Le nuove stanze della poesia

Le nuove stanze della poesia, Jacques Prevert per celebrare San Valentino

Jacques Prévert, il poeta dell'amore: questa settimana la rubrica Le nuove stanze della poesia, a cura di Valter Marcone, celebra San Valentino e i buoni sentimenti.

Le nuove stanze della poesia: Jacques Prevert per San Valentino, festa degli innamorati

Mercoledì della prossima settimana, 14 febbraio, il santo del giorno che si festeggia è S. Valentino .Questo giorno è divenuto ormai per tradizione e consuetudine un giorno di festa anche per gli innamorati .Per quella data sono programmate molte iniziative , i social sono pieni di frasi romantiche e di suggerimenti agli innamorati di idee regalo : calzini , felpe, T-shirt, pullover, sneakers o portafogli: il guardaroba del partner non sarà più lo stesso con le idee San Valentino per lui ; per lei , la lingerie più sexy che si esibisce e non si nasconde , doni preziosi e poi il modo di vestirsi per un frizzante aperitivo serale. E ancora , pacchetti di tutti i tipi per la cena di S. Valentino . Insomma per tutti i gusti non solo culinari fino all’orrido : “Preparati a un San Valentino davvero HOT con le nostre idee! Frustini, manette, piume, intimo ammiccante…tutto il necessario a scaldare l’atmosfera e renderla decisamente bollente!”

Più modestamente nel caso di questa rubrica. in considerazione del fatto che proprio per quel giorno i social si riempiono di poesie sull’amore e sugli innamorati, ho scelto una poesia conosciutissima che però a rileggerla ha sempre qualcosa di nuovo da dirci . Si tratta di “ Questo amore “ di Jacques Prevert

Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
Cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore così bello
Così felice
Così gioioso
Così irrisorio
Tremante di paura come un bambino quando è buio
Così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che faceva paura
Agli altri
E li faceva parlare e impallidire
Questo amore tenuto d’occhio
Perché noi lo tenevamo d’occhio
Braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Perché noi l’abbiamo braccato ferito calpestato fatto fuori negato cancellato
Questo amore tutt’intero
Così vivo ancora
E baciato dal sole
È il tuo amore
È il mio amore
È quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
Che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda viva come l’estate
Sia tu che io possiamo
Andare e tornare possiamo
Dimenticare
E poi riaddormentarci
Svegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognarci della morte
Ringiovanire
E svegli sorridere ridere
Il nostro amore non si muove
Testardo come un mulo
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Stupido come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
Ci parla senza dire
E io l’ascolto tremando
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti quelli che si amano
E che si sono amati

Jacques Prévert (Neuilly-sur-Seine 1900 – Omonville-la-Petite, La Manche, 1977 )può essere definito , poeta simbolista, con toni spesso anarchici, polemici, ironici . Fu anche sceneggiatore oltre che con il fratello Pierre (1906-1988), per il quale sceneggiò tra l’altro L’affaire est dans le sac (1932) e Adieu Léonard (1943), collaborò con J. Renoir, A. Cayatte, C. Autant-Lara, J. Grémillon e soprattutto con M. Carné. Le sue opere poetiche :Paroles, 1946, Spectacle, 1951, e La pluie et le beau temps, 1955, in parte tradotti in Il Prévert di Prévert, 1967; Histoires, et d’autres histoires, 1963, trad. it. 1973; Arbres, 1976, trad. it. 1978; Soleil de nuit, post., 1980). Talvolta i suoi versi accompagnano album di fotografie per bambini (Le petit lion, 1947, trad. it. 1956; Des bêtes …, 1950) o forniscono rapidi commenti a immagini (Portraits de Picasso, 1959; Fatras, 1966, trad. it. 1968; Imaginaires, 1970). Scrisse anche per il teatro (La bataille de Fontenay, 1933).
Questa lunga poesia di Prevert dunque ci dice, rileggendola, sempre cose nuove perchè racconta l’eterno rinnovarsi dell’amore, della natura dell’amore : la capacità di ricominciare sempre da capo, ogni giorno in una relazione d’amore. In quanto, appunto , l’amore può essere” violento, fragile, tenero, disperato” e nella sua fragilità può avere mille contraddizioni ma malgrado sia stato “calpestato, ferito, negato, cancellato”, la voglia di ricominciare ad amarsi non si esaurisce mai. E’ questo l’amore che diventa una fonte inesauribile di vita e di rinascita . Ed è capace di salvarci. Una salvezza che Jacques Prevert con questa sua composizione mette in evidenza quando lo implora di restare intatto, presente, vivo.

Voglio ricordare che S. Valentino secondo il martirologio romano è un santo guaritore e pacificatore , per esempio nel caso di due fidanzati. Valentino nacque a Interamna Nahars attuale Terni da una famiglia patrizia nel 176, fu poi convertito al cristianesimo e consacrato vescovo di Terni nel 197, a soli 21 anni. Insieme con San Mario si dedicò anche al servizio dei martiri imprigionati sotto l’imperatore Claudio II. Sul sito della Diocesi di Terni Narni Amelia, il vescovo patrono di Terni viene ricordato cos’ì: “Dal VI-VII secolo è conosciuto e venerato a Terni un vescovo Valentino martire. San Valentino, uno dei santi più venerati nel mondo, fu cittadino di Terni in Umbria e subì il martirio per decapitazione con tutta probabilità sulla Via Flaminia in prossimità di Terni. Diverse sono le fonti che ricordano il santo e tra queste la prima a menzionarlo è il Martirologio Geronimiano, composto tra la prima metà del V secolo e la prima metà del seguente, da cui si desume l’elogio fissato al 14 febbraio. L’esistenza di una «basilica beati Valentini episcopi et martyris» a Terni è confermata invece nel Liber Pontificalis (Vita di Zaccaria), come luogo dello storico incontro avvenuto, nel 742, tra papa Zaccaria e il re longobardo Liutprando e, nella vita di papa Niccolò I (858-867), compresa nello stesso testo, si menziona un «monasterium Sancti Valentini» nei pressi di Terni.”(…)” Migliaia di fedeli e pellegrini visitano ogni anno la basilica a Terni e tra questi si distinguono numerose coppie di fidanzati o di giovani coppie di sposi che chiedono la benedizione di san Valentino. Questa tradizione trae origine dall’Alto Medioevo, periodo in cui il culto valentiniano si diffuse gradualmente in Europa attraverso i benedettini. In Francia e Inghilterra sorse parallelamente nei confronti del santo uno speciale patronato sui fidanzati per una coincidenza calendariale. La festa cade infatti in un periodo particolare dell’anno, quando la natura comincia a dare i primi segni del risveglio dal letargo invernale. “

E infine un’ultima annotazione forse poco ortodossa . Spesso di parla per il giorno di S. Valentino della festa dell’amore ma più convenientemente della festa degli “ innamorati” . E dunque in un certo senso la festa di tutti perchè , è certamente vero che più frequentemente il termine innamorato viene usato per indicare il sentimento che si prova nei confronti rispettivamente di una donna o di un uomo . Ma si può essere innamorati di tutto : della vita, dei libri, della natura, degli animali, della Storia e l’elenco diventa quasi infinito. Ognuno di noi è innamorato di qualcosa a tutte le età per cui in definitiva ala festa di S. Valentino è la festa di ogni innamorato di qualsiasi cosa non solo di un uomo o di una donna .

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