La Giornata della Memoria tra storia, significato e riflessioni

27 gennaio 2024 | 13:41
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La Giornata della Memoria tra storia, significato e riflessioni

La Giornata della Memoria: dagli orrori del passato verso una società più giusta.

La Giornata della Memoria: dagli orrori del passato verso una società più giusta.

La Giornata della Memoria, affinché nessuno dimentichi mai, è uno straordinaria occasione che serve a mantenere vivo il ricordo di milioni di ebrei innocenti vittime dell’Olocausto, tra il 1934 ed 1945. Ad opera dei nazisti con l’uccisione di omosessuali, oppositori politici, rom e sinti. Ciò attraverso mostre, programmi televisivi, presentazioni di libri e concerti che si alternano, oggi, in tante città del Paese. Oserei dire che l’Olocausto è la pagina più buia, insieme alla scelleratezza e la pazzia della guerra, della storia dell’umanità che non dovrà essere mai dimenticata. A questo proposito mi piace ricordare quanto diceva giustamente Primo Levi nel suo libro, Se questo è un uomo, capolavoro della letteratura mondiale: “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono essere nuovamente sedotte ed oscurate: anche le nostre”.
Gli uomini e le donne di buona volontà del nostro amato Paese si devono impegnare, partendo dagli orrori e dai ricordi del passato, nella costruzione di una società più giusta e più umana nella ferma convinzione che qualsiasi forma di discriminazione avvelena il clima di serena e pacifica convivenza. Una società civile, come la nostra, degna di essere definita tale non può e non deve assolutamente permettere che rigurgiti violenti, con il suo carico di odio, tipici di un nefasto passato, continuino ad esistere. La giornata odierna deve essere un monito per i giovani ed una speciale occasione di riflessione e approfondimento storico – culturale con lo sguardo rivolto ai grandi valori di rispetto e solidarietà in grado di supportare la serena e pacifica convivenza in cui hanno trovato, da sempre, soluzione i problemi di tutti. In definitiva riconoscere la propria identità significa prendere visione di quella degli altri condividerla ed abbandonare ogni forma d’intolleranza. Fermo restando che gli orrori non possono e non debbono essere dimenticati E veniamo alla storia della giornata della memoria. Essa fu istituita il 27 gennaio del 2000, in Italia e nel 2005 nel resto del mondo per ricordare l’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, da parte della 60esima armata dell’ esercito sovietico. Siccome la voce dell’imminente liberazione si era diffusa già alcuni giorni prima le SS iniziarono ad evacuare il campo di sterminio facendo marciare 60mila prigionieri. Di costoro , riportano fonti storiche, tra 9.000 e 15.000 perirono durante il tragitto di cui la maggior parte uccisi perché non riuscivano a tenere i ritmi di marcia altri , circa 9.000 , furono lasciati nei campi di concentramento in quanto malati. i Nazisti volevano cancellare quante più prove possibili dei crimini e degli orrori commessi. Nessun autentico democratico, dotato di un pizzico di sensibilità ed umanità, amante della pace e della concordia sociale dovrà mai dimenticare. Concludo questo articolo con una frase di Lia Levi giornalista e scrittrice – che nulla ha che fare con Primo Levi , solo le comuni origini ebraiche – “Ricordare non basta, il ricordo non resta lì per sempre. A volte ci si emoziona per un attimo e poi tutto vola via. Perché resti, questo è il punto, il ricordo si deve trasformare in memoria. Memoria è quando i ricordi sono diventati mattoncini del nostro oggi. Noi siamo qui e rappresentiamo il presente, lo sappiamo, ma senza il passato non avremmo senso, saremmo una scatola”.