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Lo Scalco dell’Aquila, il ristorante rinato dalle macerie in Piazza San Pietro

Lo Scalco dell'Aquila, una storia di piatti, tradizioni e passione cominciata nel 1935, a Pizzoli. Un progetto che nasce dallo storico ristorante Delfina, che avrebbe dovuto sbarcare in Piazza San Pietro il 12 aprile 2009, prima che il terremoto cambiasse la storia

Lo Scalco dell’Aquila, una storia di piatti, tradizioni e passione cominciata nel 1935, a Pizzoli, da un’idea di Aurora e Pietro, subito raccolta da Delfina. Da allora, il ristorante Delfina è cresciuto e si è fatto amare, fino ad arrivare a L’Aquila, in Piazza San Pietro, con un nuovo nome e una nuova identità. A gestirlo, oggi, è Massimiliana, figlia della quinta generazione della famiglia Ippolito. “Avremmo dovuto inaugurare il locale il 12 aprile 2009. Il terremoto ha cambiato i nostri piani. Ora Lo Scalco offre alla città non solo una sala ristorante, ma spazi letterari e una galleria d’arte”.

PUBBLIREDAZIONALE – Lo Scalco dell’Aquila, storia di un amore.
Furono Aurora e Pietro ad aprire il ristorante Delfina, a Pizzoli. Era il 1935. Un locale la cui gestione passò ben presto alla loro figlia, Delfina, destinato a diventare un punto di riferimento per tanti affezionati clienti. A dimostrarlo la longeva attività: il ristorante Delfina ha continuato ad accogliere i suoi ospiti fino al 1992 nella sua sede originaria, poi il trasferimento al Cermone. Nel tempo, naturalmente, si sono susseguite anche le gestioni: oggi dietro il nuovo progetto del locale, che dal 2019 ha scelto il nome “Lo Scalco dell’Aquila”, c’è la guida di Massimiliana Ippolito, quinta generazione della famiglia, che porta avanti l’attività con entusiasmo e con una grande voglia di rinnovarsi.
Il rinnovamento, in realtà, è partito proprio nel 2019, quando c’è stato il “ritorno” in Piazza San Pietro. Accompagnato da una denominazione nuova “Lo Scalco”, appunto, che rimanda a chi, nel passaggio tra Medioevo e Rinascimento, si occupava di organizzare i banchetti dei ricchi signori, servendo le carni già trinciate e preoccupandosi di tutto ciò che riguardava l’accoglienza dei commensali.

È Massimiliana a riavvolgere il nastro con il passato. “Il ristorante Delfina è rimasto nella sua sede del Cermone fino al 2008, prima di decidere di trasferire l’attività in centro storico a L’Aquila, nella cornice di Palazzo Ciavoli Cortelli. Avevamo pensato di inaugurare il locale il 12 aprile 2009, a Pasqua. Poi, il 6 aprile c’è stato il terremoto e i nostri programmi sono stati stravolti. In Piazza San Pietro siamo arrivati, in realtà, solo 10 anni dopo. Nel mentre, nel 2012, dopo esserci riorganizzati ci siamo momentaneamente spostati nel ristorante delle 99 Cannelle.
Nel 2019, a dieci anni dal sisma, Palazzo Ciavoli Cortelli era ormai pronto e noi sentivamo che fosse giunto il momento di ‘tornare a casa’”.
Quella casa che i crolli avevano cancellato all’improvviso, prima ancora di poterla vivere: mettendo in stand-by un progetto di vita che era costato impegno, dedizione e tanti sacrifici. Già, perché il sisma aveva causato diversi danni strutturali allo storico Palazzo: il danno principale aveva riguardato la zona del salone, dove era crollata una delle volte. Il Palazzo è stato ricostruito e riconsegnato nel 2017.

Lo Scalco dell'Aquila
Lo Scalco dell'Aquila

L’arrivo in piazza San Pietro, comunque, ha riservato importanti novità nella storia del ristorante Delfina.
“Con il nostro trasferimento nella sede di Palazzo Ciavoli Cortelli, è nato Lo Scalco dell’Aquila. Il ristorante Delfina c’è sempre, ma volevamo far sì che la riapertura nella sede scelta anni prima sposasse, alla perfezione, il periodo ‘rinascimentale’ che stava e sta vivendo L’Aquila. E volevamo, al contempo, offrire alla città e alla comunità ciò di cui c’era bisogno. Lo Scalco dell’Aquila, in sintesi, è un autentico progetto: una sorta di contenitore che racchiude esigenze, necessità che si respiravano in centro negli anni in cui abbiamo lavorato alla riapertura. Necessità che si sono tradotte, nel nostro locale, nella predisposizione di spazi ulteriori, da destinare a finalità diverse da abbinare alla ristorazione. Per questo sono nati gli Horti – termine che abbiamo scelto per richiamare i salotti letterari rinascimentali – e una Galleria d’arte“, continua Massimiliana.

Nel 2019, infatti, c’era carenza di spazi espositivi in un centro storico nel pieno della ricostruzione. “Noi, invece, avevamo questo spazio e, per questo, abbiamo deciso di metterlo a disposizione dei nostri artisti. In particolare – precisa – ad una collettiva di donne i cui quadri, in esposizione nella nostra galleria, andranno all’asta a giugno. Il ricavato supporterà progetti dedicati alla lotta contro la violenza sulle donne“.
Non solo Delfina, quindi. Non solo cucina. Lo Scalco dell’Aquila è diventato, negli ultimi anni, una casa della cultura: “perché cibo e cultura sono storicamente legati”. Lo sono, ancor di più, in un locale che riserva nei suoi Horti lo spazio per far conoscere la cultura dell’Aquila, mettendolo a disposizione della città per ospitare riunioni, presentazioni, degustazioni.
“Da qualche tempo organizziamo delle serate, dal titolo ‘Lo Scalco incontra’, che prevedono degustazioni una volta al mese. Nel corso di questi eventi, moderati dal giornalista Angelo De Nicola, vengono illustrati argomenti che ripercorrono la storia della città”.
Arte da gustare e da condividere: perché la passione e la forza di una tradizione non possono essere sepolte neanche dalle macerie di un terremoto.

Lo Scalco dell'Aquila
Lo Scalco dell'Aquila

 

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