Politica

Aree interne, Pierpaolo Pietrucci: “Cultura fondamentale per futuro dei paesi montani”

Aree interne, Pierpaolo Pietrucci (PD): "Per i nostri paesi montani la cultura è fondamentale".

Aree interne, Pierpaolo Pietrucci (PD): “Per i nostri paesi montani la cultura è fondamentale”.

“Quando parliamo del futuro delle aree interne, pensiamo innanzitutto – e giustamente – alle condizioni economiche, ai costi della vita, ai servizi sanitari e scolastici, di trasporto. Ma non dobbiamo dimenticare mai il ruolo insostituibile della cultura come elemento di coesione sociale, di attrazione turistica, di crescita civile”. Così il consigliere regionale PD Pierpaolo Pietrucci, ricandidato alle elezioni del 10 marzo, che aggiunge: “Penso con orgoglio e nostalgia ai tempi in cui la Regione con tenacia proteggeva e investiva nei presìdi culturali rappresentati dalle Agenzie di Promozione Culturale (ex Centri Servizi culturali). Quello di Rocca di Mezzo, ad esempio, fu un esempio prezioso perché collegato con le istituzioni culturali più prestigiose e brillanti: lì si tenne uno dei primi concerti decentrati dell’Orchestra Sinfonica, la prima teatrale di “La Passione” con Elsa Merlini, due produzioni del TSA e concerti diretti da Ennio Morricone. E poi c’era la Biblioteca con le sue attività quotidiane rivolte ai cittadini, alle scuole, ai turisti. Ora, nonostante l’avvenuto passaggio alla Regione delle ex Biblioteche provinciali dal 2014 abbiamo avuto un progressivo impoverimento delle strutture vocate alla tutela, valorizzazione e promozione culturale. Per le “ovvie” ragioni finanziarie con cui si giustifica ogni disimpegno istituzionale, la fotografia attuale, avvilente e impietosa del legislatore regionale, ci consegna strutture per lo più deserte, demotivate, se non affidate a persone incapaci di “reggere” la materia. Addirittura, di fronte alla mancanza cronica di personale, invece di prevedere in un Piano di programmazione concorsuale, sì è preferito attingere alle liste dei percettori del reddito di cittadinanza. Fermo restando che un azzeramento delle APC nelle città capoluogo, consentirebbe l’accorpamento con le ex Biblioteche provinciali, la sciagurataggine della Regione diventa colpevole e dannosa quando si mettono in discussione quelle realtà periferiche e lontane che vedono la Regione matrigna (Rocca di Mezzo, Castel di Sangro, Nereto e Val Vibrata, Vasto, Avezzano, Lanciano e Sulmona unici presidi di rappresentanza dell’ente). Con il pensionamento dei “vecchi” operatori culturali l’APC di Rocca di Mezzo con la biblioteca di oltre 40mila volumi è desolatamente chiusa. Gestita, pare, da una sola persona che per regolamento, essendo solo, non può aprire al pubblico. E dire che la biblioteca di  Rocca di Mezzo è citata nel libro di Maria Cecilia Cuturi tra quelle medio-piccole più belle d’Italia!”.

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