Luciano d'amico grandangolo

L’intervista completa