Grandangolo

Elisoccorso, quando la salvezza arriva dall’alto: pronti ad affrontare ogni criticità

A Grandangolo il dottor Pierfrancesco Fusco, da 20 anni medico impegnato nel servizio dell'elisoccorso del 118, referente della base operativa aquilana e Direttore della UOC Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore dell'ospedale di Avezzano. 

A Grandangolo il dottor Pierfrancesco Fusco, da 20 anni medico impegnato nel servizio dell’elisoccorso del 118, referente della base operativa aquilana e Direttore della UOC Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore dell’ospedale di Avezzano.

Spesso rappresentano “l’ultima spiaggia”, l’estremo tentativo di far fronte a una situazione disperata in ambienti altrettanto difficili. Sono gli “angeli” dell’elisoccorso, che intervengono nei casi più gravi e più difficili da raggiungere, con una squadra fatta di operatori sanitari (medico e infermiere), tecnici del Soccorso Alpino e naturalmente l’equipe aeronautica. A parlarne per la rubrica Grandangolo, il dottor Pierfrancesco Fusco, da 20 anni medico impegnato nel servizio dell’elisoccorso del 118, referente della base operativa aquilana e Direttore della UOC Anestesia, Rianimazione e Terapia del Dolore dell’ospedale di Avezzano.
Innanzitutto un pensiero alle vittime del terribile incidente di sette anni fa sul monte Cefalone: “Quando accadono eventi tragici come quello, non possiamo far altro che guardare avanti, basandoci sull’esperienza negativa per migliorare. Ed è quello che abbiamo cercato di fare”.
Quindi le procedure, dalla chiamata che arriva al 118 alla scelta di far decollare l’elisoccorso, “a seconda della problematica e della situazione orografica e ambientale, date che le ambulanze possono raggiungere ogni luogo”. A quel punto arriva la valutazione del pilota sulla possibilità di intervento, in considerazione delle condizioni meteo e quindi l’intervento con un vero e proprio “piccolo ospedale” in volo, con tutte le attrezzature necessarie per intervenire in ogni criticità. Tra le attrezzature in dotazione, la barella verricellabile, un ventilatore meccanico, un monitor per pressione e saturazione con funzione anche di defibrillatore e tutto il necessario per il primo soccorso. Medico e infermiere, inoltre, sono dotati di uno zaino con farmaci e dispositivi sanitari, adrenalina, per essere il più possibile autonomi in caso l’elicottero non possa atterrare e debbano calarsi col verricello e con lo stesso strumento portare a bordo la persona soccorsa.
Due sono gli elicotteri che si dividono “a metà” gli interventi in Abruzzo, uno con base a L’Aquila e l’altro con base a Pescara.

L’intervista integrale:

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