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Scuola primaria Di Genova, niente prime classi

L'AQUILA - Alla scuola primaria Di Genova non verranno riformate le prime classi. Iscrizioni invalidate.

L’AQUILA – Alla scuola primaria Di Genova non verranno riformate le prime classi. Iscrizioni invalidate.

“Nei giorni in cui le famiglie sono alle prese con le iscrizioni di figli e figlie alle scuole di ogni ordine e grado, accade all’Aquila che le famiglie che scelgono la scuola primaria Di Genova, appartenente all’IC Dante Alighieri, stanno ricevendo in queste ore comunicazione di invalidamento della domanda presentata e si trovano, quindi, in condizione di dover individuare una scelta diversa”. Lo annuncia Miriam Anna Del Biondo, Segretaria Generale FLC CGIL  provincia dell’Aquila, spiegando: “La Dirigente Scolastica, infatti, sta respingendo le iscrizioni alle classi prime decretando così la fine di una scuola primaria che ha una lunga storia e che, purtroppo, subisce l’incapacità di riflettere per tempo e modo sui problemi della città e delle sue scuole. Perché, se la ragione per l’azione della Dirigente Scolastica è l’oggettiva mancanza di spazi per accogliere le due classi prime che si formerebbero, è pur vero che la situazione poteva essere risolta con serenità, con tempi distesi e con una visione prospettica. Magari in concertazione tra la scuola e il Comune dell’Aquila che, ormai da anni, dimostra di non avere intenzione di ricostruire le scuole o di adeguare, anche relativamente alla sicurezza e all’idoneità didattica degli spazi, gli edifici pre-esistenti. Ossia i pochi, tra cui la Gianni Di Genova, non distrutti completamente dal terremoto. Ricordiamo, infatti, che, a quasi 15 anni dal sisma, le scuole aquilane non sono state ancora ricostruite, nonostante piani e proclami che non hanno visto finora concreta ed armonica realizzazione. La Scuola Primaria Gianni Di Genova, già Colle San Giacomo, è una scuola di quartiere. Costruita negli anni settanta, rientra in quella visione, ormai perduta, per cui all’interno di un vasto complesso popolare la scuola era considerata parte integrante dell’offerta abitativa. La scuola, in quegli anni, era presidio sociale e culturale dello Stato e degli enti decentrati. Tempo pieno conclamato, Colle San Giacomo rispondeva all’esigenza anche delle donne lavoratrici del quartiere con l’offerta delle 40 ore settimanali. La piccola scuola si è sempre distinta per la ricca e prestigiosa offerta formativa che, negli anni, l’ha trasformata in una delle scuole più richieste della città. In questa scuola, proprio grazie all’eterogeneità dell’utenza che, ormai supera il quartiere, si realizza pienamente e virtuosamente un processo di inclusione tra bambini e bambine provenienti da realtà socio economiche molto differenti. Sopravvissuta al sisma, nel 2010 la scuola fu intitolata al compianto maestro Gianni Di Genova che l’aveva frequentata come docente e come genitore e che, insieme ad altri insegnanti della più bella generazione di docenti che la scuola italiana abbia avuto, ne aveva tracciato la connotazione di inclusività e di apertura didattica e sociale. È chiaro che, soprattutto in seguito al sisma del 2009, con la città trasformata e le famiglie diversamente collocate rispetto al passato, la struttura originale non ha più la capienza per ospitare una doppia sezione. Ma questo si sa ormai da anni. Ci stupisce dunque che la Dirigente Scolastica non abbia trovato, insieme al Comune dell’Aquila, una soluzione razionale, intelligente e praticabile da elaborare con tempi distesi e senza scontentare nessuno. In piena fase di iscrizioni, si ‘scopre’ che  la Gianni Di Genova non può ospitare le due prime classi che si formerebbero sulla base delle iscrizioni già avvenute. La Dirigente Scolastica non trova altra soluzione percorribile se non quella di invalidarle. Sembrerebbe permetterglielo la circolare sulle iscrizioni del che, al punto 2.3 dell’art. 2 recita che “ È compito del dirigente scolastico individuare il numero massimo di iscrizioni accoglibili, in ragione delle risorse di organico, nonché del numero e della capienza delle aule e degli spazi disponibili. Pertanto, prima dell’acquisizione delle iscrizioni, nell’ipotesi di richieste in eccedenza, la scuola definisce criteri di precedenza nell’ammissione, mediante delibera del Consiglio di istituto da rendere pubblica con affissione all’albo, con pubblicazione sul sito web dell’istituzione scolastica e, per le iscrizioni on line, in apposita sezione del modulo di iscrizione personalizzato dalla scuola”. Usiamo il condizionale perché non abbiamo certezza che i passaggi indicati dalla nota ministeriale siano stati esperiti. La Dirigente Scolastica proponeva in alternativa lo spostamento delle classi quinte nell’edificio della scuola secondaria di I grado Dante Alighieri. Non trovando disponibilità in tal senso, ricorre all’atto estremo di invalidare le iscrizioni già avvenute. La proposta di spostare le quinte, oltre a comportare l’interruzione della continuità interna prioritaria rispetto a quella verticale, impedendo, per esempio, la possibilità della didattica per classi aperte, dimostra se non altro, poca attenzione all’impianto psico-pedagogico e alle possibilità didattiche e metodologiche della scuola del primo ciclo di istruzione. Altre possibilità, pur superficialmente vagliate dalla Dirigente, sarebbero state meno traumatiche. Avrebbero previsto sicuramente e temporaneamente problemi di natura tecnica, certamente più facili da risolvere che non lo smembramento di una scuola primaria. Qualunque soluzione ora si dovesse trovare, qualora la Dirigente tornasse sui suoi passi o l’USR, cui i genitori hanno chiesto di essere ascoltati, decidesse di intervenire resta il fatto che non bisognava arrivare a questo punto e che bisognava agire per tempo. Soprattutto resta la grave responsabilità dell’ente locale a non favorire ricostruzione, ampliamento ed adeguamento di spazi esistenti (come in questo caso) in modo e misura tali da tener conto della città trasformata dal sisma e sulla quale, anche questa volta, pesa la mancanza di una progettualità diffusa, partecipata ed inclusiva. La mancata ricostruzione di qualsivoglia edificio scolastico pubblico (quelli privati e religiosi sono stati ricostruiti) in centro ha favorito, negli anni l’affollamento delle scuole periferiche che, come in questo caso, rischiano di soccombere, anche sotto la spinta di un sistema di competizione aziendalistica che porta all’accaparramento delle iscrizioni, da sottrarre ad altre istituzioni, spesso senza riflettere sulle conseguenze. Le classi, infatti, hanno uno sviluppo prevedibile e  che necessita di spazi adeguati e sicuri. La FLC CGIL chiede che si trovi una soluzione che allontani la possibilità della chiusura della Scuola Primaria Gianni Di Genova. La mancata formazione delle classi prime per l’anno scolastico 24/25 a questo apre la strada. Crediamo che questa città non possa permettersi la perdita di una realtà scolastica eccellente che si è sempre distinta per l’offerta formativa e per la serenità sociale che vi si respira”.

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