La rubrica “Tutti i Santi giorni” del 23 gennaio: oggi si commemora Santa Emerenziana.
Il 23 gennaio si commemora Santa Emerenziana. Vissuta tra la fine del III secolo e l’inizio del IV secolo, vergine e martire cristiana. Le poche notizie su Santa Emerenziana si devono per lo più a un racconto agiografico della passio latina di sant’Agnese, opera di ignoto autore del V secolo, in cui si narrano le vicende successive alla morte della santa. Stando al racconto, Emerenziana era una fanciulla coetanea di Agnese, di cui è ricordata come sorella di latte, cosa che non farebbe pensare ad un vero e proprio legame di parentela tra le due. La nascita di Santa Emerenziana sarebbe da collocare intorno al 291-292; la giovane, pur essendo cristiana, era ancora catecumena non avendo ancora ricevuto il sacramento del battesimo. Secondo l’agiografia cristiana fu lapidata da pagani presenti lungo la Via Nomentana a Roma presso il sepolcro di Santa Agnese il giorno del suo funerale, durante le persecuzioni di Diocleziano. Si narra che furono proprio i genitori di Agnese a seppellire Santa Emerenziana “in confinio agelli beatissimae virginis Agnes” cioè nel cimitero, a poche centinaia di metri dal luogo dove era stata deposta la loro figlia.
Nelle raffigurazioni più antiche, come nell’affresco del IV secolo nel Coemeterium Maius di Roma, Emerenziana appare in gruppo con gli altri martiri. Il culto individuale inizia intorno all’VIII secolo a seguito dell’istituzione di una speciale commemorazione liturgica in suo onore il 23 gennaio, due giorni dopo la festa di Sant’Agnese. Le reliquie della santa furono trasferite intorno all’XI secolo nella basilica di Sant’Agnese fuori le mura a Roma insieme alle spoglie mortali della sorella di latte. Per volontà di papa Paolo V, nel 1615, i resti sono stati accolti in una cassa d’argento e sistemati sotto l’altare maggiore della basilica.
Santa Emerenziana viene spesso rappresentata come una giovane fanciulla con delle pietre sul suo grembo, in riferimento al racconto della sua lapidazione, o reggente la palma del martirio o un giglio, simbolo di purezza virginale.