Giorni della merla, una storia antica tutta da raccontare

26 gennaio 2024 | 04:50
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Giorni della merla, una storia antica tutta da raccontare

Giorni della merla: perchè il periodo più freddo dell’inverno si chiama così? Quest’anno inversione di rotta con l’arrivo dell’anticiclone ‘mangia-inverno

La fine di gennaio è associata da sempre al periodo più freddo dell’anno: sono i giorni della merla, in cui si battono i denti, più del solito e c’è tanta voglia di camino, vino rosso e polenta. Ma non sarà così quest’anno: stando alle previsioni, l’anticiclone tornerà ad essere protagonista, facendo aumentare le temperature nell’ultima settimana di gennaio.

I giorni della merla, da che è storia, cadono gli ultimi 3 di gennaio o gli ultimi 2 e il primo di febbraio. Tra storia e leggenda la loro origine è antica e controversa e, come in tutte le belle storie, affonda le radici nel mondo rurale e contadino. Le storie legate ai giorni della merla sono belle, e sono tutte da raccontare ai più piccoli, magari proprio davanti al fuoco. Quest’anno, probabilmente, stando alle previsioni, potremo solo raccontare ai bambini perchè i giorni della merla si chiamano così. Da un punto di vista metereologico sembra assodato che un’ondata di caldo anomalo – l’ennesima da un paio di anni – è pronta ad abbracciare l’Italia sancendo sostanzialmente la fine dell’inverno già da questa settimana. Dopo il freddo artico che ha lambito la Penisola portando gelo e neve nella prima metà di gennaio, il ritorno in largo anticipo dell’anticiclone africano provocherà un rapido duraturo innalzamento delle temperature, con picchi di 20 gradi nelle regioni del Sud.

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I giorni della merla hanno anche una lettura in chiave climatologica: quando sono freddi ci sarà una bella primavera. Quando sono caldi, invece, bisognerà aspettare per avere un clima mite. E insomma, visto che le temperature sembrano sul punto di alzarsi, la tradizione vorrebbe che la priverà tarderà ad arrivare.

I giorni della merla

Storie e leggende sui giorni più freddi dell’anno

Una delle tante, forse la più suggestiva, racconta di una merla con i suoi figli bianchi che proprio in quei giorni si rintanarono in un comignolo. I piccoli erano bianchi e uscirono neri, il primo febbraio, a causa della fuliggine. Questo, secondo la storia, avrebbe portato all’origine dei merli neri, i comuni Turdus merula. Un’altra storia parla di una merla dal piumaggio candido che non sopportava il clima freddo di gennaio. Un anno fece provviste e si chiuse nella tana, ma in quel periodo fu un gennaio molto breve, di soli 28 giorni. L’ultimo di gennaio la merla uscì dal suo nido e iniziò a cantare per sbeffeggiare il mese. Di tutta risposta, gennaio chiese in prestito tre giorni a febbraio e fece tre giorni di freddo gelido, con neve, vento e pioggia. La merla dovette restare chiusa, così, per le 72 ore a cavallo tra i due mesi. Nel frattempo, quando l’animale uscì, si rese conto che le piume erano diventate nere per la fuliggine del camino.
Un’altra leggenda molto nota è quella che parla di Tibaldo e Merla due giovani innamorati piemontesi che volevano sposarsi. Lei era bellissima, tanto che in tutto il contado si diceva: “Bella come la Merla”. Tra lei e Tibaldo, però, c’era un rapporto di parentela: i due erano cugini. Le famiglie osteggiavano il loro desiderio di sposarsi, ma i due giovani riuscirono ad ottenere il permesso dal vescovo locale. Il matrimonio sarebbe stato celebrato proprio dal Vescovo, che, tuttavia, abitava oltre il Ticino (o il Po, le fonti sono discordi). Nei giorni stabiliti per le nozze, però, il Ticino era un’autentica lastra di ghiaccio. Riuscirono ad attraversare il fiume e carezzarono la possibilità di pattinare su quelle acque cristalline, per festeggiare le nozze nel divertimento. Fino a quando la lastra di ghiaccio si ruppe e la sposina precipitò nelle acque gelide. Tibaldo restò per tre giorni a piangere su quella crepa.

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