Abruzzesi nel mondo

Il diplomatico aquilano Alessandro Ferranti tra difesa e sicurezza

Il diplomatico aquilano Alessandro Ferranti tra difesa e sicurezza. L'approfondimento a cura di Sergio Venditti

Il diplomatico aquilano Alessandro Ferranti tra difesa e sicurezza.

Tra i prestigiosi ranghi della diplomazia italiana che hanno origini abruzzesi abbiamo già tracciato biografie eccellenti di Ambasciatori passati e tuttora in servizio, come S.E. Roberto Natali ed Alessandro Monti, ma anche del Ministro Plenipotenziario, Stefano Canzio, ora dirigente in distacco presso il gruppo internazionale “Mundys Spa”. Un vertice che è seguito anche da altri diplomatici, come i Consiglieri Pierluigi Simonetti, Antonio Petrarulo, Giulio Del Federico, Elena Claudia Di Vito, Laura Ranalli, Beatrice Vecchioni ed altri ancora che stanno scalando la carriera diplomatica, in tutte le sedi delle nostre rappresentanze nel mondo e presso lo stesso MAECI, dove tornano periodicamente. In questo quadro è ricompreso anche il Diplomatico Alessandro Ferranti, nato nel capoluogo d’Abruzzo il 6 agosto 1970. Dopo gli studi superiori si è laureato presso la Luiss di Roma in Scienze Politiche nel 1995, seguita nel 2009 da quella in Scienze della Sicurezza Interna ed Esterna, sempre nella Capitale, all’Università di “Tor Vergata”. A seguire il Dott. Ferranti ha superato il concorso di Segretario di legazione, in prova, per accedere nella carriera diplomatica, frequentando l’Istituto Diplomatico, per la relativa formazione, nel 2001. Da lì accedendo al MAECI, presso la D.G. “Promozione e Cooperazione Culturale”.

Dopo questi essenziali passaggi il Dott. Alessandro Ferranti è stato nominato Segretario di legazione. Dal 2001 lo stesso distacco nella Segreteria particolare del Sottosegretario di Stato. Nel 2004 è arrivato l’incarico di Segretario commerciale, presso l’Ambasciata d’Italia a Città del Messico, dove entrò nel ruolo di Primo Segretario. Dopo la partenza per il vicino Guatemala, con le stesse funzioni, con la sua permanenza nel Paese fino al 2011. L’anno successivo rientrò nella Segreteria particolare del Sottosegretario di Stato e fino al 2013 nella Segreteria del Vice Ministro. Alla fine di quell’anno fu nominato Console Generale in Marocco a Casablanca e, successivamente, Consigliere dell’Ambasciata d’Italia, in Grecia, ad Atene, divenendone Vice Ambasciatore, dove egli ha ricordato nel 2020, presso il Municipio di Elassona, il martirio di “Domenikos” nel 1943. Una grande esperienza maturata in quegli anni, sui vari scacchieri internazionali, che hanno fatto del Dott. Ferranti un vero cultore diplomatico, come dire “esperto del generale”, ma anche attento osservatore su alcune materie “sensibili” sempre riferite ai temi della difesa e della sicurezza.

Su questi aspetti la sua “penna del diplomatico” si è esercitata, su temi altamente attuali: “L’ICT con la rivoluzione che ne è conseguita ha dato vita a nuove realtà, che anche le organizzazioni militari moderne sono chiamate a cavalcare o a subire e provocherà notevoli cambiamenti nel fenomeno Guerra, sia dal punto di vista pratico sia dal punto di vista teorico e filosofico, rendendola al tempo stesso originaria e rivoluzionaria”. Uno studio con al centro il progetto della costituzione di un’Identità di Sicurezza e di Difesa Europea, con particolare riferimento ai rapporti tra NATO-UE-UEO e tra l’EUROPA e gli USA, nonché al dibattito sull’integrazione degli eserciti europei e delle politiche economiche ed industriali, in materia di armamenti”. Una riflessione fortemente presente nell’attuale dibattito politico-istituzionale, di fronte alle grandi instabilità e tensioni internazionali, con le guerre aperte in Paesi come l’Ucraina, invasa dalla Russia ed in Medio Oriente, di nuovo in fiamme, con il conflitto tra Israele ed Hamas, per di più tra uno Stato sovrano ed una organizzazione terroristica. Ed ancor più viva la recente “Raccomandazione del Parlamento Europeo al Consiglio, alla Commissione ed al Vice Presidente della Commissione/Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, concernente il ruolo della diplomazia preventiva nell’affrontare i conflitti congelati nel mondo: Un’occasione mancata o un cambiamento per il futuro”.

Su questa sollecitazione la diplomazia, ma ancor più la politica e le istituzioni tutte, specie con le sue organizzazioni internazionali, debbono seriamente fare autocritica sui propri limiti nell’affrontare gli scenari preventivi diventati reali, con gli stessi conflitti, mai congelati, ma a “bassa intensità”, accesisi in pericolose guerre a catena, con il rischio di divenire generali. Per non parlare degli scontri armati tra Stati e gruppi separatisti, che secondo i diversi organismi indipendenti farebbero salire il numero complessivo di conflitti, fino a sessanta, in tutto il mondo, mai così alti dal dopoguerra.

“La Terza Guerra Mondiale a pezzi è oramai un conflitto globale”, Papa Francesco

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